Cala leggermente l’insoddisfazione dei molisani in merito ai servizi connessi al trasporto privato, sulla base di almeno 4 parametri. Tuttavia più di un molisano su tre resta scontento nel complesso (dettagli in basso).
In seguito alla crisi pandemica, la maggior parte delle persone ha iniziato ad uscire di nuovo per riprendere la propria routine ma non senza qualche accorgimento. Per quanto riguarda lo spostamento in città, sono in moltissimi i cittadini che preferiscono utilizzare un mezzo privato a discapito di quello pubblico, soprattutto per diminuire il rischio di un contagio.
Così come per la crisi petrolifera degli anni ‘70 che ha completamente stravolto la mobilità di alcune città, si veda ad esempio Amsterdam che era una città completamente strangolata dal traffico ed ora è esempio virtuoso della mobilità dolce, la crisi pandemica ha già iniziato a cambiare le abitudini degli italiani, spostandole verso una mobilità più green.
Questo processo è stato incentivato anche dall’aumento dei prezzi energetici e dall’incremento del traffico nelle città che portano sempre più utenti a scegliere nuove modalità di trasporto privato.
Lo studio sulla mobilità
A tal proposito, per approfondire questo argomento, gli esperti di Prontobolletta hanno voluto dare uno sguardo alla situazione della mobilità nelle varie regioni italiane. Ciò è stato possibile grazie al dettagliato database fornito dall’ISTAT. Questo riporta le opinioni di un campione di popolazione regione per regione su differenti ambiti legati alla mobilità privata.
Per stilare la classifica regionale è stato preso in considerazione, per l’appunto, una serie di fattori quali:
– Difficoltà di parcheggio
– Traffico
– Illuminazione stradale
– Condizione stradale
Andiamo a vedere più nello specifico le metriche utilizzate per questo studio sulle regioni.
La classifica regionale sul trasporto privato
Sulla base dei dati raccolti dall’ISTAT, lo studio di Prontobolletta ha voluto esplorare le nuove realtà del traffico in città e analizzare i diversi fattori che impattano il trasporto privato.
Al fine di poter redigere una classifica tra le regioni per individuare quella con le condizioni di trasporto migliori, è stato creato un indice generale che tiene conto dei 4 fattori precedentemente menzionati.
Data la natura degli elementi presi in considerazione, la metrica creata rappresenta l’indice di insoddisfazione e quindi, minore sarà il valore registrato dalla regione, migliore sarà la sua complessiva condizione nel trasporto privato.
L’indice creato vuole essere una metrica imparziale ai fini dell’indagine. Attraverso quest’ultimo, infatti, è stato possibile confrontare le regioni italiane tra loro e individuare quelle migliori in termini di trasporto privato. Nello specifico, la classifica presenta sul podio le tre regioni settentrionali della Valle d’Aosta, del Trentino Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, rispettivamente 1ª, 2ª e 3ª con un indice del 28,2%, 32,1% e 32,5%. Dall’altra parte, troviamo in fondo alla classifica la Puglia, la Campania e il Lazio con un indice rispettivo del 56,9%, 63,7% e 65,8%.
Evoluzione dell’indice durante gli anni
Analizzando più nello specifico la situazione di ciascuna regione durante il triennio 2018-2019-2020, si possono notare alcune cose interessanti. Per quanto riguarda le prime 3 regioni della classifica 2020 (Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia), queste hanno registrato un peggioramento dell’indice tra il 2018 e il 2019, rispettivamente del 17,5%, 6,7% e 8%, e poi un netto miglioramento tra 2019 e 2020 del 22,3%,6,4% e 17,3%.
Dando uno sguardo alle regioni che hanno avuto un comportamento più anomalo tra il 2018 e il 2019, è da segnalare la Calabria con un peggioramento record del 26,5% mentre la Sardegna ha registrato la variazione positiva più alta, con un 12,6%. Tra il 2019 e il 2020 invece, è da notare come ogni regione sia migliorata in termini di indice di insoddisfazione e la variazione maggiore l’hanno avuta le Marche con un 23,8%.
La regione Molise è 6a nelle condizioni del trasporto privato.
La regione Molise si è posizionata 6a tra le regioni con la migliore condizione del trasporto privato. In particolare, è interessante analizzare l’evoluzione delle condizioni stradali della regione durante il triennio 2018-2021. Nel 2018, l’indice di insoddisfazione era del 47,13%. Nell’anno successivo quest’ultimo ha visto un andamento positivo rispettivo al valore precedente, dovuto alle migliori condizioni stradali. La regione, infatti, ha raggiunto nel 2019 un indice di insoddisfazione del 46,55%. La situazione ha poi continuato a migliorare nella regione Molise fino al 2020, ultimo anno di rilevazione, con un rispettiva variazione del -17,67%, che ha portato alla diminuzione dell’indice di insoddisfazione dei cittadini e ad un valore finale del 38,33%.
Le possibili soluzioni
Il trend generalmente positivo della situazione stradale italiana, come si evince dalla classifica, è sinonimo di un complessivo miglioramento dovuto alla messa in pratica di azioni sempre più green e collettive. Si parla molto di mobilità sostenibile e di come diverse città europea stiano pianificando nuovi piani di mobilità, questo anche per risparmiare energia.
Seguendo l’esempio di Parigi, anche in Italia sta prendendo piede il modello della “Città dei 15 minuti”, concetto secondo cui si vuole fornire al cittadino tutte le attività quotidiane in un raggio di 15 minuti. Quest’idea innovativa permetterebbe soprattutto un minore inquinamento, dato che si privilegerebbe lo spostamento a piedi da parte dei cittadini, e grazie ad una sempre più solida connessione Internet, l’interconnessione dei servizi pubblici e privati faciliterebbe la riuscita di questo innovativo progetto.
Il 2020 e il Covid-19 ci hanno portato ad una nuova visione del mondo, in una chiave più green e sostenibile. Questa mentalità green ci ha permesso e ci permetterà di risolvere le situazioni in una maniera più innovativa ed efficace. Ovvero, affrontando i problemi di oggi sarà possibile proporre soluzioni durevoli e vantaggiose per tutti, creando un domani migliore.
Fonte: ISTAT, studio Prontobolletta