E’ evidente: le festività natalizie hanno portato una nuova ondata di epidemia che ha riacceso i timori individuali così come i fari sulla situazione ospedaliera da cui principalmente dipende la collocazione della nostra regione nell’apposita fascia colorata di “prevenzione” per il contenimento della diffusione del virus. Il Molise si trova attualmente in zona bianca ma la pressione ospedaliera è il parametro dominante per evitare il declassamento, quindi l’aumento dei contagi è strettamente collegato con la probabilità che una parte dei positivi sviluppi una forma grave dell’infezione. A maggior ragione se ci sono fette di popolazione, piccole ma comunque presenti, che non sono vaccinate per scelta o per specifici motivi di carattere medico-sanitario. In dieci giorni al Cardarelli si è registrato un raddoppio dei positivi al Covid ricoverati: al 27 dicembre se ne contano 20, di cui la metà è vaccinata. Solo 2 sono in terapia intensiva. Siamo ancora sotto la soglia critica ma il rischio è di restarci per poco se la situazione dovesse peggiorare ulteriormente. Per tale motivo al nosocomio campobassano è stato riaperto il quinto piano dove nelle ondate precedenti erano stati allestiti altri posti per pazienti Covid. La situazione è ben lontana da un anno fa (durante le feste si contavano oltre 2mila contagiati e più di 60 ricoverati) ma ancora delicata e in emergenza. La perdita di efficacia dei vaccini nel tempo ha coinciso con l’aumento dei vaccinati finiti in ospedale. Una percentuale che resta comunque più bassa rispetto al resto della popolazione che ha fatto la stessa scelta, mentre l’altro 50% va comunque messo a confronto con appena il 10-15% di coloro che non hanno fatto il vaccino.
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