Le buone pratiche in Molise iniziano ad essere fucina di progetti e di finanziamenti. Le rigenerazioni urbane, ambientali e culturali, sino ad oggi decisamente ignorate, vengono prese in seria considerazione dai Ministeri ed il Molise catalizza a sé attenzioni e fa da volano per uno sviluppo che genera ricchezza, depaupera l’atavica dormienza e fa scuola alle grandi realtà come Napoli, Lecce, Salerno, Bari, Roma. Il condividere senza usare lo scudo del campanile, essere sinergici nel programmare un futuro che all’apparenza sembrava e sembra oscuro, unire le forze per generare nuova energia progettuale, in Molise è d’obbligo e deve essere il punto fermo da qui al 2027. Troppi galli non fanno un pollaio, cita un modo di dire che non è decisamente retrò. Sino ad oggi solo difese strenue di campanili, finte programmazioni di rete che hanno portato solo discrasie e poca vera sollecitante armoniosa condivisione. Una guerra tra poveri che ha ancor più generato quel depauperare del tessuto umano di cui soffre l’intera regione e che ha determinato senza appello il non ritorno di giovani e meno giovani che, una volta provata la forza dell’esterno regionale, non tornano neanche più per salutare i propri cari. “Occorre invertire la rotta”, le parole della politica, ormai corrose da puntine di giradischi non più in sintonia con i solchi magnetici dei dischi. Mina, la grande Mina cantava “Parole, parole, parole e niente più”. Finalmente, e grazie alle vere associazioni, che si spendono sul territorio per invertire trend negativi ormai consolidati, qualcosa si muove e la politica dal basso inizia a consolidare quei baluardi di democrazia e di voglia aggregativa, che generano cambiamenti, spesso positivi, per fortuna. Qualche anno addietro, prima che si parlasse di Unesco per la transumanza, per la cava del tartufo, per le meraviglie italiane molisane, Civita di Bojano e Provvidenti furono visitati da esperti di rigenerazione della UniTre di Roma, l’Università giovane per giovani, vera fucina di progetti e di professionisti profondi, lungimiranti e sempre collaborativi con i territori. Oggi quella visita ha partorito un modello rigenerativo che verrà posto all’attenzione di grandi istituti, della politica che conta, dei Ministeri, delle popolazioni interessate. Tutto parte da lontano, da modelli generati da privati cittadini che con la loro strenua resilienza hanno generato attenzione e provocato lo scoppio di una scintilla oggi non più semplice fuoco. Civita Superiore di Bojano, un borgo di poco più di 30 anime che vede in sè incastonate bellezze armoniose che spaziano tra le viuzze e le piazze, sino ad orientare i visitatori in sognanti atmosfere di assoluta rarità. Castelli, mura longobarde, panorami senza pari e due caparbie eccellenze della cucina molisana. Un privilegio unico poter servire la propria regione senza schemi e senza paradigmi. Borghi che raccolgono la storia millenaria di una regione che è sempre accostata a difficoltà, inefficienze, politica clientelare, negatività, finalmente va raccontata all’esterno come una regione dove il tempo magicamente si è fermato e tutto scorre lentamente senza aver l’assillo dell’orologio. Sicuramente occorre aver il desiderio di arrivare, decidere di chiudere gli occhi e sognare la storia, essere trasportati da essa in un mondo che della modernità conosce solo poche sfaccettature. Ingressi stretti per paesi senza tempo, slarghi pieni di fascino rurale pieni di silenzio e di giusta comprensione al passato. Il sapore dell’antico, del passato di un tempo in cui le fermate sono un dovere per chi vuol ritrovare se stessi e trovare l’apoteosi al saggio vivere di pace. Rideterminare quel limbo sottile tra Purgatorio e Paradiso, farsi trasportare da navicelle seriche e tranquille, godere dei cigolii, delle parole velate dal silenzio delle persone che parlano del più e del meno senza l’assillo della corsa al tram, al treno, alla modernità che uccide o genera insoddisfazione e mostri dalla nausea alla vita. Una vera e propria conquista di libertà nel godersi succulenti viaggi nel gusto, per gli occhi, per le orecchie, per il cuore. Troppi sapori, troppi ardori passionali ti sorprendono e stanano quanto di recondito è in te, senza freni, luoghi dal Cantico dei Canti, dalle finestre piene di occhi sbarrati a spiare il passaggio di centinaia di persone che mai dimenticheranno un viaggio senza fine, senza artefatte peripezie e che non potrà terminare dopo aver lasciato i piccoli paesi ed aver chiuso le porte dal cigolio dell’antico sapore di “vecchio”. – Essere o non essere, questo è il vero dilemma -. A Civita Superiore di Bojano, a Provvidenti, nel Molise, il dilemma verrà svelato solo arrivandoci. Da qui, da questa visione diversa, forse onirica di una regione, il Molise che non esiste, il progetto ha preso piede portando in sè ogni viuzza, ogni pezzo di storia, ogni bellezza ambientale, ogni persona che resiliente ha permesso che mai ci si scrollasse di dosso, l’unica dote, quella dei paesi molisani, che mai offrirà la propria vita a cimiteri senza anime e senza più voglia di essere decisamente nostalgici, passionari, innamorati del Molise. Grazie alla sinergia con le regioni confinanti, in primis la Puglia, si è tracciata la via e si è fortificato il progetto. Professionisti hanno decisamente dato il meglio, in primis Costanzo Cascavilla, già sindaco di San Giovanni Rotondo, progettista europeo, Nicola la Macchia, ing. Barese, esperto di rigenerazione urbana e culturale, Maurizio Varriano, coord. Borghi d’Eccellenza, Claudio Di Cerbo, architetto ambientale, Costanzo Dragano, esperto in marketing, Lino Rufo, paroliere cantautore nonché esperto in sicurezza e programmi lavoro, Filindo Russo, esperto in cucina della tradizione, ognuno per le proprie competenze, non dimenticando altri di una squadra multiregionale, favorendo un progetto che vede il Borgo di Civita Superiore e Provvidenti capifila di un progetto rigenerativo molto più ampio e coinvolgente. “Un grazie – commentano da Borghi d’Eccellenza – all’assessore al turismo e cultura della Regione Molise per il suo supporto sempre attivo, alla consigliera delegata al turismo della Regione Puglia, Grazia Di Bari, alla Federazione Italiana Cuochi per gli spunti sempre puntuali, alla Federazione Italiana Tradizioni Popolari per il supporto identitario, ai cittadini, ai sindaci Robert Caporicci e Carmine Ruscetta, all’amministrazione del Comune pugliese di Bovino con il sindaco Vincenzo Nunno, per l’azione sinergica mai sopita, a Aida Romagnuolo per il supporto sinergico in Basso Molise e non solo, a Vittorio Nola per le consulenze mai dettate dalla politica, agli amici di cordata del Parco Letterario e del Paesaggio “F. Jovine” che hanno determinato il passaggio fondamentale dello stesso in contesti decisamente internazionali, a chi crede che il Molise possa essere una regione laboratorio e determinare un cambio di passo senza più scusanti e senza più antagonismi che di frutto non raccolgono nulla di buono”.
Civita di Bojano e Provvidenti modello di studio per progetto pilota di rigenerazione urbana, ambientale e culturale
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