Premessa. Molise terra ricca di attrazioni naturali e storiche, ricca di cultura e valori, ma povera a livello economico, di servizi, di infrastrutture, di una sanità che si sta sgretolando. Lo spopolamento, in parte dovuto all’inverno demografico che colpisce tutta l’Italia (e l’Europa), è accentuato dall’emigrazione delle giovani generazioni verso realtà che offrono possibilità e prospettive diverse. Non basta l’aumento dell’offerta formativa (si pensi all’Università in crescita) quando gli sbocchi lavorativi sono limitati e, comunque, non c’è un dialogo costante fra il mondo scolastico e della formazione con quello del lavoro. Il grido di denuncia, di disperazione, se vogliamo anche di dolore, da parte dei ragazzi che vogliono restare qui (o comunque qui un giorno vogliono tornare), dove sono nati, per contribuire a mantenere in piedi una regione che nel lungo periodo rischia l’estinzione, apre il dibattito sull’inefficienza dell’azione politica a livello regionale (spesso condizionata dalle scadenze elettorali e dal retaggio clientelare, senza una visione programmatica) e su un sentimento generalizzato di rassegnazione che spesso porta a lamentarsi senza manifestare, a denunciare senza fare, o ad azioni individualistiche – più che individuali – che acquisirebbero maggiore valenza se venissero unite in una strategia comune, al fine di limitare i danni di un processo in parte irreversibile. Accolgo qui la lettera di un giovane lettore, che parla anche per conto di tanti suoi coetanei e lancia un appello alla politica, consapevole che esistono qui tanti ragazzi pieni di qualità, di iniziativa, di voglia, che nonostante tutto ci provano a testa bassa, in alcuni casi riuscendo a trovare la propria strada, in altri avendo meno fortuna. E se tante volte vengono criticati per non rimboccarsi abbastanza le mani, ritengo che ciò non sia vero (almeno non per tutti), che non tutti – loro malgrado – hanno lo stesso spirito di iniziativa o possono muoversi dallo stesso punto di partenza, e che bisogna interrogarsi su eventuali falle nella trasmissione dell’eredità che potremmo definire culturale ed educativa che si intrecciano necessariamente nelle aspettative deluse.
Il direttore.
Lettera al direttore.
“Caro direttore sono Federico de Soccio ho 27 anni le scrivo da Campobasso e mi preme invitarle questa lettera di disappunto mia e di numerosi miei coetanei e di iniziare con una parola che in questa terra sta diventando sconosciuta a causa di una mancata incapacità della classe dirigente nel governare.
Perché un giovane molisano è costretto ad andare fuori regione per LAVORARE, per CURARSI e per far qualsiasi attività che ogni giovane sogna. L’articolo 4 della nostra costituzione parla di LAVORO.
Se leggiamo sulle migliori enciclopedie la parola rispetto significa: “Sentimento e atteggiamento di riguardo, di stima e di deferenza, devota e spesso affettuosa, verso una persona o un popolo”.
Ed è proprio il rispetto che noi giovani meritiamo.
Caro direttore viviamo in una terra che non offre posti di lavoro, il tasso di disoccupazione nella nostra regione è altissimo, la sanità non funziona.
Giusto per farle un esempio circa un anno fa sono stato costretto ad andare in Veneto a 800 km di distanza dalla mia famiglia per curarmi la mia patologia poiché in Molise non mi è stato possibile.
Non dimentichiamoci dei trasporti e delle infrastrutture per spostarsi in una regione del nord Italia ci si impiegano circa 9 ore perché la rete ferroviaria non è all’altezza, perché nella nostra regione non vi è un aeroporto, nonostante le mille promesse in ogni campagna elettorale.
Non dimentichiamoci delle infrastrutture, molte strade della nostra regione sono messe in condizioni pietose ed anche per spostarsi in regione diventa un’impresa.
Un altro aspetto che mi preme sottolineare è lo spopolamento, come mai il Molise sta diventando una terra per pochi?
In questi giorni leggo numerosi articoli su chi potrebbe diventare il prossimo presidente della giunta regionale, ma il mio appello a tutte le forze politiche è: i giovani molisani devono restare in Molise, le mente brillanti devono aver l’opportunità di lavorare in questa terra e non andar via per un misero posto di lavoro.
A colei o colui che ricoprirà la carica più importante a palazzo D’Aimmo faccio un appello: quello di assicurarci un futuro, in questa bellissima terra.“