La pandemia e l’emergenza sanitaria hanno profondamente cambiato la gestione delle nascite e il virus diventa motivo in più di preoccupazione per le mamme e le loro famiglie. La fortissima risalita dei contagi da Covid-19 per via della variante Omicron ha fatto registrare un rialzo dei casi positivi fra le donne in gravidanza, in particolare fra coloro che sono prossime al parto. Solo negli ultimi 15 giorni all’ospedale Cardarelli di Campobasso sono nati 4 bimbi – di cui una femminuccia e un maschietto nella tarda serata di ieri – da mamme positive al Covid e altre si stanno preparando al lieto evento. Sia loro che i loro figli attualmente stanno bene (nei primi due casi sono già stati dimessi). In particolare i piccoli sono risultati tutti negativi, anche se per gli ultimi due arrivati manca ancora il tampone-bis di controllo che viene effettuato a distanza di 48 ore. Cosa succede in questi casi, quindi? Come è ormai noto da 2 anni, nessuno – al di fuori della partoriente e del personale sanitario, ovviamente – può entrare in reparto, salvo concedere questo “lusso” al padre (del neonato) una volta che è risultato negativo al tampone. Se però la mamma è positiva al Covid, neanche il padre ha la possibilità di recarsi in reparto. Il piccolo o la piccola, una volta nati, sono momentaneamente trasferiti in Neonatologia, in uno “spazio Covid”, dove vengono sottoposti a doppio tampone, a distanza di 48 ore l’uno dall’altro. Le mamme, invece, dopo il parto, restano in un’ala di Malattie Infettive dedicata proprio alle partorienti. Una volta confermata la negatività del neonato, quest’ultimo – se la madre è ancora in area Covid e comunque può essere dimesso – viene affidato ad un familiare negativo al tampone. Nonostante Omicron sia ritenuta meno pericolosa della precedente variante, non dimentichiamoci che parliamo sempre del coronavirus responsabile del Sars-Cov-2 che ha generato milioni di vittime nel mondo (Molise compreso) e che la campagna vaccinale in corso, pur se non evita il contagio, sta proteggendo da possibili manifestazioni gravi dell’infezione e della malattia. Motivo per quale dal reparto di Ginecologia e Ostetricia rinnovano l’appello alle donne in gravidanza che ancora non avessero effettuato alcuna dose di vaccino o stessero temporeggiando per il “richiamo”, di proteggersi dal Covid, completando il ciclo, fermo restando la dovuta consultazione con il proprio ginecologo.
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