Continua il trend positivo nell’utilizzo dello smart working come forma di investimento strategico tra le imprese che hanno investito in innovazione: mentre nel periodo prepandemico la percentuale si attestava al 23,3%, nel 2020 è aumentata al 40,4% per arrivare al 41% nel 2021. Questo è quanto emerge dal Sistema informativo Excelsior, su elaborazione Unioncamere-Anpal. Lo smart working e le altre forme di lavoro agile non rappresentano soltanto una nuova tecnologia, ma sono propriamente un nuovo modello di lavoro; il cambiamento dell’organizzazione del lavoro mette in discussione anche l’organizzazione della vita dei lavoratori, dell’economia e del territorio. La pandemia ha offerto la possibilità di sperimentare nuovi modelli organizzativi e di reingegnerizzare i processi di back-office. La “corsa obbligata” verso il lavoro agile per molti settori, oltre a garantire la tenuta del sistema sanitario nella continuità produttiva, ha dato inizio a processi di modifica del sistema dei trasporti e di ripopolamento dei centri minori ed ha avuto anche esternalità positive nell’incremento delle competenze digitali dei lavoratori. Nei prossimi anni il lavoro agile rappresenterà un modello che andrà oltre le contingenze indotte dagli eventi pandemici. In tutta Italia durante il primo lockdown, lo smart working ha coinvolto 6,58 milioni di persone, circa un terzo dei lavoratori dipendenti italiani, con una crescita di oltre 10 volte rispetto ai 570mila censiti nel 2019. Si stima che al termine dell’emergenza i lavoratori “agili” saranno 5,35 milioni. In futuro il 70% delle grandi imprese aumenterà le giornate da remoto, in media da uno a 2,7 giorni alla settimana. Anche in Molise la percentuale di imprese che ha investito in smart working è aumentata sensibilmente, da circa il 27% tra il 2016 e il 2020, a circa il 37% nel 2021, dato nel quale va considerata anche la grande incidenza del settore della Pubblica amministrazione. Gli investimenti strategici in lavoro agile delle imprese sono diversificati in base al settore di attività: nel settore industria i livelli più elevati sono stati raggiunti dalle imprese delle Public utilities (energia, gas, acqua e ambiente) con una percentuale pari al 60%, mentre nei servizi circa il 68% delle imprese dei servizi alle imprese hanno effettuato investimenti per l’adozione di strumenti di lavoro agile.
Smart working in aumento anche in Molise, balzo nelle public utilities.
In generale in Molise gli investimenti strategici in lavoro agile delle imprese del settore industria sono passati dal 30,7% delle imprese investitrici nel 2016 al 36,7% nel 2021. Nel settore servizi dal 25,9% al 37,1%, dal 33,3% al 60% nel settore public utilities e infine, più contenuti, per ovvie ragioni, gli investimenti delle imprese di costruzioni che sono passati dal 32,4% al 34,6% .
Sempre analizzando i dati del Molise, andando ad analizzare i settori di attività che più hanno visto lo sviluppo delle modalità di lavoro agile, nei servizi si nota il boom in settori quali “altri servizi alle imprese e alle persone” con il 39% (+20,2 punti percentuali rispetto al periodo precedente), mentre sui “servizi culturali, sportivi e altri servizi alle persone” non è possibile effettuare un vero confronto in quanto la percentuale di imprese che avevano effettuato investimenti in adozione di strumenti di lavoro agile nel 2016-2020 risultava poco significativa.
I settori con la più bassa percentuale di investimenti sono quelli a minore propensione strutturale a questa innovazione come “commercio al dettaglio” e “servizi di alloggio e ristorazione” e “servizi turistici”: per i primi c’è stato un incremento di 3,6 punti percentuali; per i secondi un incremento di 7,2 punti percentuali. Per quanto concerne il settore dell’industria al primo posto negli investimenti strategici ci sono, come detto, le “pubblic utilities” con il 60% (+26,7 p.p. rispetto al pre-covid), a seguire le “industrie metalmeccaniche ed elettroniche” con il 38,1% (+4,8 p.p. rispetto al pre-covid) e poi le “costruzioni” con il 34,6% (+2,2 p.p. rispetto al 2016-2020). Il settore con minore propensione agli investimenti in lavoro agile è “l’industria alimentare, delle bevande e del tabacco” con il 21,9% (poco significativo il dato del periodo precedente).
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