E’ un dramma senza precedenti. Il comparto del trasporto su gomma in Italia è al collasso e parecchie imprese rischiano la chiusura. Il gasolio in due settimane è aumentato quasi del 20%, fino a sfiorare due euro al litro nei self, superando questa soglia in autostrada. Una situazione insostenibile per un settore già messo a dura prova da problemi di natura strutturale mai risolti: la necessità di regole che impediscano il ribasso indiscriminato delle tariffe a scapito della sicurezza, l’intermediazione parassitaria che strangola la parte attiva del trasporto e la mancata emanazione di norme che rendano certi i termini di incasso per le prestazioni svolte. Tutte questioni messe sul tavolo delle istituzioni – sia nazionali che regionali. A Roma Assotir (l’associazione italiana delle imprese di trasporto) ha rappresentato la tragica situazione con le parole del segretario generale Claudio Donati durante una seduta della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. A livello locale è stato invece il presidente regionale dell’associazione, Giuseppe Doganieri, a fornire un quadro aggiornato della drammatica situazione del comparto, in una lettera inviata al presidente della Regione Molise, Donato Toma, alla vigilia di una riunione della Conferenza delle Regioni. Sono oltre 650 le imprese di trasporto in Molise, grazie alle quali settori importanti come l’agroalimentare, l’edilizia, l’automotive riescono a ricevere materie prime e semilavorati e a consegnare ciò che viene prodotto dalle aziende del territorio. In questo frangente, gli autotrasportatori rischiano di non poter mettere più in moto i loro mezzi, perchè lasciati drammaticamente soli a far fronte ad un aumento del carburante quasi il 20 per cento, in meno di un mese, mentre i prezzi dell’AD Blue, indispensabile per limitare le emissioni, si sono moltiplicati dallo scorso autunno a causa dell’impennata del prezzo del metano. Migliaia di euro da anticipare dunque anche per svolgere la normale attività di un solo mese di trasporto. A questo si aggiungono condizioni contrattuali che spesso bisogna accettare pur di ottenere una commessa: costi di trasporto fissi, che lasciano i rischi a carico dei soli vettori e termini di pagamento lunghissimi, prima di incassare il frutto del pesante lavoro. Un viaggio andata e ritorno da Venafro a Termoli richiede – per ora – circa 200 euro di gasolio. Da Campobasso a Roma, andata e ritorno, considerando pedaggi e Ad Blue, occorre anticipare ogni volta quasi 500 euro di spese vive, senza considerare la giusta retribuzione per gli autisti, le spese minime per chi lavora fuori casa e l’ammortamento di mezzi che costano anche centinaia di migliaia di euro. Assotir chiede a Toma di portare la voce dei trasportatori in ogni sede istituzionale. “Gli 80 milioni stanziati dal governo per il settore non sono assolutamente la soluzione”, spiega l’associazione. “Misure parziali, riservate per gran parte ai pochi mezzi a gas delle grandi flotte mentre incidono per una manciata di euro per ogni impresa e rimandano a crediti di imposta futuri”. “Oggi, ed ogni giorno, bisogna fare il pieno – stigmatizzano gli autotrasportatori di Assotir – anticipando migliaia di euro ogni mese tra cui ingenti somme di iva, che va comunque pagata al momento della sosta al distributore”.
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