La prossima notte, tra sabato 26 marzo e domenica 27, scatta il passaggio dall’ora solare a quella legale. Le lancette – ufficialmente – dovranno andare avanti di un’ora tra le 2 e le 3 del mattino. Fra le novità che gli ultimi 10-15 anni ci hanno ormai abituati, da registrare il passaggio ad una società ormai digitalizzata, segnata dai dispositivi elettronici come smartphone, computer, smartwatch e tablet che si aggiornano in modo automatico, senza più il “disturbo” di regolare l’orario mentre occorrerà agire manualmente sugli orologi analogici. Ci vedremo sottratti un’ora di sonno (che ognuno peraltro potrebbe recuperare come preferisce, anticipando il sonno la sera prima o rimanendo un po’ più nel letto il giorno dopo), con possibili disagi anche nei giorni prossimi, qualora il nostro fisico non dovesse abituarsi subito al nuovo orario. I grandi vantaggi riguardano l’avere a disposizione un’ora di luce in più al pomeriggio, il risparmio sulla bolletta elettrica dell’intero Paese e un alleggerimento nelle emissioni di CO2, con benefici per la salute del Pianeta. L’ora legale resterà in vigore fino a domenica 30 ottobre, quando riporteremo indietro le lancette e ci riallineeremo all’ora solare.
Abolire l’ora legale? Dibattito lungo e questione irrisolta.
Da tempo in Europa si parla dell’opportunità di abolire il cambio dell’ora, ma al momento la questione resta irrisolta, anche a causa della gravità dei problemi con quali il mondo politico si è dovuto concentrare in questi ultimi due anni. Alcuni Stati dell’Europa settentrionale, con Polonia e Finlandia, sono favorevoli all’abolizione del cambio orario, mentre gli Stati meridionali, tra cui l’Italia, vogliono conservarlo.