“Molise criminale” sale sul “podio” letterario, il libro di Mancinone terzo classificato per la Saggistica al Premio “Giglio Blu di Firenze”

Giovanni Mancinone, giornalista professionista e autore, rientra da Firenze con una premialità letteraria importante: il libro “Molise criminale” pubblicato la scorsa estate si classifica al terzo posto ex-aequo per la sezione saggistica edita nell’ambito del Premio Letterario Internazionale “Giglio Blu di Firenze”. Il riconoscimento viene consegnato al giornalista campobassano durante la cerimonia di premiazione che si è tenuta nell’Auditorium dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, in via Folco Portinari, a ridosso del Duomo, una location incorniciata tra le bellezze artistiche della città culla del Rinascimento. Le motivazioni critiche che hanno portato la giuria a conferire la importante premialità al libro “Molise criminale” sono esplicitate nella sintesi del giudizio critico della commissione letteraria: “Giovanni Mancinone con il suo testo “Molise criminale” mette a fuoco la realtà di una regione e con essa tutto il pianeta in quanto, a partire dal narcotraffico fino ai rifiuti illegali, sa descrivere, lucidamente e con ottima penna, fatti veramente accaduti”. “Tantissimi i lavori pervenuti alla segreteria del Giglio blu di Firenze, provenienti da ogni territorio del nostro Paese e anche dall’estero, sottoposti all’esame esame dalla giuria – dichiara Giovanni Mancinone, – la qualificazione di Molise criminale terzo classificato in una competizione letteraria e critica così importante è arrivata inaspettata, ed è sicuramente un arricchimento che accompagnerà il percorso del libro.

Un riconoscimento alla qualità di narrazione del testo che ho scritto con passione, nel voler portare in luce le vicende giudiziarie della provincia italiana intesa come un “luogo dell’anima”, che si intreccia nel tessuto umano e sociale attraverso il racconto dei fatti che poi hanno contribuito a “formare” la storia del vissuto quotidiano delle situazioni. Molise criminale ha voluto far emergere in punta di penna la consecutio temporum di una cronaca giudiziaria che sarebbe rimasta dimenticata sotto la polvere del tempo, portando in evidenza il chiaroscuro delle illegalità raccontate, ma evidenziando anche la bellezza di tutte le storie di provincia che perseguono la legalità, nel rispetto dei fatti, nella attendibilità delle fonti, animate dalla ricerca della verità, obiettivo imprescindibile della deontologia di un giornalista”.

(Foto Marco Landi)

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