Da oltre due anni aspettano il passaggio di fascia retributiva, altrimenti identificata da delibera Asrem come progressione economica orizzontale, ossia uno “scatto” di stipendio che, ogni due anni, premia gli anni di servizio. Da qualche mese il meccanismo si è inceppato e diverse centinaia di dipendenti si vedono costantemente rinviato il dovuto riconoscimento. Il problema che ha bloccato l’iter burocratico riguarda la formazione delle graduatorie – oltre cento – che suddividono i dipendenti che hanno presentato domanda per ambito/professione e per fasce (che in tutto sono sette, dalla D alla D6, ma – per la formazione della graduatoria – bisogna calcolarne sei, se si considera il passaggio da una fascia a quella superiore). Sarebbero stati infatti inseriti nelle graduatorie nominativi che non avrebbero i requisiti per ottenere la progressione economica, mentre al contrario sarebbero stati esclusi dipendenti che ne hanno pieno titolo. Da qui la segnalazione alla direzione Asrem che, preso atto degli errori, ha bloccato la liquidazione delle spettanze. A raccontarcelo è una dipendente, una delle diverse centinaia che hanno presentato domanda a dicembre del 2020. Madre di famiglia con oltre 20 anni di servizio, una delle lavoratrici che, prima di avvicinarsi a casa, ha dovuto fare la “gavetta” fuori regione, attende di accedere all’ultima fascia retributiva. “All’inizio le verifiche e il passaggio di fascia erano automatici“, ci spiega. “Così è stato per me fino alla terza fascia. Poi è stato ritenuto necessario presentare un’apposita domanda“. Come quella che lei e tantissimi altri colleghi hanno inoltrato a fine 2020, il primo anno di pandemia. Già il passaggio dalla progressione automatica al riconoscimento tramite domanda ha creato un disagio. Ma, qual è il criterio per accedere allo “scatto”? Da almeno due anni bisogna rientrare nelle medesima fascia assunzionale – per passare a quella successiva – e da almeno 3 anni bisogna essere assunti a tempo indeterminato. Lei, ad esempio, è una di coloro che è stata regolarmente inserita fra i primi posti della sua graduatoria di riferimento, ma il caos generatosi ha costretto la direzione Asrem a bloccare tutto, salvo che per quelle graduatorie dove non si sono verificati errori. Da come si apprende da altri dipendenti, nelle graduatorie sarebbero stati inseriti anche neo assunti. Logico che più di qualcuno protestasse e il riferimento, in particolare, è rivolto a quegli esclusi che ritengono di avere i requisiti per rientrarvi e quindi di aver subito un torto. Quindi le quote maggiorate delle spettanze, con arretrati compresi, sono state congelate, in danno soprattutto per coloro che, situati ai primi posti degli elenchi, non sono mai stati in discussione e che invece devono subire la trafila burocratica. Da alcuni mesi, con apposita comunicazione o delibera (come la n. 375 del marzo 2022), viene puntualmente rinviata di 30 giorni la conferma delle graduatorie, con l’annullamento di quelle formatesi non correttamente, la proroga dell’avviso e quindi la conferma della progressione economica agli aventi diritto. L’ultimo rinvio è stato disposto a fine aprile, con un tempo di 15 giorni. Sarà quello definitivo o ci saranno ulteriori proroghe? Ma, soprattutto, come mai si è generato questo disservizio? Il segretario della Fials, Carmine Vasile, raggiunto al telefono, ci spiega che la predisposizione delle graduatorie è stata affidata da Asrem a una ditta esterna e che una volta ricevuta la documentazione, proprio perché il compito era stato delegato, l’Azienda Sanitaria ha provveduto solo a ratificarla e renderla pubblica. Come mai questi errori che, all’esterno, appaiono così grossolani? “L’aspetto positivo è che si tratta di rinvii brevi e che, una volta definiti gli elenchi corretti, i dipendenti che ne hanno diritto riceveranno la differenza maggiorata in busta paga, arretrati compresi“, conclude Vasile. “Se fossero partiti o se partissero ricorsi giudiziari i tempi sarebbero molto più lunghi“.
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