Market della cocaina in appartamento, arrestati dalla Mobile 4 componenti del clan Spada. Video

Nel corso delle prime ore del mattino di oggi personale della Questura di Isernia, con al vertice il Questore Vincenzo Macrì, ha eseguito quattro ordinanze cautelari emesse dall’Ufficio GIP del Tribunale di Isernia su richiesta della Procura della Repubblica con le quali è stata disposta la sottoposizione alla custodia cautelare in carcere di quattro persone, residenti a Venafro, appartenenti alla famiglia Spada, accusate di aver posto in essere, presso la comune abitazione, una proficua attività di spaccio di stupefacenti di tipo cocaina e hashish. Le indagini, brillantemente svolte da personale della Questura di Isernia ed in particolare della Squadra Mobile, con a capo il Vice Questore Aggiunto Lorenzo Cariola, dirette dal magistrato della Sezione specializzata per reati in materia di stupefacenti della Procura della Repubblica di Isernia, con il coordinamento del Procuratore della Repubblica, sono state effettuate mediante l’uso di telecamere (poi improvvisamente distrutte da soggetti ignoti) che hanno registrato, dal 13 febbraio 2021 al 21 marzo 2021 (durante il secondo lockdown) decine di episodi di spaccio posti in essere dagli indagati presso la propria abitazione, raccolti in circa 80 video significativi, nonché l’escussione, previa identificazione, di diversi clienti abituali dei pusher, che hanno confermato di aver acquistato stupefacenti presso gli indagati sino a tempi recenti. I destinatari dell’ordinanza sono soggetti già noti all’Ufficio e con precedenti penali specifici per reati inerenti agli stupefacenti.

Difatti:
– il penultimo arresto per reati in materia di stupefacenti del capofamiglia risale alla data del 6 marzo 2015, quando furono svolte indagini a seguito delle quali il predetto fu destinatario di un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, che portò all’arresto di dodici persone, inoltre furono denunciate in stato di libertà altre 36 persone con l’effettuazione di sequestri di consistenti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana unitamente anche a somme di denaro contante ritenuto provento dell’attività di spaccio;
– nel 2018 due di quegli indagati, insieme alla famiglia, si trasferirono da Venafro ad Isernia, riprendendo l’attività di spaccio: anche in tal caso le indagini prontamente avviate permisero di registrare, nel solo periodo 3 maggio 2018 – 27 giungo 2018, 116 contatti degli indagati con soggetti identificati e noti consumatori di sostanze stupefacenti, dei quali ben 93 vennero riscontrati come cessioni di stupefacenti di tipo prevalentemente cocaina;
– in relazione a tali fatti, l’11 dicembre 2018 vennero tratti in arresto tre dei medesimi soggetti coinvolti nelle operazioni odierne, ed all’esito del giudizio abbreviato vennero condannati a pene oscillanti tra 6 anni e 8 mesi di reclusione e 2 anni e 4 mesi di reclusione, pene poi ridotte in appello.

Nonostante il tempo trascorso in custodia cautelare e le condanne subite, gli odierni arrestati, alla luce delle indagini, sono nuovamente accusati dell’attività illecita in parola posta in essere con dinamiche di cessione pressoché identiche a quelle già rilevate ad Isernia nell’anno 2018: i correi, difatti, salvo sporadici casi, non uscivano mai dall’abitazione, cedendo la sostanza all’interno di questa o tramite appositi varchi creati nella porta di ingresso. Sulla base delle risultanze delle indagini si ritiene che all’uscita dal carcere, in data 11 maggio 2021, del capofamiglia, anche questi riprendesse a collaborare al business dello spaccio. La piaga sociale dello spaccio delle sostanze stupefacenti, che gravi danni cagiona alla salute dei tossicodipendenti e garantisce lauti guadagni illeciti, continua ad essere contrastata senza interruzioni nella provincia di Isernia dall’attività di questa Procura della Repubblica, dai provvedimenti del Tribunale e dall’impegno costante delle forze dell’ordine, grazie anche alla collaborazione delle persone in grado di fornire un contributo probatorio per l’accertamento giudiziario della verità. Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e gli indagati potranno rappresentare e far valere le proprie difese secondo le norme del c.p.p.

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