Ricorre oggi il 76esimo anniversario della Festa della Repubblica Italiana, istituita per ricordare la nascita della Repubblica Italiana: il 2 e il 3 giugno 1946, infatti, ci fu il referendum istituzionale attraverso il quale gli italiani vennero chiamati alle urne per decidere quale forma di Stato (monarchia o repubblica) dare al Paese. La celebrazione principale avviene a Roma: comprende la deposizione di una corona d’alloro in omaggio al Milite Ignoto all’Altare della Patria da parte del Presidente della Repubblica Italiana e una parata militare lungo via dei Fori Imperiali. In tutta Italia, inoltre, sono previste tradizionali cerimonie con omaggio ai Caduti. Anche in Molise, dalle città ai comuni più piccoli, sono in programma cerimonie per rendere omaggio ai Caduti con la partecipazione di autorità civili e militari, rappresentanti politici e istituzionali, associazioni e semplici cittadini.
Micone: “Repubblica e Costituzione unite dagli stessi valori”.
In occasione della Festa della Repubblica il presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, ha dichiarato: “Repubblica e Costituzione rappresentano un binomio inscindibile nel quale l’una sostanzia l’altra. La coraggiosa e lungimirante scelta che compì il popolo italiano con il referendum sulla forma dello Stato appena dopo un sanguinoso conflitto in cui in tantissime famiglie si potevano contare vittime e in cui ciascuno poteva raccontare qualche episodio di violenza che aveva turbato in modo profondo la propria esistenza, si basava su principi, valori, obiettivi e visioni della società che poi si sarebbero formalizzate, ad opera dell’Assemblea Costituente eletta nella stessa occasione, nell’articolato della Costituzione e quindi nella forma e nelle funzioni da affidare alla neonata Repubblica e alle sue articolazioni centrali, territoriali e locali. D’altro canto, la stessa Carta costituzionale vedeva proprio nella scelta repubblicana la sua concretizzazione nella vita quotidiana dei cittadini italiani nonché nelle istituzioni che li avrebbero rappresentati e dalle quali, nelle forme opportune, sarebbero stati serviti. Il Consiglio regionale è una di queste Istituzioni, in esso trovano rappresentanza le diverse anime territoriali, le differenti visioni politiche e programmatiche, le espressioni dei vari strati della società, dei generi, delle culture e delle religioni. Il tutto in un afflato armonico e coerente con quella “res pubblica”, con quella “cosa di tutti”, di cui tutti e ciascuno abbiamo il diritto e il dovere di occuparci. Un concetto tanto affascinante quanto entusiasmante, capace di motivare ogni cittadino a svolgere il proprio compito nella società, nelle istituzioni e nella vita quotidiana, servendo la “res pubblica” con il proprio impegno nella famiglia, con il proprio lavoro, con il proprio accrescimento culturale. Tutti impegni da mettere al servizio degli altri in una società moderna ed evoluta che incarni i valori costituzionali di libertà, rispetto degli altri, pluralismo e volontà di portare pace e concordia tra e con gli altri popoli. Di questo, e di tanto altro, abbiamo parlato proprio ieri con gli alunni dell’Istituto Leopoldo Montini di Campobasso in visita al Consiglio regionale nell’ambito del progetto “Attiviamoci in Consiglio”. Un confronto interessante sulla Costituzione all’indomani della Festa della Repubblica nel quale i ragazzi ci hanno presentato dei lavori su vari articoli della Carta. Articoli sui quali ci siamo trovati a confrontarci e a constatare con grande piacere come alcuni principi fondanti della nostra Repubblica appartengono in pieno alle giovani generazioni, che non solo li conoscono, ma li condividono e si prefiggono di promuoverli nel loro percorso di vita personale e pubblico di cittadini o forse di eletti. Allora oggi, che è la festa degli italiani e dei molisani che credono nella “res pubblica” quale strumento di crescita civile e quale alternativa reale e positiva a visioni oscurantiste, totalitariste e prevaricatrici della libertà individuale e dei popoli, rinvigoriamo l’orgoglio di essere tutti e ciascuno parte di quel grande, variegato ma bellissimo mosaico che è la Repubblica italiana, consapevoli di avere il compito di svolgere il ruolo positivo che la storia ha affidato a questa Istituzione in Europa e del mondo libero. Viva la Repubblica. Viva i suoi valori repubblicani e viva italiani chiamati a viverli e a promuoverli”.
Il presidente della Provincia di Campobasso, Roberti: “Ripartire da un clima di fiducia”.
“Celebriamo la Festa della Repubblica di giovedì 2 giugno 2022 in un periodo in cui non possiamo non pensare alla crisi socio-economica che riguarda tutti i Paesi. Il mondo esce dalla pandemia che, oltre alle perdite umane registrate, ha acuito le differenze economiche all’interno delle varie popolazioni. E tutte le Nazioni, da oltre tre mesi, guardano con preoccupazione alla guerra in Ucraina, per la quale, se da un lato, regna la paura di una pericolosa estensione del conflitto; dall’altro, costringerà l’Unione Europea e i Governi ad assumere importanti decisioni, al fine di far fronte alle conseguenze economiche mondiali derivanti dalla guerra. In un quadro geopolitico ed economico tutto in divenire, la Festa della Repubblica Italiana assume un valore ancor più grande di quello che già di per sé riveste. Come non ripensare alla lungimiranza dell’allora classe politica e dirigente che, uscita dal ventennio fascista e dalla Seconda Guerra Mondiale, favorirono le condizioni, affinché fossero i cittadini a scegliere la forma di Stato. Il 2 giugno 1946 i cittadini scelsero la Repubblica, il cui voto fu il risultato di un processo complesso, per il quale l’Italia non solo diventò una Repubblica, ma si posero le basi, sancite poi dalla Costituzione, dei principi della democraticità, della sovranità popolare, dell’uguaglianza, della libertà religiosa e del ripudio della guerra quale strumento di offesa. Tutti questi principi ebbero portarono con sé una coesione del territorio nazionale senza precedenti, basata sulla libertà, la pace e la democrazia. La Festa delle Repubblica, inoltre, ci ricorda anche come compito delle istituzioni, in un clima così difficile, sia quello di lavorare per infondere nei cittadini quel clima di fiducia nei confronti della classe politica e dirigenziale, che deve rappresentare le istanze della popolazione, guardando sempre all’interesse collettivo e mai del singolo. Ripartire da un clima di fiducia per cercare di regalare alle generazioni più giovani un clima di pace, così come quello che noi abbiamo ereditato dagli attori istituzionali del Secondo dopoguerra”.