Domenica 12 giugno anche tutti i molisani che abbiamo almeno 18 anni sono chiamati ad esprimersi su 5 quesiti referendari, promossi dai Radicali e dalla Lega. Urne aperte dalle 7 alle 23 di domenica, in 18 comuni della regione le votazioni coincideranno con quelle per l’elezione del sindaco e il rinnovo del consiglio comunale. Lo spoglio delle schede per il referendum avverrà domenica sera, a urne chiuse (per le Amministrative invece appuntamento al giorno successivo). Il 15 giugno, invece, quando l’esito sarà certo, il Senato esaminerà la riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario presentata dalla Guardasigilli Marta Cartabia. Il referendum abrogativo per essere valido richiede la partecipazione della metà dei votanti aventi diritto più uno. Un obiettivo non scontato, considerando che negli ultimi 25 anni (per gli abrogativi) è stato raggiunto solo una volta. Di seguito, nel dettaglio, i 5 quesiti. Il sì abroga la norma, il no mantiene lo status quo.
Quesito 1 – SCHEDA ROSSA – INCANDIDABILITA’
Consiste nell’abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi, quindi delle disposizioni introdotte nel 2012 con la legge Severino, che prevedono l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per chi è stato condannato in via definitiva per alcuni tipi di reato, dalla mafia al terrorismo a quelli contro la pubblica amministrazione. Con il sì invece si cancella l’automatismo: dovrà essere il giudice, di volta in volta, a decidere se, in caso di condanna, occorra infliggere anche la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici.
Quesito 2 – SCHEDA ARANCIONE – Custodia cautelare
Riguarda la limitazione delle misure cautelari, in particolare l’abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari ed esigenze cautelari, in un processo penale. La carcerazione preventiva, attualmente, può essere disposta nei casi in cui venga ravvisato un possibile rischio di inquinamento delle prove, il pericolo di fuga dell’indagato e il “concreto ed attuale pericolo” di reiterazione del reato, considerando che il carcere come misura cautelare è possibile per reati che prevedono la reclusione non inferiore a cinque anni. Il “Sì” intende abrogare, nella terza ipotesi, quella di reiterazione per alcuni reati che prevedono pene minori e per il reato di finanziamento illecito dei partiti.
Quesito 3 – SCHEDA GIALLA – Separazione carriere
Interviene sulla separazione delle funzioni dei magistrati. Il Sì prevede l’abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono a un magistrato di passare dalle funzioni di pubblico ministero a quelle di giudice, e viceversa. In questo modo il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera la funzione giudicante o requirente, per poi mantenere quel ruolo per tutta la carriera. Al momento sono possibili quattro passaggi di funzione nell’arco della carriera (la riforma della ministra Cartabia, all’esame del Parlamento, lo ridurrebbe a uno soltanto, entro 10 anni dalla prima assegnazione).
Quesito 4 – SCHEDA GRIGIO – Valutazione magistrati
Interviene sul sistema di valutazione dei magistrati, una prerogativa riservata al Csm, che decide anche sulla base di valutazioni espresse dai Consigli giudiziari a livello territoriale. Il quesito riguarda la «partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte».
Firme per il Csm
Quesito 5 – SCHEDA VERDE – Selezione magistrati candidati al Csm.
Interviene sul meccanismo di selezione dei magistrati candidati alle elezioni del Csm. Il quesito riguarda la «abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura». Propone di cancellare la norma che stabilisce che ogni candidatura per l’elezione dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura sia sostenuta da un minimo di 25 e un massimo di 50 presentatori.