Cala il sipario sul Cvtà Street Fest, l’eredità lasciata dall’arte fra resistenza e nuovi murales. Foto

Terminata la ‘quattro giorni’ a Civitacampomarano che dal 2016 chiama a raccolta migliaia di turisti da ogni angolo del Molise e da oltre regione. Il Cvtà Street Fest si conferma un appuntamento piacevole e di grande impatto, soprattutto per chi ama l’arte e i piccoli borghi, che ha saputo resistere alla pandemia e alle sue conseguenze. Un po’ come il “Molise che resiste”, una delle scritte simbolo dei muri di Civita che ha fatto il giro del web, nonostante il verbo “resiste” – sotto la negazione cancellata “non esiste” – sia ormai sbiadito, quasi a voler significare una messa in discussione di quella strenua resistenza che non solo le aree interne ma un’intera regione da anni stanno provando a portare avanti con umile e generosa convinzione.

Il Cvtà Street Fest e i suoi organizzatori hanno saputo affrontare anche i cambiamenti in atto. Come quelli legati al superbonus edilizio, che ha portato alcuni murales ad essere cancellati (si pensi alla bambina che si copre il volto con le mani, realizzata da Alice Pasquini, al posto della quale ora c’è un cantiere in corso). Tuttavia l’arte si rinnova proprio grazie alla voglia dei residenti e delle associazioni di riproporre ogni anno questo appuntamento, divenuto ormai internazionale. Così nuovi murales sorgono lungo le pareti delle case, mentre altri, spariti per necessità o a causa del tempo e delle intemperie, sono ricomparsi, come ad esempio la bambina che scrive su un libro la frase di Vincenzo Cuoco: “La libertà è un sentimento e non un’idea, si fa provare con i fatti non si dimostra con le parole”.

Quest’anno sono giunti in paese, lasciando il segno, gli artisti Cinta Vidal, Daku e Icy and Sot, Akut, Ememem e Keya Tama. Nel fine settimana diversi visitatori si sono riversati nel borgo di Civitacampomarano, ammirando l’arte di strada e intrattenendosi fra gli appuntamenti programmati nell’ambito del festival da Corso XIV Maggio e Largo Umberto fino alla piazza Municipio e al Castello Angioino. Una scommessa ancora una volta vinta, al di là dei numeri effettivi, che lascia in eredità ai residenti e ai futuri turisti un borgo tutto da esplorare, per tutto l’anno.


















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