Una giornata afosissima ha segnato, nel giorno del 26 giugno, una data importante per l’intera comunità della cittadina del basso Molise. Da tempo, ormai, era nell’aria. Riunioni, apparentamenti culturali, iniziative importanti e meritorie, unità di intenti, aggregazione, studio, elementi che tutti insieme hanno contribuito alla considerazione finale di dover tornare al confronto, alla condivisione di eventi, nella consapevolezza di dover essere pluralisti e non corrispondersi ad un solo pensiero. Si è partiti dalla “Costituzione Italiana”, dal pensiero degli eroi, dei suoi Padri, per arrivare al pensiero comune di una quarantina di amici condividenti cultura del territorio e storia: costituire un Circolo ANPI. Guglionesi rappresenta per il Molise intero una fucina di dialogo aperta ad un territorio e a persone senza pregiudizi, scevre da considerazioni strettamente legate all’appartenenza politica. Anche per questo, soprattutto per questo, si è partiti proprio dal paese della Basilica “Meraviglia Italiana” intitolata a San Nicola. La giornata è di quelle che detta regole ben precise. O montagna o mare. Ma la Villa di Guglionesi, dove si erge il monumento ai caduti che, nel fare bella vista di sé, protegge la vista sulla vallata verso il mare, è presa d’assalto da chi, in cerca di frescura, vuol godersi la serata e pensare di non essere un numero nell’elenco del registro dei residenti.
Arrivano così amici da ogni parte del Molise e più precisamente da Agnone, Termoli, Campobasso, San Martino in Pensilis, Palata, Montenero di Bisaccia, Petrella Tifernina, Matrice, Montagano, Isernia, Ururi, Petacciato. La voglia di tornare a parlare di aggregante politica sotto il segno di una idea mai partitica, conforme al confronto decisivo per la libertà di pensiero, per l’attuazione di una mai semplicistica analisi del decadimento di una nazione, di specie di una regione dall’analisi facile, dalle colpe altrui e mai le proprie, dalla fuga di migliaia di giovani in cerca di una condizione economica e sociale consona alla vita “moderna”, ha così riempito la sala della “Casa del Fanciullo” nell’intento di dar vita non ad un mero movimento pluralista che va a connettersi con la politica a seconda delle sfaccettature parentali di concetto, ma un circolo Anpi, per poter corrispondersi con la storia, analizzarla, condizionare l’assenza di momenti aggregativi e progettare momenti culturali. Una pluralità di pensiero al cospetto di una voglia di non perdersi in un tempo senza tempo, di non perdere più tempo di fronte al decadimento di concetti quali l’aggregazione, il confronto. Ci si chiederà sicuramente perché Anpi e non un circolo ricreativo quale possa essere l’Enal o le Acli. La risposta è presto data. La resistenza, l’attuale situazione che ci vede in guerra nonostante non ci siano soldati italiani a combattere, la via sempre più stretta che non riesce più a contenere il viaggio verso la consapevole azione di pace, la finta transizione ecologica mascherata da esigenze sempre più a favore di chi del paesaggio ne ruba la bellezza e ne uccide biodiversità e caratteriali morfologici, la necessità di divulgare pensieri quale quelli dei padri costituenti, di Levi, Jovine, Calamandrei, Matteotti e tanti altri, la semplice, e forse scontata, risposta. L’Anpi non è solo una casa comune fatta di partigiani ormai non più tra noi, tra l’altro, ma casa comune di chi, scevro da pensieri partitici e non pluralisti, associa la democrazia al confronto.
Nuovi partigiani per combattere il pensiero fascista che mina sempre più le attività democratiche poste da chi la pensa di destra e chi di sinistra nel solco della dritta via che è stata smarrita a causa di tendenze al colonialismo economico. Si guardi alla globalizzazione che ha generato la rincorsa al “titolo” e favorito le mire egocentriche di potenti di turno che, nel solco di pensieri colonialisti, decidono il destino del Mondo intero occultando le linee della comunicazione, della partecipazione alla vita politica dei Paesi, cancellando il libero pensiero. Retorica? Lo speriamo, lo speriamo ancora. Primo Levi scrisse “Se questo è un Uomo”. Jovine, mentore molisano, ci ricorda sempre le battaglie per il diritto alla “terra”. Matteotti ci riporta al sacrificio per la condizione di libertà dettata dalla economia liberale e mai affine alla lobby. Per questo la scelta di intitolare la sede del circolo a “Primo Levi” va nella direzione di un pluralismo libertario e non liberticida, scevro da retro pensieri e da condizionamenti verso l’una o l’altra parte della politica partitica. Primo Levi è la garanzia di ciò che si vuol disporre nel tempo. Con questo spirito, nasce la sede Anpi, che ha visto costituenti, tra i tanti, Anna Maria Becci, Anna Saracino, Giorgio Gagliardi, Nadia Primiani, Giuliana Ferrara, Maria Concetta Chimisso, Vittorino Facciolla, Patrizia Manzo, Caterina Cerroni, Maurizio Varriano, Lino Rufo, per citarne qualcuno. Eletto presidente Giorgio Gagliardi, vice presidenti Anna Maria Becci e Anna Saracino, tesoriere Antonella Tolomei, consiglieri Maria Concetta Chimisso, Francesca Primiano, Antonella Tolomei, Corrado del Torto, Maurizio Varriano, responsabile eventi Lino Rufo. La presenza all’istituzione del circolo del presidente onorario Anpi Nazionale, Michele Galante, ha favorito da subito un’azione programmatica al fine di condurre a termine il progetto del “Museo della Memoria” già progettato ed in piccolissima parte già posto in essere. Presene con un messaggio il referente regionale Loreto Tizzani. “Il fascismo non è di destra né di sinistra, è solo una follia nelle menti di chi della vita ne fa uso e consumo a seconda le proprie mire. L’uomo nasce libero e mai una gabbia potrà incatenare la sua libertà.”