La CGIL e la Funzione Pubblica del Molise denunciano, ancora una volta, il metodo adottato dal governatore e pluricommissario Donato Toma per la vicenda relativa alla stesura del Piano Operativo Sanitario regionale del quale, il sindacato, ha avuto notizia solo “grazie” al clamore suscitato da diversi soggetti sugli organi di stampa locale. “In questa sede ci preme ricordare che nel lontano mese di aprile, per l’esattezza il giorno 14 (giovedì Santo!), si è tenuto l’unico incontro su questo delicato argomento tra CGIL, altri sindacati confederali e di categoria e la struttura Commissariale presieduta e rappresentata dal governatore Donato Toma”, scrivono in una nota. “La CGIL aveva ribadito, in quello e in altri contesti, la necessità di potenziare le strutture sanitarie pubbliche in una regione nella quale le risorse del fondo sanitario regionale sono drenate verso la sanità privata con la conseguenza che le strutture pubbliche sono state fortemente depauperate con il rischio di non garantire ai cittadini molisani l’accesso non solo a servizi sanitari di qualità ma anche a quelli essenziali. Il sindacato aveva chiesto, inoltre, mediante una programmazione chiara e progressiva, un potenziamento della sanità territoriale, pilastro fondamentale per implementare un nuovo modello socio sanitario Regionale. Tra i temi affrontati ad aprile c’era anche quello della stabilizzazione del personale precario e la necessità di assumere personale dell’ASREM oggi fortemente carente e costretto a turni massacranti come più volte denunciato dalla CGIL che, su questo fronte, non esclude ulteriori azioni anche di carattere legale. Inoltre, per parte sindacale, avevamo chiesto chiarimenti sul ruolo che si intende dare all’Università del Molise che, proprio perché titolare di un Dipartimento medico, avrebbe potuto rappresentare un punto di riferimento costante non solo per il potenziamento dell’offerta sanitaria pubblica ma anche per la proposta formativa accademica rivolta alle nuove frontiere come, ad esempio, la telemedicina che potrebbe rappresentare un elemento adiuvante per l’intero sistema considerata anche la composizione orografica del nostro territorio. Il presidente commissario Toma, nell’incontro di sei mesi fa, si limitò a illustrare le linea guida per la stesura del Piano Sanitario Operativo fornendo rassicurazioni generiche in merito alle problematiche poste e prese impegno, su richiesta delle parti sindacali, di proseguire il confronto di merito fornendo, quando possibile, documenti scritti per consentire ai sindacati di interagire e per proporre una reale valutazione del programma operativo che disegnerà il futuro della sanità molisana e che traccerà il destino del diritto alla cura dei nostri cittadini. Nulla di tutto questo è stato fatto e oggi già ritroviamo un POS già bello e confezionato. Riservandoci un’attenta lettura di merito del documento sanitario regionale che però, da una prima impressione, sembra tracciare un futuro ancora più incerto per il paziente/nomade molisano, stigmatizziamo questo modo di operare che purtroppo è diventato ordinario nella nostra Regione. Una Regione che, ora più che mai, su diversi argomenti, avrebbe bisogno di condivisione anziché di fenomeni soli al comando o peggio ancora di desuete promesse pre-elettorali proposte dai candidati di turno nelle diverse tornate”.
Pos, le promesse disattese: dalla stabilizzazione dei precari al rapporto con l’università, la Cgil denuncia
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