I rintocchi della campana sembrano pronunciare il loro nome, ad uno ad uno, anche se il suono, così forte e straziante, appare all’udito sempre lo stesso per tutti. Il silenzio che accompagna la cadenzata melodia funebre nel cimitero di San Giuliano di Puglia lascia spazio ai ricordi, alle immagini, virtualì sì, ma ben fisse nella mente di tutti, nell’anima di coloro che erano presenti il 31 ottobre di vent’anni fa e nei giorni seguenti a scavare fra i resti della scuola Jovine, nel cuore di chi sotto le macerie perse un figlio, un fratello, una sorella. Una madre. Il giorno del ricordo rinnova il giorno in cui nulla sarebbe stato più come prima. Il giorno in cui 27 bambini e la loro maestra, Carmela Ciniglio, pagarono con la vita il fatale binomio tra legge della natura e imperizia umana.
Le immagini della scuola crollata hanno fatto il giro del mondo e ancora oggi sono il simbolo di ciò che la scuola non deve essere, un luogo dove i bambini sanno di entrare e non sanno se e come ne usciranno. Tante le parole che sono seguite a quel dramma. Fatti, ancora troppo pochi. Da vent’anni la sicurezza scolastica riempie l’agenda politica locale, ma quanta lentezza nel reperimento delle risorse e nel reale investimento, negli interventi, nel vedere una promessa realizzata. Gli Angeli di san Giuliano hanno ancora la stessa età di venti anni fa. È con quei volti e quei nomi celeti dai rintocchi delle campane che incarnano la disperata richiesta e pretesa di non privare in futuro altri genitori dei loro figli.
Lorenzo Cesa: “Dovere delle Istituzioni è garantire sicurezza e incentivare la cultura della prevenzione”.
“Sono passati 20 anni da quel terribile 31 ottobre 2002. Quante cose la vita ci ha riservato in questi lunghi anni, eppure la tragedia di San Giuliano pare si sia cristallizzata a quel giorno nefasto. Nella memoria di ognuno vive il ricordo di quelle lunghe ore alla ricerca disperata dei piccoli alunni, intrappolati in un destino crudele. Sono forgiate nell’anima e nella mente di chi sopravvive le voci, gli ultimi aneliti di vita, le urla di dolore, la polvere, le manine che non stringevano più. Restano impresse nella memoria le immagini strazianti dei Vigili del fuoco instancabili, dei cittadini che scavavano a mani nude per non perdere neppure un secondo prezioso. É un ricordo troppo doloroso quello dei racconti. É impossibile non rammentare con un grido innaturale quei teli bianchi, troppo piccoli per asciugare le lacrime di genitori disperati. É una ferita difficile da rimarginare. Nessuno ha la possibilità di restituire ai 27 angeli e alla maestra Carmela il soffio della vita. Possiamo, però, far sì che tragedie come questa di San Giuliano non accadano mai più. É di diversi giorni fa la notizia di un ennesima disgrazia sfiorata, in un ateneo. Pochi minuti e avremmo nuovamente pianto giovani vite. Non devono più accadere drammi come quello di San Giuliano di Puglia o quello dell’Aquila. É dovere delle Istituzioni garantire la sicurezza nei luoghi pubblici, nelle scuole, nelle università. Occorre incentivare la cultura della prevenzione, adottando misure serie e di concreta attuazione. Non servono slogan strappa applausi o frasi ad effetto sui social, utili solo a racimolare click, urge una politica più vicina alle esigenze dei cittadini. Il nostro impegno, il mio impegno è sempre proiettato verso il futuro, un futuro certo, migliore per tutti, che sappia coniugare il rispetto di leggi e la puntuale attuazione delle misure adottate per il bene delle comunità nelle quali viviamo”
Gravina: “Unità di intenti per ricostruire senza gli errori del passato”.
Alle celebrazioni tenutesi a San Giuliano di Puglia questa mattina per la “Giornata della Memoria dei Piccoli Angeli di San Giuliano di Puglia”, ha partecipato, rispondendo all’invito rivolto a tutte le istituzioni dal sindaco di San Giuliano di Puglia, Giuseppe Ferrante, anche il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina. “Sono trascorsi vent’anni esatti dal terremoto del 31 ottobre 2002 che distrusse la scuola di San Giuliano di Puglia aprendo una voragine di dolore per le famiglie dei 27 bambini e per quella della loro maestra che il trascorrere del tempo non potrà mai arrivare a colmare – ha detto Gravina. – Vent’anni che per San Giuliano di Puglia hanno significato un periodo lungo e non sempre semplice da dedicare alla ricostruzione della propria comunità sociale. La Giornata della Memoria dei Piccoli Angeli di San Giuliano di Puglia è anche un punto fisso per tutte le istituzioni locali e nazionali che sono chiamate a non dimenticare ciò che accadde e soprattutto perché accadde. Riconoscerci tutti insieme, qui a San Giuliano di Puglia come in tante altre parti della nostra regione e della nostra nazione, nel ricordo delle vittime di quel terremoto e nel dolore interminabile delle loro famiglie, rende concreto quel profondo senso del dovere collettivo che è indispensabile mostrare ed esercitare per affrontare tragedie umane e sociali di simile portata, dalle quali, solo attraverso una sincera unità d’intenti, si può ripartire agendo a favore di una profonda e necessaria opera di ricostruzione che eviti di ricalcare gli errori tragici del passato.”
Il presidente della Provincia di Campobasso, Roberti: “Pensiero alle famiglie segnate. Oggi sia sempre un giorno di riflessione”.
“C’è una storia prima del 31 ottobre 2002 e una storia dopo il 31 ottobre. Un prima e un dopo di una data tra le più tristi, se non la più triste, della storia del Molise e di San Giuliano di Puglia. Un boato, il crollo e il silenzio assordante.
In venti anni sono state tante, forse troppe, le parole spese per quella tragedia in cui persero la vita 27 piccoli alunni e una maestra della scuola di San Giuliano di Puglia.
Il pensiero va sempre alle famiglie e ai genitori, segnati da un dramma indelebile nella vita di tante persone: degli stessi bambini che riuscirono a salvarsi, delle loro famiglie, di coloro che prestarono i soccorsi.
Sono trascorsi venti anni, ma l’eco del dolore e della tristezza non si è mai spento e mai si spegnerà. Ogni anno, il 31 ottobre, è il momento della riflessione e della nostra vicinanza a tutti coloro che, da venti anni, soffrono nel silenzio delle proprie case per un dolore mai domo.
Il nostro pensiero e il nostro continuo incoraggiamento va a tutti quei ragazzi, oggi adulti, che hanno reagito con una forza d’animo, da cui prendere esempio, riuscendo a imporsi nel mondo della scuola, del lavoro, dello sport e della società con storie che ci insegnano tanto e da cui prendere anche esempio.
Quel 31 ottobre 2002 ha segnato un profondo spaccato. Una tragedia, che non sarebbe dovuta mai accadere, di colpo, accese i riflettori su un tema particolare: quello della sicurezza degli edifici scolastici.
Tanto è stato fatto e tanto si dovrà ancora fare per assicurare ai nostri figli quella tranquillità di poter trascorrere buona parte della propria giornata senza pericoli. Il compito delle istituzioni è quello di non abbassare la guardia, affinché gli istituti scolastici diventino una ‘bolla’, laddove gli studenti possano studiare, divertirsi, fare le loro prime esperienze senza alcun pericolo.
Patriciello: “Una delle pagine più tristi della nostra storia. Abbiamo il dovere di ricordare e investire”.
“Ci sono eventi, nella vita di una comunità, che restano scolpiti indelebili nel cuore e nella mente. C’è un prima e un dopo: un orologio storico che sta lì a ricordarci ciò che è accaduto. E quello che è successo a San Giuliano di Puglia il 31 ottobre del 2002 è un evento del genere. Una delle pagine più tristi della nostra storia: una tragedia enorme non solo per la cittadinanza locale ma per l’Italia intera.
Ricordo perfettamente il dolore e lo sconforto di quella giornata di venti anni fa. Il pavimento sotto i piedi che si muove, i lampadari che oscillano, le finestre che tremano. Un minuto di puro terrore seguito subito dopo da un silenzio che non potrò mai scordare. Quel giorno, a San Giuliano di Puglia, persero la vita 27 bambini, la loro maestra e altre due persone.
Oggi, a distanza di tanti anni, abbiamo non solo il dovere di ricordare, ma di lavorare ed investire in prevenzione e sicurezza perché simili tragedie non accadano mai più. Il ricordo di quei tragici momenti è una ferita ancora aperta nella memoria e nella coscienza di tutti noi.
La tragedia di San Giuliano di Puglia ci impone dunque non soltanto di ricordare quei tragici istanti ma anche e soprattutto di lavorare seriamente per garantire la massima sicurezza possibile per tutti gli edifici, pubblici e privati. Credo sia questo il modo migliore per ricordare il dramma di quei giorni in cui persero la vita trenta persone, tra cui 27 alunni e la loro maestra: un impegno civico e morale cui nessuno può sottrarsi e a cui è opportuno dedicare ogni sforzo istituzionale.”
Così Aldo Patriciello, parlamentare europeo e membro del Gruppo Ppe, in occasione della Giornata della memoria in ricordo delle vittime del sisma del 2002.