Si aggrava la posizione di Giovanni De Vivo, il 38enne campobassano accusato dell’omicidio di Cristian Micatrotta avvenuto la notte di Natale dell’anno scorso in via Vico, con una coltellata alla gola. Il pm Elisa Sabusco ha accolto la richiesta di parte civile di contestare la premeditazione a carico di De Vivo, per la quale il Codice Penale prevede l’ergastolo, formulandola a sua volta al gup. In sostanza, secondo tale ipotesi, l’ex dj avrebbe incontrato Cristian e due suoi amici già con l’intenzione di uccidere. Versione contestata dalla difesa. La nuova formulazione fa cadere di conseguenza la possibilità di rito abbreviato per l’imputato, che dovrà essere giudicato davanti alla Corte d’Assise. Quando partirà il processo, dovrà essere stabilito il 1 dicembre, in una nuova udienza nel Palazzo di Giustizia di Campobasso. Accolta invece la richiesta di abbreviato per uno degli amici di Cristian, che era stato indagato per rissa nell’ambito dello stesso episodio poi degenerato nel delitto.
Omicidio Micatrotta, “delitto premeditato”: De Vivo rischia l’ergastolo. Niente abbreviato, processo in Corte d’Assise
Accolto il rito alternarivo a carico di un amico della vittima, indagato per rissa
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