A 5 anni dalla scomparsa di Giorgio Palmieri, si è svolta questa sera, presso l’Aula Magna del Convitto Nazionale Mario Pagano di Campobasso, una manifestazione per ricordarne la vita e le opere, organizzata da un apposito comitato e patrocinata dal Comune di Campobasso, dal Comune di Riccia, dal Convitto Nazionale Mario Pagano e dall’associazione Tredici Archi. A portare le loro testimonianze e il loro ricordo professionale e umano riguardo alla figura di Giorgio Palmieri, hanno provveduto Giuseppe Biscardi, Norberto Lombardi, Vincenzo Lombardi, Sebastiano Martelli, Antonio Santoriello. Presenti per portare i saluti dell’intera Amministrazione comunale di Campobasso, anche il sindaco, Roberto Gravina, e il presidente del Consiglio Comunale, Antonio Guglielmi. “Il modo in cui Giorgio Palmieri ci lasciò 5 anni fa, nella sua drammaticità così come nello stupore che in quel momento avvolse i presenti, – ha ricordato il sindaco Gravina – racchiude anche una forte componente simbolica dalla quale facciamo tutti fatica a distaccarci, forse perché il garbo e la discrezione che Giorgio Palmieri ha sempre avuto in ogni occasione professionale e in ogni rapporto umano furono come travolti da un evento che sottolineò e legò la sua figura, in maniera indissolubile, alla storia della nostra città.
Il contributo di Giorgio Palmieri alla conoscenza storica della regione e dei suoi principali protagonisti – ha sottolineato Gravina – ha sempre avuto nel metodo scientifico, rigoroso e accurato, la sua connotazione più forte, il suo vero e proprio marchio di fabbrica. Le sue molteplici attività di studio così come le manifestazioni da lui promosse e organizzate, sono sempre state il frutto della consapevolezza di quanto la divulgazione di contenuti storici e sociali dovesse essere pensata innanzitutto come apertura verso la società civile. In questo, le risultanze dei suoi studi e le sue proposte hanno sempre mostrato una generosità intellettuale e culturale che lo ha aperto a collaborazioni alle quali non si è mai sottratto. L’eredità che Giorgio Palmieri lascia – ha aggiunto il sindaco di Campobasso – non è soltanto quella rappresentata dalle sue pubblicazioni, bensì la vera eredità, quella più significativa, è nella cultura del lavoro che egli ha così ben rappresentato, nell’appassionata lettura dell’impegno culturale e civile che ha posto come base per ogni suo contributo. I suoi familiari, i suoi amici di una vita, i suoi colleghi e chi ha avuto modo di conoscerlo e di entrare in relazione con lui, sanno quanto proprio l’impegno puro e senza condizionamenti di sorta, sia stato, per Giorgio Palmieri, la forma d’amore e attenzione più vera e radicata verso la sua e nostra terra.”