L’area interna del Fortore, che conta circa 15mila abitanti, da mesi è messa a dura prova per la carenza dei servizi sanitari. Dal servizio di emergenza del 118 alla medicina di urgenza della continuità assistenziale (guardie mediche) le difficoltà sono numerose. A fine novembre è arrivata la comunicazione degli operatori dell’emergenza territoriale del 118 che, a far data dal 14 dicembre 2022, non assicureranno più il servizio, in quanto le convenzioni non sono tecnicamente in linea con la tipologia dei contratti del settore. Lunedì 12 dicembre è previsto un incontro presso la Regione con i vertici Asrem. Uno stop che metterebbe in ginocchio tutto il Molise e soprattutto le comunità del Fortore che in alcune postazioni, da giugno, hanno assistito anche alla de-medicalizzazione del 118. A ciò si aggiunge la carenza di medici di continuità assistenziale che, in molti turni di dicembre, porta alla “chiusura” della sede di Campolieto, creando non pochi problemi ai comuni di Campolieto, Monacilioni, Pietracatella, Sant’Elia a Pianisi, Macchia Valfortore, i cui cittadini dovranno rivolgersi alla guardia medica di Toro. Per lo SNAMI “la grave carenza è destinata a peggiorare e situazioni simili potranno verificarsi in altre sedi e distretti. Il ricambio generazionale che coinvolge in questi anni la Medicina Generale, lo spostamento di diversi colleghi verso regioni che offrivano prospettive di lavoro immediate e più allettanti, hanno contribuito a delineare l’attuale situazione della Continuità Assistenziale”. In più, da oltre 4 anni, l’Asrem ancora non attiva misure già finanziate, legate alla SNAI 2014-2020, che prevedono per l’area del Fortore, come per le altre aree interne, figure come “l’infermiere di comunità” e la rete delle “farmacie rurali”, che sarebbero servite a migliorare l’offerta sanitaria. “Tutto questo non è più accettabile, c’è un limite a tutto – afferma il sindaco di Pietracatella Antonio Tomassone. – Sono anni che, al netto della pandemia, la situazione in Molise è allo stremo. Eppure tantissimi sono stati i segnali di allerta negli ultimi 4-5 anni, come quelli delle associazioni di volontariato del 118 o dei sindacati dei medici. Ora vanno trovate soluzioni rapide, concrete e definitive, al fine di assicurare i servizi minimi essenziali a tutti. Va tutelato con forza il diritto alla salute dei nostri cittadini. Come sindaci siamo pronti a scendere in piazza”.
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