Shoah, uno strappo disumano nella nostra storia, è il Giorno della Memoria. I messaggi del mondo politico

In occasione del Giorno della Memoria, data sancita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 1 novembre 2005 per ricordare le atrocità compiute nei campi di sterminio nazisti, soprattutto nei confronti di milioni di ebrei, durante la seconda guerra mondiale, amministratori e rappresentanti politici e istituzionali hanno voluto con un messaggio sottolineare il valore storico, umano, morale di una ricorrenza come questa. Il dramma dei lager è stato così riconosciuto a livello internazionale e vengono puntualmente coinvolte le scuole affinché la memoria sia tramandata alle future generazioni e non si dimentichi fino a che livello di follia può spingersi l’uomo.

Micone: “Coltivare il diritto alla vita e all’emancipazione nel giardino della memoria”.
In occasione del “Giorno della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, il Presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, ha dichiarato: “Qualche giorno fa Ferruccio de Bortoli, intervenendo nel dibattito sul Giorno della Memoria, ci ricordava dalle colonne del Corriere della Sera, che “la memoria è come un giardino. Va curata. Altrimenti si ricoprirà di erbacce”. E’ proprio questo quello che siamo chiamati a fare oggi: ricordare insieme come popolo, come società, come architettura istituzionale, culturale e sociale, quanto l’uomo, ottemperato dalla cultura dell’odio, può essere feroce nel perseguire, umiliare e annientare un proprio simile, per il sol fatto di essere nato. Un odio, un razzismo e una ossessiva persecuzione che la storia dell’uomo ha conosciuto tante volte nel susseguirsi delle varie epoche, ma che nell’Europa della fine anni trenta e inizio anni quaranta dello scorso secolo, divenne strutturazione legislativa, organizzazione industriale oltre che visione culturale e sociale di una civiltà nuova, che si voleva “depurata” da esseri cosiddetti “inferiori”. A questa categoria, gli “inferiori”, ovviamente, apparteneva certo tutto il popolo ebraico, ma anche zingari, omosessuali, portatori di handicap ecc. Nel dopoguerra le migliori risorse culturali di questo Paese, e in generale dell’umanità, si sono spese per far luce su quei fatti tragici di persecuzioni e annientamento sistematico di una razza od di singole componenti della società, e per creare, rispetto a quel tremendo veleno ideologico che li determinò, un antidoto di valori, di principi, di tolleranza e di reciprocità che consentisse all’umanità di fare i conti con i suoi mostri più occulti e guardare al futuro con la luce della libertà, dell’eguaglianza e della solidarietà. Purtuttavia, come dice de Bortoli, la battaglia non è vinta. Infatti, appena ci si distrae, nel susseguirsi degli anni vissuti da una società dell’informazione digitale e social sempre più frenetica, capace di bruciare ogni fatto con velocità e senza il dovuto discernimento, le “erbacce” del “giardino della memoria” crescono, germogliano e si diffondono danneggiandolo. Come società non possiamo permetterci di assistere all’imbrutimento di questo “giardino” che è uno dei luoghi più importanti del vivere civile, nel quale crescono le piante della motivazione e della forza, PER e CON le quali abbiamo la forza di combattere la desertificazione morale e valoriale dell’odio per l’altro, soprattutto se colpevole di essere diverso. E’ questo, dunque, il compito di tutti e di ciascuno: tagliare le erbacce, custodire, proteggere e promuovere il “giardino della memoria” che deve appartenere a ciascuno e a tutti, per ricordare i fiori recisi dalla violenza e dall’ossessione, e coltivarne altri che abbiano il colori del diritto alla vita, del diritto alla emancipazione da ogni forma di prevaricazione fisica e morale, del diritto a professare, pensare, dire in piena e assoluta libertà. Il Consiglio regionale, come le altre istituzioni, terrà in questo giorno le bandiere a mezz’asta per ricordare tutte le vittime dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, e per onorare tutti coloro i quali seppero, in un momento storico molto complesso, trovare nel proprio cuore e nel proprio tranquillo vivere quotidiano, il coraggio, a rischio della propria vita e di quella dei propri cari, di aiutare tanti perseguitati, di nasconderli, farli scappare dalle persecuzioni e restituire loro un futuro a cui avevano diritto”.

Il presidente della Regione, Toma: “Preservare la memoria affinché il tempo non offuschi il senso del ricordo”.
“Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Una data storica, considerata unanimemente come la fine dell’Olocausto, forse il più aberrante dei crimini commessi nella storia dell’umanità. Una data che è un invito a perenne memoria di quel dramma indicibile, inspiegabile, un buco nero nelle nostre coscienze di cittadini del mondo.
Il 27 gennaio evoca oggi la necessità di una riflessione ancora più profonda che in passato. Le testimonianze dirette sono ormai pochissime, limitate alla memoria dei bambini, oggi anziani, sfuggiti ai campi di concentramento o caduti da un camion mentre la mamma o il papà venivano trascinati via dai nazisti. Non possiamo neanche immaginare quale sofferenza possa avere attraversato la mente di queste donne e di questi uomini, anime lacerate, vittime di una perversa visione di un mondo fondato sulla discriminazione, sulla sopraffazione, sulla distinzione tra razze. Assurdo pensarlo, ma è andata così, finanche il nostro Molise fu territorio di campi di internamento.
Deportazione, prigionia, morte: gli echi di quello strazio ci arrivano oggi a intermittenza, sinistri, impietosi, ma sempre più lontani nel tempo.
Rimediare a quella barbarie è impossibile. Possiamo tuttavia circoscrivere quel virus, isolarlo, renderlo meno contagioso. Sappiamo bene che i germi dell’odio e del razzismo sono ancora diffusi nella nostra società. Dimenticare, oggi, vuol dire non riconoscere il passato con il rischio di equivocare il presente.
Viviamola nella condivisione questa Giornata. Viviamola con i nostri ragazzi, nelle scuole, a casa. Facciamo in modo che quella ferita a morte sia in parte curata dai nostri pensieri e che il tempo non offuschi il senso del ricordo.
Come molisano e come rappresentante delle istituzioni sono felice che il nostro territorio onorerà la ricorrenza con diverse iniziative di associazioni, amministrazioni, donne e uomini. E’ anche a loro che oggi va il mio pensiero, ai cittadini custodi della memoria, sentinelle di un orizzonte in cui la dignità umana non dovrà mai più essere dilaniata dal più disumano dei crimini”.

Il presidente della Provincia di Campobasso, Roberti: “Ricordare la Shoah non è mai abbastanza, ancora tante vittime di torture e vessazioni nel mondo”.
“Il Giorno della Memoria, per ricordare le vittime della Shoah, rappresenta una di quelle date che si celebra una volta all’anno, ma la cui riflessione deve contraddistinguere la nostra quotidianità.
L’orrore dei campi di concentramento di uno dei periodi storici più bui della storia dell’umanità, per la crudeltà, l’efferatezza, l’odio, deve indurci a pensare che mai più l’essere umano debba tornare a vivere simili momenti. Mai più si dovrebbe parlare di guerra.
Il conflitto in Ucraina dimostra come non occorre dare nulla per scontato e le politiche di pace e solidarietà, debbano essere perseguite tutti i giorni.
Le istituzioni e la scuola si rivolgono ai giovani, affinché la memoria possa guidar loro a sentimenti di pace e armonia nel corso della loro vita futura. Ma noi siamo chiamati anche a riflettere sul presente, che ci dimostra come la pace, spesso e volentieri, sia precaria.
Oggi ricordiamo le vittime della Shoah, una macchia indelebile della nostra storia, ma non possiamo dimenticare quanti ogni giorno sono vessati e perdono la vita nei tanti conflitti che si registrano nel mondo.
Una giornata per non dimenticare le persone vittime di torture e vessazioni, una giornata affinché nel mondo si pensi a ricostruire le politiche per la pace, la convivenza reciproca, la tolleranza, la libertà”.

La deputata Lancellotta: “Parlare costantemente ai giovani”.
“Il Giorno della Memoria, istituito dal Parlamento con legge n° 211 del 20 luglio 2000, rappresenta una di quelle giornate di riflessione, come ricorda la stessa norma istitutiva per “conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.
La memoria storica è un valore, poiché soltanto ricordando quanto avvenuto possiamo migliorare il presente e il futuro.
La Shoah resterà una indelebile triste pagina della storia dell’umanità, caratterizzata dal progetto di genocidio degli Ebrei in Europa. In quegli anni del Ventesimo Secolo, il nostro continente vide con i propri occhi l’Inferno che non risparmiò nessuno: uomini, donne, bambini, adolescenti, adulti e anziani.
Furono cancellati, d’un tratto, tutte le conquiste e i diritti che erano già stati conquistati e quelli che si stavano conquistando. Il mondo fu stravolto.
Col Giorno della Memoria ricordiamo le tante vittime della follia umana, proiettandoci anche al futuro per non ripetere gli stessi errori. Oggi, con cadenza quotidiana, dobbiamo parlare ai più giovani, ai nostri figli, affinché capiscano quanto accaduto, rigettando ogni forma contraria alla pace, alla convivenza, alla tolleranza. La scuola, in tal senso, ha un ruolo importante e di grande responsabilità.
Non bisogna mai abbassare la guardia. Lo stiamo vedendo nel cuore dell’Europa, dove da undici mesi muoiono uomini, donne, bambini, anziani. Non dobbiamo dare nulla per scontato e cercare di lavorare, giorno dopo giorno, affinché i termini guerra e distruzione, restino legati per sempre al passato”.

L’assessore regionale Calenda: “Vigilare sui valori e contrastare negazionismo”.
“27 Gennaio 2023: Giornata delle Memoria. Come ogni anno, dal 20 luglio 2000 (giorno della sua istituzione) quella di oggi diventa una ulteriore – ma non l’unica – occasione, per ricordare le vittime dell’Olocausto, commemorare e riflettere.
Mi preme, in circostanze come questa, esprimere riconoscenza, profonda e convinta, a quei reduci dei campi di sterminio che ancora, in diverse occasioni raccontano e consegnano alle generazioni moderne, la storia di quella che è stata una inenarrabile sofferenza.
Le loro parole, i loro occhi, i loro ricordi colpiscono e ci ammoniscono ad un impegno sempre maggiore. Ci chiamano a vigilare su una libertà di cui oggi godiamo, garantita da quel sacrificio fatto di morte e sofferenza.
Ma ricordare e onorare i tanti giusti e le molteplici azioni eroiche non cancella, le colpe di chi, anche in Italia, si fece complice dei carnefici per paura, codardia o interesse.
Per questa ragione la Memoria è un fondamento della Repubblica che si basa sui principi di uguaglianza, di libertà, di dignità umana, con il riconoscimento, pieno e inalienabile, dei diritti universali dell’uomo, di ciascuna persona. Contro la barbarie dell’arbitrio, della violenza, della sopraffazione.
La memoria è, quindi, non un semplice sguardo a quella fotografia dei tempi ‘andati’ ma è un sentimento civile, forte e vitale. Un sentimento che deve guidare oggi verso la pace, la fratellanza, l’amicizia tra i popoli, il diritto, il dialogo, l’eguaglianza, la libertà, la democrazia.
E allora il mio messaggio è quello di vigilare sui nostri valori e contrastare ogni forma di negazionismo. Di combattere antisemitismo e razzismo e costruire invece costruire una società basata sul reciproco rispetto e sul dialogo. Quindi che ci siano sempre più risorse che consentano soprattutto ai nostri ragazzi di affrontare nella loro crescita il viaggio della responsabilità demolendo la mentalità della sopraffazione.
La guerra in Ucraina alimenta paure ed angosce ma confido che proprio la storia che ricordiamo oggi, per quella costruzione di pace rappresentata dall’Unione Europea, che mette al centro la persona, l’amicizia tra i popoli del Continente e il loro futuro, per tutto questo presto si torni a dialogare e a costruire la pace di cui tutti, indistintamente, abbiamo bisogno.”

Michele Barile, assessore Termoli: “Il dibattito alimenti la verità”.
La Giornata della Memoria per non dimenticare, per sostenere ancora una volta il dibattito che deve rendere protagoniste le nuove generazioni.
La ricorrenza torna periodica ogni anno, tante le iniziative e molte le considerazioni. Il Comune di Termoli sostiene e patrocina tutti i progetti tesi al ricordo delle vittime della Shoah senza però cercare di cadere nella retorica e nelle ripetizioni.
“Il dibattito – ha detto l’assessore alla Cultura Michele Barile – deve alimentare la verità. Solo così si potrà realmente capire quel che accadde. L’assessorato alla Cultura del nostro Comune è sempre sensibile e sostiene tutte le iniziative che stimolano la riflessione. I campi di concentramento con lo sterminio degli ebrei sono capitoli di storia che tutti devono conoscere.
Purtroppo, non si può tornare indietro. Però è bene capire che l’idea di società che stiamo cercando di promuovere è diametralmente opposta a ciò che si ricorda con la Shoah.
Come Comune di Termoli rilanciamo le tematiche della Giornata della Memoria proprio per ribadire ancora una volta l’inviolabilità dei diritti umani e della persona. Fondamenti su cui far leva per alimentare il dibattito tra i più giovani nella speranza che crescano con saldi principi e nel rispetto reciproco”.

L’eurodeputato Patriciello: “Dovere ricordare e raddoppiare gli sforzi”. Amministratori e imprenditori molisani alla cerimonia presso il Parlamento Europeo.
“Saper riconoscere gli orrori della storia è il primo passo per evitare che accadano di nuovo. Dobbiamo saper mantenere vivo il ricordo di un orrore che ha rappresentato la pagina più buia della storia d’Europa del Novecento”. Così Aldo Patriciello, europarlamentare e membro del Gruppo PPE, al termine della cerimonia solenne con cui il Parlamento europeo ha ricordato l’Olocausto degli ebrei avvenuto durante la seconda guerra mondiale. Alla commemorazione, che ha visto la presenza anche del Presidente dello Stato d’Israele Isaac Herzog, ha assistito anche una delegazione di amministratori e imprenditori molisani presenti a Bruxelles per discutere sull’importanza della partecipazione degli enti locali e delle imprese alle dinamiche europee. “Sono sempre ben felice di poter ospitare qui in Parlamento le delegazioni di amministratori e imprenditori del nostro territorio – ha dichiarato Patriciello. Credo infatti che sia il miglior modo per avvicinare l’Europa ai cittadini e viceversa. Discutere con loro della nuova programmazione europea e delle tante opportunità di sviluppo messe a disposizione dall’Ue è di un’importanza fondamentale per le nostre Regioni e per il sud in generale”.
Poi un pensiero sul momento più importante della giornata, la cerimonia solenne di commemorazione per le vittime dell’Olocausto. “Tutto il processo di integrazione europea – ha spiegato l’eurodeputato azzurro – è nato da questa consapevolezza, cioè dalla promessa che mai più un simile orrore sarebbe accaduto sul continente.
Ecco perché è nostro dovere ricordare. E noi non smetteremo mai di ricordare gli uomini innocenti, le donne, i bambini uccisi nell’Olocausto. Allo stesso tempo – ha concluso Patriciello – dobbiamo ogni giorno raddoppiare gli sforzi per educare e combattere l’antisemitismo, per respingere l’odio e la discriminazione. In ogni sua forma, sempre”.

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