“Cristian era una brava persona. Non era un tipo irascibile, anzi l’opposto. Era buono, calmo, sempre sorridente e scherzoso. Ed era un professionista con 20 anni di esperienza alle spalle“. La compagna del geometra 38enne, ucciso da una coltellata che lo ha raggiunto alla gola, in via Vico, la vigilia di Natale del 2021, nell’ambito di un diverbio-colluttazione in cui era presente anche il fratello di lei, ha ricordato con amore e dolore, davanti alla Corte d’Assise di Campobasso, la figura del giovane uomo con cui conviveva prima della tragedia. Quando stamattina in aula, chiamata a testimoniare, le viene chiesto come e quando venne a sapere dell’aggressione subita da Cristian Micatrotta e del drammatico epilogo di quell’episodio, il pianto le impedisce per alcuni secondi di rispondere. L’angoscia è ancora tremenda, il presente a tratti surreale. L’ultima volta in cui era stata con Cristian era a cena, a casa della madre di lei. Una cena sobria, peraltro già segnata da un lutto, durante la quale sia il compagno che il fratello avevano tranquillamente interagito con gli altri, senza che apparissero agitati. Alle 22.30 Cristian e il “cognato” escono “per bere un drink e fare una partita a carte con gli amici, dicono“, afferma la ragazza. Entro mezzanotte sarebbero dovuti tornare, ma Cristian, secondo il racconto in aula, non diede più sue notizie. Inutili le telefonate da parte di lei che avrebbe poi fatto rientro a casa e si sarebbe addormentata mentre aspettava invano il compagno. La mattina presto, svegliatasi all’improvviso, si sarebbe resa conto che lui non c’era e sarebbe cominciato il tamtam di messaggi e telefonate prima della terribile scoperta. Sulla vicenda degli stupefacenti, la ragazza è categorica: “Non ho mai visto né saputo che Cristian o mio fratello ne facessero uso“. L’inchiesta per omicidio premeditato che vede imputato Giovanni De Vivo, anche oggi in aula, metterebbe in luce tuttavia che sarebbe proprio una cessione di droga al centro del “diverbio” che ha preceduto e poi portato all’incontro-scontro di via Vico. Anche le testimonianze dei Carabinieri del Ris avrebbero confermato il riscontro di residui di sostanza stupefacente sul materiale sequestrato quella sera. Ricostruiti inoltre, come già fatto in altre udienze, i passaggi precedenti all’omicidio tramite i contatti – tentati ed effettivi – e i messaggi scambiati via telefono, avvenuti principalmente tra De Vivo e il “cognato” di Micatrotta. Ascoltati inoltre il medico legale che effettuò l’autopsia sul corpo della vittima – che avrebbe sostenuto come non sarebbe possibile stabilire la posizione da cui fu sferrata la coltellata – e il gestore di un bar di via Vico dove il pomeriggio della vigilia di Natale pare si fossero recati tre dei protagonisti della vicenda oggetto dell’inchiesta. La prossima udienza è fissata al 12 maggio, quando saranno ascoltati altri inquirenti, oltre che alcuni familiari dei giovani coinvolti.
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