Resta alta la tensione nelle carceri del Molise, nella casa di reclusione e circondariale di Larino in particolare, e, ancora una volta, agenti di Polizia Penitenziaria restano contusi. “E’ uno stillicidio continuo il ripetersi di eventi critici contro il personale di Polizia Penitenziaria in servizio”, denuncia Matteo Del Re, segretario regionale per il Molise del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Il sindacalista spiega che “domenica notte, mentre in istituto non c’è presidio medico né infermieristico, alcuni detenuti hanno chiesto di aprire una cella perché un altro ristretto asseriva di stare male. L’assistente di Polizia in servizio non poteva però aprirla senza altro personale di supporto, per cui è stato insultato e minacciato dai detenuto, fino all’arrivo della guardia medica, prontamente chiamata. Una volta aperta la cella per consentire le cure al ristretto, il poliziotto è stato colpito dall’altro detenuto con un pugno, è caduto a terra ed è stato costretto il suo invio in ospedale. Il Sappe augura una pronta guarigione al poliziotto ferito e auspica in un celere intervento di questo Governo sulle continue aggressioni al personale oramai all’ordine del giorno. Io credo che la Polizia Penitenziaria di Larino e del Molise tutto, che ha pure dimostrato grande professionalità e senso del dovere, non debba essere messa nelle condizioni di vivere situazioni di alta tensione sotto il profilo della sicurezza e dell’ordine per i ricatti di alcuni ristretti violenti che evidentemente pensano di stare in un albergo e non in un carcere”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime vicinanza e solidarietà al poliziotto rimasto contuso a Larino e torna a denunciare la realtà delle carceri molisane (oggi affollare da più di 320 detenuti) e italiane (57.230 i presenti al 31 maggio scorso): “La situazione è sempre più critica a causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto. Chiediamo l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”.