Si è svolta nel pomeriggio di ieri, nel giardino del Blow Up Cafè a Campobasso, la presentazione del libro “Mixed by Erry”, alla presenza dell’autrice Simona Frasca, docente universitaria di etnomusicologia presso l’Università di Napoli, accompagnata dal marito, nonché editore del libro, Carlo Zivello.
L’evento è stato il fiore all’occhiello della ottava edizione del Blow Art Festival, che quest’anno ha avuto come tema centrale il mashup.
Nel dialogare con i moderatori Bibiana Chierchia e Francesco de Lisio, l’autrice ha ripercorso le tappe di questa vicenda, da cui tra l’altro è stato tratto un film, nei cinema da marzo e disponibile su Netflix a partire dal prossimo giovedì 22 giugno. E’ la storia dei fratelli Frattasio (Erry sta per Enrico, il fratello che sognava di fare il dj e che diede il via all’impresa registrando cassette per amici e conoscenti nel retrobottega di un negozio di Napoli), che da Forcella hanno piano piano conquistato il mercato della pirateria musicale negli anni ’80, a suon di audiocassette duplicate, diventando in breve tempo un marchio di qualità, nonostante la loro produzione fosse del tutto illegale ed oggetto, di tanto in tanto, di sequestri e retate da parte della Guardia di Finanza.
Eppure, disponendo di laboratori disseminati in varie zone di Napoli e dando lavoro a circa 120 persone, il marchio “Mixed by Erry” divenne famoso in Italia ed anche all’estero, tanto da meritarsi a sua volta il plagio da parte di chi non poteva sconfiggerli; la certificazione del loro autentico successo, come raccontato dalla stessa autrice, derivò anche dal fatto che sulle bancarelle degli ambulanti si trovavano cassette “Mixed by Erry” che erano letteralmente il falso .. del duplicato.
Altra interessante annotazione emersa dal dialogo tra l’autrice ed i presenti, è stata l’abitudine di Enrico Frattasio di riempire lo spazio mancante, in termini di minutaggio su entrambi i lati delle audiocassette, con canzoni che in qualche modo erano considerate “affini” ai gusti musicali di chi le richiedeva. All’ascoltatore che chiedeva il duplicato di un album, ad esempio dei Duran Duran, registrando nello spazio che rimaneva al termine del lato A e del lato B, di sua spontanea volontà, canzoni anche di Spandau Ballet, Visage e Culture Club, “Erry” allargava così gli orizzonti musicali del cliente, che a sua volta veniva invogliato a richiedere altri duplicati di altri dischi; una specie di premonizione di quanto avviene oggi, con gli algoritmi di piattaforme come Spotify e YouTube, che suggeriscono i brani in base agli ascolti tracciati dai vari profili utenti.