Amici Alberi, conoscere le piante raccontando una storia: grande partecipazione al primo tour nel parco comunale di Termoli

Appuntamento alla grande quercia all’ingresso del parco, tutti puntuali per ascoltare il racconto del primo albero, il più anziano del parco, una rovere di ben 123 anni. È Valeria Fanelli, presidente di Più Alberi, ad introdurre il tour che ha toccato una decina di tappe del parco, ognuna dedicata ad una pianta in particolare.
Il secondo albero, una meravigliosa catalpa, viene raccontata da Frida Cannarsa, una studentessa di 17 anni. Nel mentre tutti i presenti, circa 70 persone tra grandi e piccoli, partecipano con interesse alla “caccia ai tesori del parco”. Chi raccoglie foglie, chi ghiande, chi pezzi di corteccia, chi piume di uccelli.
La carovana si sposta verso un bagolaro che si trova sul sentiero che costeggia il vecchio vivaio dei giardinieri del parco. A narrarlo è Simone Cretella, appassionato di alberi e assessore all’ambiente di Campobasso.
Il quarto albero è un magnifico ulivo dal tronco nodoso e scultoreo, di circa 90 anni, l’unico del parco ad aver queste caratteristiche così particolari. A raccontarlo è Francesco Di Lucia, agronomo e insegnante.
Per raggiungere la prossima tappa, è richiesta una passeggiata un po’ più lunga: bisogna superare il ponticello che attraversa il torrente Rio Vivo, dopo la pista di pattinaggio. Ad aspettarci uno degli alberi più eleganti del parco: un magnifico liquidambar tutto verde. A narrarci le sue caratteristiche e qualche curiosità è Guido Cannarsa, socio di Più alberi ed esperto di coltivazione. Dopo il liquidambar, è la volta dell’ibiscus e la parola passa alla piccola Gaia di soli 11 anni che decide di raccontare una leggenda sull’albero fiorito, seduta tra i suoi rami.

La passeggiata prosegue serenamente e tutti sembrano interessati e intenti a continuare la caccia al tesoro, c’è chi non trova le ghiande… sarà perché forse più di qualche animale ne va ghiotto?
Arrivati al grande cipresso vicino alle altalene, Antonella Angrisani, socia di Più Alberi e mamma della piccola Gaia, svela che l’altissimo albero di 22 metri ha circa 73 anni, presente nel parco ancora prima che venisse istituito (1963).
È il momento di scoprire il gelso pendulo, un piccolo albero molto grazioso che produce delle more gustosissime. A narrare le sue caratteristiche e condividere qualche osservazione scientifica è l’agronomo Paolo Di Luzio.
Mancano all’appello gli ultimi tre alberi.
Il primo dei tre è il corbezzolo che si trova tra il ponticello con l’oblò e la fontanella del parco. A descrivere l’albero dalle bacche saporite e colorate di giallo e rosso intenso, è Antonietta Giorgia Gallucci, vice presidente di Più Alberi.
Il cammino prosegue verso il pino d’Aleppo, altissimo esemplare del parco, forse la pianta più alta in assoluto. Tutti i presenti guardano all’insù ascoltando Ernesto Costanza che per l’occasione ha scritto in versi il suo racconto poetico sul pino. Non vola una mosca… tutti sono in ascolto.

Il tour si conclude a due passi dal pino: tocca alla maestosa roverella e a raccontarla in modo del tutto alternativo è Ruggero Ruggiero, guida ambientale escursionistica olistica che invita tutti a trovare una connessione con l’albero attraverso un momento contemplativo.
Tra gli applausi di tutti i presenti il tour si conclude ma… il gioco continua! Dove troveranno posto le foglie, le ghiande, i rametti e le piume raccolte? Sul prato un telo giallo con disegnata una sagoma di albero attende tutti i partecipanti: è il momento di riempirla con quanto raccolto e concludere così la bellissima esperienza.
L’iniziativa nata con l’intento di divulgare la cultura dell’albero è pienamente riuscita superando di molto le aspettative degli organizzatori che ringraziano tutti per la partecipazione e invitano a fare tesoro dell’evento e a seguire le prossime attività attraverso i social.

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