Il Molise festeggia un ambizioso traguardo: la nascita del suo primo vino subacqueo. Sono migliaia e di diverse tipologie, infatti, le bottiglie immerse da LeProfondità, la prima cantina subacquea della regione che si trova nel mare Adriatico, a 4 miglia e mezzo dalla costa molisana.
Dietro al progetto di cantinamento subacqueo la start-up Cobalto, un’impresa molisana tutta al femminile che si occupa di ricerca e innovazione per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari con tecniche sperimentali. Un’iniziativa che investe e promuove la produzione vitivinicola del Molise e con essa il proprio incontaminato territorio, dato che tutti i vini della regione da oggi potranno essere affinati nel mare che bagna la costa molisana.
Una filiera interamente made in Molise per la prima cantina sommersa della regione e tra le poche a livello mondiale, il cui primo assaggio è avvenuto solo qualche giorno fa a bordo del Miralta, uno yacht di 24 metri ormeggiato nel porto di Termoli.
A essere immersi nelle acque dell’Adriatico, grazie alla professionalità di un’importante azienda termolese specializzata in lavori marittimi e subacquei, sono in particolare i vitigni autoctoni del territorio. Tintilia e Falanghina molisana sono state, infatti, le prime bottiglie ad oggi riemerse dal fondale e al centro dell’assaggio alla cieca che ha visto protagonisti il noto enologo Goffredo Agostini del Gruppo Matura e gli esperti della Fondazione Italiana Sommelier, Dora Formato e Gabriele Di Blasio, tutti consulenti del progetto. A questi ultimi l’arduo compito di descrivere nei minimi dettagli le caratteristiche organolettiche, di gusto e olfattive dei vini affinati nella cantina sotto al mare che esalta ulteriormente le peculiarità dei vitigni selezionati. Difatti, tale processo innovativo, che richiede competenze enologiche di alto livello, conferisce ai vini del Molise una caratteristica distintiva che li rende unici nel loro genere.
Dopo diversi mesi di affinamento subacqueo, a 38 metri di profondità, il vino prescelto, le cui bottiglie sono accuratamente sigillate con tappi sviluppati in collaborazione con i laboratori di ricerca di un’azienda leader mondiale in tale settore e rivestiti da una speciale miscela di ceralacca, è in grado di sviluppare una complessità di aromi e sapori generati da fattori difficilmente riproducibili sulla terraferma. La profondità di immersione, l’azione delle onde, una temperatura costante con pochissime variazioni stagionali, così come la scarsissima penetrazione dei raggi solari, fanno in modo che i vini affinati con tale metodo si caratterizzino positivamente e, quindi, si differenzino a livello olfattivo e gustativo da quelli tradizionali. Con pratiche responsabili, come quelle messe in atto dalla Cobalto, l’invecchiamento in mare è, inoltre, in grado di unire la tradizione vitivinicola con la sostenibilità ambientale. Questa tecnica, infatti, oltre a ridurre la necessità di energia e risorse utilizzate nei tradizionali metodi di affinamento del vino, contribuisce alla salvaguardia delle risorse marine, in quanto consente alle stesse bottiglie immerse negli abissi di divenire vere e proprie oasi per la vita marina, fornendo habitat per alghe, molluschi e altri organismi. Un processo innovativo in totale sintonia con l’ambiente e con il nostro prezioso oro blu.
Tutta la produzione di LeProfondità verrà presentata al pubblico in autunno quando sarà possibile degustare e acquistare le bottiglie attualmente immerse che comprendono diversi vini molisani, sia fermi che spumanti. Tuttavia, il risultato raggiunto a seguito del primo assaggio avvenuto in Molise e i cui esiti sono stati confermati anche da una seconda sessione degustativa degli esperti della Jamin – under water wines di Portofino, azienda leader nei servizi di affinamento subacqueo, segna un guinness mondiale di cui potersi dire certamente soddisfatti, così come racconta l’amministratrice della Cobalto e imprenditrice nel settore del luxury food, Sandra Palombo.
“Era il 2020 – racconta – ed eravamo in piena pandemia quando io e la mia amica, Lucia Criscolo, abbiamo iniziato a lavorare a questo innovativo progetto, tutto al femminile e soprattutto tutto molisano. L’idea che ci ha guidato in questa meravigliosa avventura, oggi divenuta realtà, è stata la voglia di poter realizzare qualcosa per valorizzare il nostro territorio, partendo dalle sue peculiarità. In Italia ci sono altre, seppur pochissime, aziende che hanno affrontato questa nuova sfida nel mondo del vino, ma le cantine subacquee esistenti, ad oggi soltanto quattro in produzione e con concessione marittima, si trovano in mari che non bagnano il Molise. E allora ci siamo dette: perché non pensare ad affinare il vino prodotto qui, nella nostra regione, anche nel nostro splendido mare? Una domanda da cui è nata l’idea per la realizzazione della quinta e più grande cantina subacquea italiana, a cui hanno fatto seguito studi durati tre anni tra cui quelli che ci hanno condotto a scoprire, con delle apposite ricerche sottomarine, come nei pressi del luogo in cui abbiamo poi scelto di istallare la nostra cantina, fosse custodito il relitto di una vecchia barca da pesca a vela, appartenente alla marineria termolese. Lo abbiamo preso come un segno del destino. Questa scoperta oltre a portarci fortuna, ci avrebbe anche consentito di raccontare come il mare sappia custodire tesori da scoprire per coloro che hanno il coraggio di immergersi nel loro splendore e chissà – conclude Sandra – che il vino non resti l’unico prodotto che possa ricavare tutta la preziosità che le nostre acque sono in grado di donare”.
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