La meteora che ha illuminato il cielo molisano la sera del 5 agosto, intorno alle 20.21, di cui abbiamo anche riportato un articolo, non ha lasciato solo una scia di pochi secondi dietro di sè. L’impatto con l’atmosfera terrestre ha bruciato il corpo proveniente dallo spazio ma un piccolo frammento è scampato all’esplosione, precipitando al suolo. Proprio in Molise, come successo due anni fa (all’epoca nel territorio di Macchia d’Isernia). A renderlo noto sono gli esperti di Prisma, la Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera. Il meteorite sarebbe caduto in un’area di Macchia Valfortore, come si legge anche sui sito ufficiale:
“Considerando il profilo della velocità e direzione dei venti per la zona della caduta, lo strewn field dove andare a cercare le meteoriti si colloca a Nord-Ovest dell’abitato di Macchia Valfortore, in Molise. Grazie all’elevata inclinazione della traiettoria del fireball la zona in cui cercare le meteoriti è abbastanza compatta, misura circa 2,5 x 0,7 km (1,7 kmq), quindi la probabilità di successo con una ricerca sistematica è elevata. Lo strewn field è quasi esattamente in direzione Nord-Sud, compreso fra la coppia di coordinate geografiche (41,59167° N, 14,90717° E) e (41,614012° N, 14,90778° E). Quest’area è attraversata dalle ultime curve della SP39 poco prima di arrivare a Macchia Valfortore, quindi è possibile che qualche piccola meteorite si trovi direttamente sulla strada”.
Cosa fare in caso di avvistamento? Continua Prisma:
“Se qualcuno, abitante in zona, si imbattesse in un piccolo sasso – o in una serie di piccoli sassi – ricoperto da una patina scura (crosta di fusione) e con gli angoli smussati allora si tratta di una sospetta meteorite e per un corretto recupero deve fare le seguenti operazioni:
1-Fotografare la sospetta meteorite al suolo senza toccare niente per documentare il ritrovamento, magari mettendo di fianco una moneta da 1-2 € per dare un’idea delle dimensioni reali.
2-Rilevare e segnare le coordinate Gps del punto di ritrovo.
3-Indossare guanti di cotone, raccogliere la meteorite con delicatezza in modo che non si stacchi la crosta di fusione e avvolgerla in uno o più pezzi di carta assorbente pulita.
4-Mettere la sospetta meteorite, avvolta nella carta assorbente, in un vasetto di vetro e chiudere il tappo. In questo modo la candidata meteorite è al sicuro, lontano da contaminazioni umane.
5- Segnalare a Prisma il ritrovamento, inviando una foto con la descrizione delle modalità di ritrovamento e le coordinate Gps all’indirizzo email prisma_po@inaf.it, oppure telefonare al coordinatore nazionale di Prisma, Daniele Gardiol dell’Inaf-Osservatorio Astrofisico di Torino (tel. 3491977591).
In questo modo Prisma potrà verificare se si tratta di una meteorite oppure di una pietra comune. Nel primo caso andranno fatte ulteriori analisi in laboratorio, assolutamente gratuite. Alla fine delle analisi al ritrovatore verrà restituito l’80% della meteorite, il resto andrà in un museo come campione rappresentativo della meteorite. In seguito alle analisi la meteorite riceverà il nome e la classificazione ed entrerà a far parte dell’elenco delle meteoriti ufficialmente riconosciute. Va detto che le meteoriti non classificate sono prive di valore commerciale, quindi affinché il ritrovamento abbia un qualche valore il frammento deve prima essere analizzato e classificato dai ricercatori: non tenete mai nel solito cassetto una sospetta meteorite”.
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