Torna nell’I.R.C.C.S. Neuromed l’attività del Centro di Medicina Necroscopica ‘G. Cantore’. Il calendario dei corsi, apprezzati ormai in Italia e all’estero, ha preso il via nel fine settimana appena trascorso con un appuntamento sulla Neuroanatomia. L’incontro è stato organizzato per neuroradiologi in virtù di quella esigenza di comunicazione e collaborazione che questa figura deve avere con il neurochirurgo. Una sinergia diventata ormai fondamentale in sala operatoria. Il corso ha visto la presenza di numerosi specialisti sia nella parte teorica che pratica. Nel laboratorio di Neuroanatomia le attività pratiche sono state organizzate e gestite dai neurochirurghi Neuromed, dottor Paolo di Russo e dottor Nicola Gorgoglione. Presente tra gli altri Marcello Longo, presidente della Società Italiana di Neuroradiologia (AINR).
“Un dialogo fondamentale sia nella pratica clinica, laddove è necessario avere un approccio chirurgico o endovascolare su una determinata patologia vascolare, ma anche nello studio dell’anatomia insieme ai neurochirurghi – spiega il dottor Marcello Bartolo, responsabile della Diagnostica per Immagini Neuromed. – I neurochirurghi hanno una visione diretta dell’anatomia rispetto ai noi radiologi perché la studiano sul tavolo operatorio. Noi, invece, studiamo le immagini che spesso non sono tridimensionali ma bidimensionali. Per questo motivo siamo spesso in sala operatoria e l’idea di organizzare corsi di neuroanatomia specifici nasce proprio da questa esigenza. Lo abbiamo fatto organizzando tre diversi corsi dedicati ai tre grandi tronchi della scatola cranica, tre aree del cervello che abbiamo voluto suddividere per approfondirne le caratteristiche. L’anatomia è la base della chirurgia – conclude Bartolo – perché permette di potersi districare nei percorsi sia diagnostici che terapeutici”.
“In questo corso abbiamo approfondito lo studio della fossa cranica media, quindi la parte basale e mediana del cranio, con tutte le strutture anatomiche connesse – ha poi detto il professor Salvatore Mangiafico, neuroradiologo interventista. – Questo per avere una conoscenza d’insieme del cervello.
La presenza del neuroradiologo è fondamentale per un discorso di conoscenza e di scambio di informazioni. Più il radiologo si avvicina alla chirurgia e più è utile al neurochirurgo. Stessa cosa dicasi per il neurochirurgo che può capire la mentalità neuroradiologica dal punto di vista interventistico e neurovascolare”.