Presieduto da Quintino Pallante, si è riunito nella mattinata in seduta straordinaria il Consiglio regionale in occasione della Giornata della Memoria.
La Giornata della Memoria è stata istituita con legge regionale del 12 novembre 2003, n. 29, per ricordare l’evento sismico che il 31 ottobre 2002 che causò il crollo della scuola “Jovine” di San Giuliano di Puglia, a seguito del quale persero la vita 27 alunni e la loro insegnante.
La stessa legge, infatti, prevede che il 31 ottobre di ogni anno il Consiglio regionale si riunisca in seduta straordinaria per fare memoria di quegli eventi e svolgere riflessioni e approfondimenti sui temi della protezione civile, della prevenzione, della sicurezza ed in generale del mondo dell’infanzia.
Ha introdotto i lavori il presidente Pallante che, dopo aver letto i nomi delle giovani vittime del crollo della Jovine e della loro maestra, ha chiesto all’Aula di osservare un minuto di silenzio in loro onore.
Sono seguiti gli interventi del consigliere Stefania Passarelli, per la maggioranza, e del consigliere Alessandra Salvatore, per la minoranza. Ha concluso i lavori il presidente della Giunta regionale, Francesco Roberti.
(La registrazione video e audio dell’intera seduta – con gli interventi di ciascun relatore – è disponibile sulla pagina YouTube del Consiglio regionale o cliccando sul link: https://www.youtube.com/watch?v=Lac_n-vcwkk).
Di seguito l’intervento del presidente del Consiglio regionale, Quintino Pallante, pronunciato nella seduta straordinaria dell’Assemblea per la Giornata della Memoria, istituita in ricordo delle vittime del crollo della scuola Jovine di San Giuliano di Puglia a seguito del sisma del 31 ottobre 2002:
“Colleghi,
come sapete la legge regionale numero 29 del 12 novembre 2003, prevede che il Consiglio regionale si riunisca in seduta straordinaria il 31 ottobre di ogni anno, in occasione dell’anniversario del terremoto che nella stessa data del 2002 colpi il Molise, facendo crollare la scuola Jovine di San Giuliano di Puglia e causando la morte di 27 alunni e della loro maestra.
Lo stesso intervento normativo istituisce anche il “Giorno della Memoria” per la commemorazione delle vittime del sisma, impegnando le scuole e gli enti locali ad attivare iniziative per ricordare quell’accadimento.
Con la legge 29, che a suo tempo ebbi l’onore di votare con convinzione, il Consiglio regionale dell’VIII Legislatura si pose l’obiettivo di tenere imperitura memoria di quell’evento che così tanto aveva sconvolto le coscienze di questa regione.
La memoria, infatti, come ci suggerisce lo scrittore e regista americano Paul Auster, è lo spazio in cui le cose accadono per la seconda volta.
In questo giorno, dunque, in questo luogo, colleghi, riviviamo nuovamente quei drammatici momenti, non solo per tenere vivo il ricordo delle vittime di quella tragedia, ma per ritrovare la forza e la determinazione, di porre in essere, con il senso del dovere morale e civile necessario, ogni sforzo affinché eventi del genere non abbiano più a ripetersi.
Come ogni molisano conservo certamente memoria di quel giorno, di dove mi trovavo e di cosa stessi facendo nel momento preciso in cui l’onda sismica colpiva il territorio regionale.
Ero qui, in una seduta di Commissione e, avuta notizia di ciò che era accaduto a San Giuliano di Puglia, subito mi recai sul luogo del crollo della scuola.
L’impatto fu violento sotto tutti gli aspetti, principalmente per quello emotivo.
Da genitore, infatti, non potevo non immedesimarmi nella disperazione di quei padri, di quelle madri, di quei nonni e di quei fratelli degli alunni rimasti sotto le macerie, nonché del marito e dei familiari della maestra che restò con la sua classe.
Regnava un silenzio surreale che investiva pariteticamente soccorritori, genitori, cittadini accorsi per vedere cosa era accaduto ai bambini del loro paese. Era il silenzio della disperazione.
Era anche il silenzio richiesto dai soccorritori per udire, mentre scavavano, il più flebile lamento o la più piccola richiesta di aiuto da chi era rimasto schiacciato dal tetto della scuola crollata.
Un’attesa senza tempo che in alcuni casi si tramutava in una gioia partecipata per l’estrazione di un bambino sopravvissuto, e in altri, TROPPI, in uno strazio senza fine di tutti i presenti per quei ragazzi e per l’insegnante che non ce l’avevano fatta.
A quelle immagini così angosciose, che fecero il giro dei network di tutto il mondo, si aggiunsero quelle del giorno dei funerali, delle bare bianche, delle lacrime di tutti: familiari, soccorritori, cittadini, autorità.
Rappresentò il dolore dell’Italia intera, ferita nel suo intimo, il Presidente della Repubblica Ciampi.
Come dimenticare, colleghi, l’amarezza delle sue parole che riconoscevano che, come sistema Paese, non eravamo stati capaci di proteggere i nostri figli.
Dunque, colleghi, facendo ora, insieme, memoria di quegli attimi, di quelle immagini e di quello strazio, ci rimmergiamo in uno degli eventi più drammatici della storia del Molise, per onorare quei bambini che l’emotività del momento fece definire “Angeli”, attraverso la formazione di un’unità di intenti per organizzare al meglio il nostro sistema scolastico e per rendere, in generale, sicuri quei luoghi di pubblica fruizione nei quali facciamo trascorre così tanto tempo ai nostri figli.
Sono di fatti persuaso, colleghi, che necessiti unità di intenti per investire risorse intellettuali, progettuali, finanziarie ed operative, nella sicurezza e nella prevenzione negli edifici che devono essere antisismici e antincendio, con un’areazione capace di poter gestire emergenze come quelle epidemiologiche generate da pandemia, vedi Covid. Edifici posizionati in modo adeguato o resi protetti da rischi idrogeologici o da ogni altro pericolo interno o esterno immaginabili e prevedibili dalla scienza e dal buonsenso.
Ma occorre pari unità di intenti nel garantire sicurezza nel proteggere la popolazione scolastica nel suo complesso dai diversi pericoli che le vengono dalla droga, dal ciberbullismo, da abusi e violenze a sfondo sessuale, dall’odio raziale, ideologico o di genere, così come da ogni altro tipo di minaccia rinveniente dai disagi che la società può suo malgrado riversare nel sistema educativo.
In altre parole, occorre garantire sicurezza per ciascun studente, di ogni età, dal momento che esce dalla propria abitazione per raggiungere il luogo di formazione prescelto, fino al suo ritorno a casa.
Dunque, colleghi: occorre creare ed assicurare le condizioni affinché sia sempre garantita la sicurezza nei servizi di trasporto, la sicurezza sulle strade, la sicurezza nelle mense scolastiche, la sicurezza da ogni evento che possa turbare il diritto di crescere e formarsi con serenità nella propria comunità comunale e regionale, con qualificati ed adeguati standard di protezione da ogni accadimento umanamente prevedibile.
Parimenti dobbiamo prevenire i pericoli e le insidie che possono giungere da eventi naturali o incidenti. Dobbiamo, inoltre, adoperarci anche per prevenire l’impatto delle tante problematiche sociali di questo turbolento inizio del terzo millennio, che, se non gestite in modo adeguato e con i tempi giusti, possono raggiungere e coinvolgere in svariati modi, primi tra tutti attraverso i social, i singoli ragazzi, quindi le loro famiglie e in generale le comunità locali e regionali in cui essi vivono.
Colleghi, il Giorno della Memoria, dunque, ci affida un impegno importante e difficile, che siamo chiamati ad onorare come Assemblea legislativa, come forze politiche rappresentanti il territorio regionale e come donne e uomini impegnati al servizio della comunità. Un impegno che, ovviamente, coinvolge parimenti tutte le altre istituzioni, il mondo economico, sociale e culturale, e in generale ogni cittadino del Molise.
L’impegno non può che essere quello ad operare, senza distinzioni e divisioni, pur nelle diversità di ciascuno, perché la sicurezza e la prevenzione, intese in tutta la loro complessità e ampiezza, nei luoghi pubblici, e principalmente nelle scuole, siano il punto di arrivo di ogni sforzo, di ogni testimonianza e di ogni programmazione e progettazione a breve, medio e lungo periodo“