Il broker molisano Gianluigi Torzi è stato condannato a 6 anni di reclusione per truffa aggravata ed estorsione per la vicenda della compravendita del Palazzo di Sloane Avenue, a Londra, con i fondi della Segreteria di Stato. Il cardinale Becciu è stato invece condannato a 5 anni e sei mesi sia per questa vicenda, sia per i soldi inviati alla diocesi di Ozieri come offerta per progetti caritativi e per la vicenda legata al tentativo di liberazione di una suora colombiana rapita in Mali e gestita attraverso la sedicente agente di intelligence Cecilia Marogna, a sua volta accusata di aver utilizzato i fondi messi a sua disposizione per spese personali, anziché per quello scopo. Condannata anche Marogna a 3 anni e 9 mesi. Per tutti i condannati (9 su 10, il solo don Mauro Carlino è stato completamente assolto) anche ingenti somme da risarcire alle parti civili (200 milioni di euro in solido). La sentenza è stata letta dal presidente del Tribunale, Giuseppe Pignatone, dopo una camera di consiglio di oltre quattro ore. Condannati anche il broker Raffaele Mincione (5 anni e mezzo), il presidente e il direttore dell’allora Aif (l’organismo antiriciclaggio della Santa Sede), René Brulhart e Tommaso Di Ruzza (entrambi condannati solo a una multa di 1.750 euro l’uno), il banchiere Enrico Crasso (7 anni e 10mila euro di multa), l’ex dipendente della Segreteria di Stato Fabrizio Tirabassi (7 anni e mezzo) e l’avvocato Nicola Squillace (un anno e 10 mesi, pena sospesa). Tutti i condannati sono stati interdetti perpetuamente dai pubblici uffici, tranne Marogna (interdizione temporanea per tutta la durata della pena), Brulhart e Di Ruzza, per i quali non c’è alcuna interdizione. Per quanto riguarda Torzi e il riacquisto da parte della Segreteria di Stato, nel 2018-2019, attraverso una complessa operazione finanziaria, delle società cui faceva capo la proprietà del palazzo sopra citato, il Tribunale ha ritenuto la colpevolezza di Torzi Gianluigi e Squillace Nicola per il reato di truffa aggravata e del Torzi anche per il reato di estorsione in concorso con Tirabassi. Il Torzi, il Tirabassi, il Crasso e il Mincione sono stati invece assolti perché il fatto non sussiste dal reato di peculato loro ascritto in relazione all’ipotizzata sopravvalutazione del prezzo di vendita
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