Un raggio di luce ha accompagnato Pasquale Marinelli nel togliere il mantello d’argilla alla campana del Giubileo 2025, fusa qualche giorno fa. Il 20 dicembre 2023 sarà un giorno da ricordare, sia per aver svelato la campana che accompagnerà le indulgenze, sia per aver dato inizio ad un cammino, quello della campana, che onorerà l’intera regione e non solo. “La campana in cammino”, progetto a più mani targato Museo della Campana Marinelli e Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo del Molise, ha svelato i suoi retroscena, i siti attraversati, il suo concetto, la sua narrazione storica, culturale, paesaggistica, ambientale. “Canterò il tuo nome come la valle canta l’eco delle campane; Ascolterò il linguaggio della tua anima come la spiaggia ascolta la storia delle onde”, mera dirompenza quella di Gibran, che non volendo ha assunto in questa frase la magia di un progetto avvolto da mistero, fascino, consapevole forza di espansione e vibrazione dettata da cuori mai solitari e sempre pronti a favorirne il ticchettio vicino, tanto vicino al Paradiso. La campana, segno distintivo di lungimiranza, costanza, laboriosità, ingegno, osserva e ascolta inerme, all’apparenza, lo sciorinare di lessici eruditi, passionali, coinvolgenti, popolani , quali quelli di Franco Valente, l’architetto eretico della grafologia molisana; di Lino Rufo cantautore, il cantautore dalle mille vite vissute e dalla musica che ottenebra la luce per fondere a lei parole che subito dopo ridonano splendore al cuore; di Gabriella Marinelli, gentile nell’esporre l’essenza del dono verso mondi spesso e volentieri nascosti da arbusti difficili da scalfire; di Nicola Prozzo, docente dal lessico morbido, sensazionale, passionale che della biodiversità ne racconta le ferite che riesce a ricucire di pura poesia.
Il tintinnio suffuso si ode ovunque. Le parole di Daniele Saia, nel condizionare al bello la platea degli attori del progetto – gli amministratori dei comuni capofila quali Bojano, Roccavivara, Agnone, Termoli e promotori di cammini quali Michele Minotti di Molise Explorer – si confondono al suono e rimarcano la voglia di esserci e convintamente da protagonisti. Armando Marinelli, racconta la sua storia e nel ripercorrere la vita della sua famiglia, guardando negli occhi il fratello Pasquale e la moglie Paola si commuove e muove le leve del fare per osare e andare lontano, dalla montagna sino al mare. “Una meraviglia che non muove pietre ma massi, costruisce ponti e certifica i successi di un mondo a me sconosciuto sino ad ora – le parole dell’ospite d’onore Simone Quilici, direttore del parco archeologico dell’Appia Antica che continua. – La mia amicizia con Maurizio Varriano, maturata sin dal tempo del progetto della via Francigena, mi ha fatto conoscere il Molise, quello più recondito e vero e, forse, l’Appia Antica, ascoltando i racconti dell’architetto Valente, inizia a delinearsi un po’ anche Molisana, chissà! Siamo gemellati con il Parco Letterario e del Paesaggio “F.Jovine” e non credo che tutto possa restare fermo a questo. Credo nelle reti e crearne altre non può che generare altro interesse e altra cultura”. Ogni cosa scorre veloce, sinergica, confacente all’incontro e, nel corrispondersi alla voglia di essere utile e mai banale, porta sul pulpito Remo Di Giandomenico che contrasta il tempo che passa e ci propina, benevolo, perle di saggezza portandoci fermi alla mente i rintocchi della Campana di Santa Caterina che osava rassicurare i termolesi o, per dar loro aiuto, rincorrere le notizie più brutte e attenzionare alla difesa.
“La campana è già il cammino e, è già in cammino!”, conclude Di Giandomenico nel rilanciare la necessità di essere connessi e connettibili. Le sorprese però non possono essere nascoste in cassetti chiusi a chiave o non condivise. Da li a poco la sorpresa, svelata seppur celata da argilla, riporta l’assemblea in fonderia. Torna alla mente quel viso caro di chi spera in un miracolo. Con esso Pasquale riflette le sue movenza aiutato da quel raggio di sole di cui si narrava in apertura del racconto, dolcemente ma con forza, a volte astuta, piccona l’involucro e magicamente offre al Mondo la visione della Campana del Giubileo 2025. Magia? Chiamiamola come meglio riesce ma l’apoteosi è la felicità che si manifesta tra gli applausi dei convenuti nel godere di una nuova creatura che da oggi partirà per un lungo viaggio, toccherà borghi, suonerà fiera la sua nota, arriverà a Termoli e da li aspetterà, godendo della sua bellezza, di essere trasferita a Roma dove Piazza San Pietro, nell’anno del Giubileo, vedrà essa essere donata al Santo Padre. Magia? Chiamiamola come meglio si crede ma, sicuramente non potrà essere proferita parola migliore. Quel raggio di sole però, sicuramente qualcuno lo ha acceso. Esso sarà la nostra via, esso sarà la lanterna del cammino della campana che non smetterà di camminare e di parlare al mondo con l’unica nota musicale possibile: la Pace.