In Molise torna ad aggravarsi l’emergenza sanitaria pediatrica. A denunciare la questione è la consigliera regionale del Pd, Micaela Fanelli, che annuncia una mozione a Palazzo D’Aimmo.
“Per tentare di dare una “scossa” all’inattività politica di Roberti e della sua Giunta sul tema, martedì prossimo presenterò una specifica mozione in Consiglio Regionale, per impegnare il Governatore ad adottare immediatamente gli atti e le misure necessarie per garantire a tutte le famiglie molisane di accedere al fondamentale servizio dell’assistenza pediatrica di base ed ospedaliera, senza pregiudizi di territori marginali con relative difficoltà di mobilità e collegamenti. Nonché al diritto di essere informati nel caso di cessazione del servizio del pediatra territoriale, con indicazione del da farsi. Abbiamo sollecitato anche ad attuare, nel più breve tempo possibile, il progetto della Guardia medica pediatrica negli ospedali di Termoli, Campobasso, Isernia e in quello di area disagiata di Agnone, per il quale esistono le risorse finanziarie appostate. E allertato sulle prospettive del primariato al Cardarelli che potrebbe presto restare vacante, dopo l’ottimo e lungo servizio reso dall’attuale titolare.
La carenza di questi specialisti, infatti, si è trasformata negli anni in un problema gravissimo, che investe l’intera regione e che non esclude nessun territorio.
Soprattutto nei piccoli centri interni, quelli più lontani dalle città e meno appetibili (le cosiddette aree disagiate), i pediatri di libera scelta sono sempre più rari e quelli rimasti sempre più oberati. I motivi sono tanti e incrociano anche il piano nazionale, l’insufficienza di medici tout court, la contrattazione, l’appetibilità territoriale, la scarsità dei numeri dei bambini e le regole che favoriscono i luoghi ad alta densità.
E così, dopo Montenero, decretata zona carente straordinaria per la Pediatria a seguito del pensionamento di uno dei due professionisti in servizio, anche per quella di Riccia si va enucleando lo stesso problema.
Uno dei due dottori, che per anni ha assicurato un eccellente assistenza a tutti i bambini del comprensorio sanitario, ha lasciato l’incarico e non è stato ancora individuato un nuovo sostituto o una soluzione equipollente, né tantomeno le famiglie sono state avvisate sulle alternative e sulle procedure da adottare per non interrompere la continuità assistenziale dei propri figli. Sollecitati anche dal Comune, gli uffici dell’Asrem stanno tentando di dare qualche risposta e per l’inizio della settimana prossima è programmata una riunione al fine di individuare una soluzione tampone.
Ma la situazione resta difficile e non fa altro che aumentare il grado di incertezza e disperazione delle persone e, in questo caso, di centinaia di genitori, che non sanno più a chi rivolgersi, se non ai Pronto Soccorso, quando i figli non stanno bene.
Purtroppo però, anche le voci che arrivano dal Reparto di Pediatria dell’Ospedale Cardarelli raccontano di una situazione al limite, con medici e operatori sanitari allo stremo e con una forte preoccupazione per l’arrivo del pensionamento del primario del reparto.
Tutto questo, come al solito, accade nel più totale silenzio del governo regionale, muto e immobile, distante e distratto dai problemi dei cittadini.
Non è possibile lasciare intere popolazioni senza pediatra di base, non è possibile assistere al continuo depotenziamento dei reparti pediatrici ospedalieri, non è corretto lasciare le persone abbandonate a sé stesse. Non è giusto, non è sicuro, non è eticamente accettabile.
Il Molise, proprio a causa dell’enorme debito sanitario generato da decenni di commissariamento governativo, paga le tasse più alte d’Italia, senza che sull’intera regione siano assicurati i servizi sanitari minimi previsti dalla Costituzione.
Servono soluzioni temporanee ora, una seria programmazione politica ed una nuova contrattazione che favorisca l’attrattività dei medici verso territori più svantaggiati. Normative e contratti esistenti da aggiornare e finanziarie. Sindacati da ascoltare. E pediatri in forza da ringraziare.
Ne discuteremo in Consiglio. Per ora, grazie a chi si impegna con dedizione e competenza. Grazie alle famiglie che si stanno mobilitando per i propri figli. Ne nascono sempre meno anche per l’assenza di questi servizi: “il cane che si morde la coda”. La politica nazionale e regionale assuma consapevolezza e si ribelli ‘all’isomorfismo normativo’. Anche e soprattutto da qui passa il nostro futuro.”