Salone del Convento di Ripalimosani gremito per dire NO alla soppressione e allo smembramento dell’Istituto comprensivo Dante Alighieri di Ripalimosani. Presenti molti sindaci e vice sindaci dei Comuni coinvolti: Matrice, Oratino, Montagano, Limosano, Petrella, Lucito.
A nome degli altri primi cittadini ha introdotto l’argomento Marco Giampaolo, sindaco di Ripalimosani, che ha spiegato come gli amministratori locali si sono mossi. “Il piano di dimensionamento ci obbligava a selezionare, secondo una serie di parametri oggettivi indicati anche da Roma, quali istituti eliminare. La Provincia di Isernia – ha spiegato Giampaolo – non ha indicato alcun istituto sostenendo di non volerne eliminare alcuno. Quella di Campobasso ha affrontato il problema con diverse riunioni indicando il Pilla di Campobasso e una scuola di Termoli. L’USR ha aggiunto a queste un istituto di Venafro e la Giunta regionale ha accolto il tutto indicando in sintesi i tre istituti. Con il decreto Mille proroghe è stata poi data la possibilità di eliminare solo due scuole anziché tre. E qui accade il fatto: il 4 gennaio il Consiglio regionale, ignorando tutte le indicazioni provenienti dal territorio e dalle altre istituzioni, ha quindi deciso di salvare Venafro e Termoli (difese dai consiglieri Patriciello e dallo stesso presidente Roberti) e di eliminare il Comprensivo di Ripalimosani che sino a quel momento non era mai stato neanche nominato e che non presenta in alcun modo i parametri oggettivi per la chiusura. Il periodo natalizio è stato infatti favorevole alla maggioranza; io sono stato informato della decisione solo la mattina del 4 gennaio con una telefonata informale: l’Alighieri di Ripa verrà soppresso! Con numeri superiori alla scuola di Venafro. Una scelta contro ogni logica di chiunque lavori per tutelare il territorio. Solo finalità elettorali: non c’è un solo criterio che possa vedere la nostra scuola interessata dal dimensionamento. E’ inaccettabile! Abbiamo già avviato il ricorso al TAR.”
“Hanno tolto i servizi a zone in via di spopolamento – hanno aggiunto il sindaco di Matrice Arcangelo Lariccia e la sindaca di Oratino Loredana Latessa a nome di tutti gli altri sindaci presenti. – Hanno fatto l’esatto opposto di quanto si deve fare. Sono state smembrate progettualità e sinergie nate tra i plessi con un lavoro certosino invece di salvaguardare i piccoli territori per favorire realtà molto più grandi con motivazioni esclusivamente elettorali. La scuola è il presidio per la salvaguardia dei territori nelle aree interne, non si può toccare così a cuor leggero. Demolire i servizi sui piccoli territori significa farli morire e non è questo il fine della buona amministrazione”.
Di una “giornata di ordinaria follia” ha parlato il consigliere regionale di opposizione Massimo Romano riferendosi alla mattinata consiliare di via IV Novembre. “Sospeso il Consiglio, tra le urla che si sentivano all’esterno, è stato scelto l’istituto di Ripalimosani come atto di vigliaccheria. Non abbiamo ricevuto motivazioni. Un atto contro il territorio: è stato penalizzato un presidio scolastico ubicato nelle aree interne contro la volontà delle comunità delle province e delle linee guida. È un modo indegno di prendere decisioni, una brutta pagina che potrebbe ripetersi. Se in questa regione deve valere la regola del più forte noi non ci stiamo!”.
“Nessun metodo oggettivo – ha aggiunto il consigliere regionale di opposizione Vittorino Facciolla, anch’egli presente all’assemblea pubblica. – E si ripeterà, non solo per le scuole. Non hanno tenuto conto di variabili oggettive ma hanno dato vita ad un conclave che alla fine ha scelto una vittima sacrificale: un territorio che non ha consiglieri regionali. Abbiamo chiesto se era normale che Venafro con diecimila abitanti conservasse 4 dirigenze e un gruppo di paesi con altrettanti abitanti non ne dovesse avere neanche mezza. Non abbiamo ottenuto risposte. Il ricorso è doveroso: non può esistere il libero arbitrio da parte di chi occupa un posto di rilievo rispetto agli altri”.
Dalla scuola è intervenuto il sindacalista Nicolino Fratangelo: “Abbiamo un precedente in cui il TAR ha annullato una delibera di smembramento (Giunta regionale Iorio vs Giunta provinciale D’Ascanio). Quello che sconvolge è la dichiarazione di un dirigente scolastico che afferma che nulla cambierà: la dirigenza è un collante fra Comuni, se va via il territorio perde la guida dei servizi”. Rivolgendosi quindi alla gente intervenuta ha aggiunto: “La scuola è un servizio che rende vivo un territorio, non si possono fare tagli da ragionieri. E questo è un primo passo: il prossimo sarà l’autonomia differenziata voluta da chi difende il Nord a scapito del Mezzogiorno: occhi aperti!”.
La parola è andata quindi all’avvocato Pino Ruta cui è stata affidato il ricorso. “Questo è l’esempio classico in cui la politica entra a gamba tesa tra contro i diritti dei cittadini – ha affermato. – Il Consiglio ha ribaltato l’esito di un lavoro di concertazione lungo e non semplice con una decisione priva di motivazione e lontana da ogni criterio oggettivo. Il comprensivo di Ripalimosani non era neanche stato preso in considerazione per parametri e opportunità. La politica non si fa sui servizi pubblici. La stessa delibera di giunta regionale era stata chiara, ma con un emendamento scritto a mano velocemente si è scelto invece di sopprimere l’Alighieri rinviando all’Ufficio Scolastico Regionale per il nuovo assetto. La competenza in materia tra l’altro non è della regione che deve intervenire solo in caso di interessi di confine: nelle questioni che toccano le province la Regione non ha potere decisionale. E invece ha deciso ugualmente ribaltando tutti i principi di legge. Il problema – ha concluso l’avvocato – ora sarà di tipo tecnico con un ricorso già predisposto”.
A coinvolgere più di tutti sono stati però gli interventi accorati e anche commossi delle insegnanti e del personale ATA, che hanno difeso con forza il difficile lavoro portato avanti dalla nascita dell’Istituto comprensivo. “Un lavoro fatto di mediazione, di confronto a volte anche duro – hanno detto insegnanti di ogni livello presenti in massa all’incontro. – Che però nel corso degli anni ha portato ad una collaborazione solida e ad un’identità conquistata. Non possiamo pensare a Ripa senza Lucito, Limosano o qualsiasi altro comune dell’Istituto comprensivo. Come si può smembrare da un giorno all’altro un simile lavoro?”
In effetti sono i docenti a dover destrutturare e ricostruire legami e relazioni curati nel tempo. E dalle dichiarazioni dei presenti il nuovo assetto disegnato dall’Ufficio Scolastico Regionale non è stato neanch’esso avvalorato da criteri oggettivi. Ad esempio Lucito dovrebbe fare capo a Gambatesa, Limosano addirittura a Baranello. E la stessa Ripalimosani, dapprima aggregata alla scuola Montini che si trova alle porte del paese, con una revisione repentina della bozza si è trovata affidata alla D’Ovidio, al centro di Campobasso.
“E’ possibile che il benessere dei nostri ragazzi e delle nostre comunità dipenda dalle richieste dei singoli che disegnano mappe su una geografia che neanche conoscono? – hanno detto diversi rappresentanti della scuola intervenuti, dal personle ATA a rappresentanti dei genitori – Non dobbiamo tacere e dobbiamo far comprendere le nostre ragioni”.
A chiudere l’incontro, che è stato molto sentito e partecipato, il sindaco di Ripalimosani: “Questo è solo l’inizio – ha detto – Continueremo a farci sentire e procedere nelle nostre azioni per difendere le nostre comunità”.