Ancora risalto mediatico per il Molise della biodiversità e dei tratturi. Le identità territoriali più forti della nostra regione si pongono all’attenzione dei media nazionali e internazionali. Dopo le recenti puntate dedicate alle specificità agroalimentari, ai borghi, alla storia, Rai Uno torna in Molise per raccontare un Molise d’altri tempi che non disdegna affatto l’innovazione mirata, quella non di certo invasiva e tendente a sopraffare la tradizione e l’eccellente qualità. Una squadra collaudata, quella della trasmissione della domenica italiana, che consente al telespettatore di assaporare le vere perle di una nazione sempre meno tutelata dal punto di vista normativo, in tema di qualità dei suoi splendidi prodotti gastronomici e artigianali. Una Unione Europea che penalizza le eccellenze identitarie, a discapito di prodotti dalle dubbie provenienze, dalle produzioni senza tutele, merita una vera e propria rivoluzione culturale che non può più prescindere dalla movimentazione in massa verso chi lo permette, con manifestazioni esplicative del dissenso. Finalmente qualche trattore si muove verso la capitale per porre l’accento sulle difficoltà che i nostri agricoltori non riescono più a superare decretando la morte di eccellenze, ricchezza territoriale, identità e soprattutto tutela dell’ambiente e della eccellente biodiversità.
Una valanga di leggi, spudorate e irriverenti, si sta per abbattere su contadini, agricoltori, imprenditori agricoli che da sempre offrono la loro passione, professionalità e soprattutto, partecipazione attiva alla vita di una nazione sempre più isolata dal resto dell’Europa e sempre più succube di scelte che sanno di sconfitta e di concreto depauperamento della materia viva: la terra. La concentrazione di limiti che favoriscono l’esterofila condizione di sudditanza, vede per la prima volta una massa critica che viene dal basso e irride anche le azioni che la più grande federazione italiana, la Coldiretti, cerca di mettere in campo non urtando la suscettibilità di un governo che non riesce a concretizzare azioni nobili a salvaguardia dell’Italia contadina; quella che nel tempo è riuscita a rendere famosi nel Mondo formaggi, salumi, latticini, farine, prodotti alimentari quali pasta, pane, olio, vino. Tutela che non viene applicata con forza per tutelare marchi e prodotti indiscriminatamente copiati, in barba alla osannata “Sovranità alimentare” che sovrasta sul palazzo dell’ormai ex Ministero all’Agricoltura. Per non parlare della sciagurata incidenza di Denominazioni Comunali che determinano una sconfitta per prodotti e territori. Una sciagura senza fine che mostra la debolezza delle regioni che, nonostante abbiano la possibilità e la forza di non arrendersi e programmare salvaguardie e tutele – vedasi il caso della “peronospora” che di certo non ha danneggiato solo i vitigni, ha escluso dagli incentivi gli impianti olivicoli – sono costrette a interventi tampone che alla lunga non chiarificheranno le anime “ribelli” degli agricoltori, a giusta ragione inviperiti.
Una divagazione necessaria che ci riporta, però, necessariamente alla trasmissione di Rai uno che andrà in onda il 18 febbraio 2024 a partire dalle ore 12,20 circa, e al racconto che ci aspetta al cospetto della tavola domenicale. Peppone, Margherita e Livio, ci condurranno in un Molise regno indiscusso di tratturi e transumanza. Scopriremo insieme un Molise biodiverso, solidale, dalle bellezze indiscusse e decisamente provocatorie verso chi mostra scettri e scranni e non osserva realmente la loro possente forza dirompente. Dal Parco Archeologico di Sepino con il suo decumano, segno tangibile di passaggio di greggi che vedremo fuori dalle mura aspettando un nuovo meritato rinascimento del sito, alla storia della bella Castropignano con il suo castello D’Evoli, alla Carpinone delle Cascate, alla cucina della tradizione campobassana passando per la coltivazione idroponica a cura del consorzio CiBiMolisani. La storia della Campobasso di un tempo renderà omaggio al bel centro storico grazie alla partecipazione dell’Associazione pro Crociati e Trinitari per le rievocazioni storiche molisane. La scoperta dei formaggi di Mario Borraro, della pasta fresca made Molise, le giovani e produttive attività quali quella montaganese della famiglia Iacovino, l’irridente Cocciocavallo, caciocavallo del caseificio D’Andrea di Carovilli stagionato in terracotta lavorata dalla famiglia di ceramisti Gianfrancesco di Vinchiaturo, l’azienda agricola Berardi di Longano con i suoi salumi, i fornai Ricci di Montaquila con la Colomba di Pasqua e il pane caserecci, saranno il filo conduttore per concretizzare la forte vocazione di una regione piccola ma sensazionale. Non mancherà l’artigianato e non poteva che esserci la Campobasso dell’acciaio traforato. Un racconto lungo oltre 50 minuti che consentirà il favorire la conoscenza di storie, luoghi, ambizioni, speranze, ma soprattutto concetti. Il Molise non riesce a farsi carico del suo futuro tramite la politica, ma resiste e consente a chi resiliente, di sperare in una vera condizione: La Restanza. Ne parlerà Peppone che non smette di offrirci eccellenti spunti di riflessione. Non ci resta che sintonizzarci e, sperare che fuori ci sia il sole.
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