Risorse elargite a pioggia, aziende a partecipazione pubblica fallite, concorsi sospetti, favoritismi, interessi, ma soprattutto sprechi e scarsa trasparenza. Vinicio D’Ambrosio ripercorre l’ultimo ventennio del “regno del Molise” (se si vuole riprendere il titolo della sua precedente pubblicazione) e lo analizza dal punto di vista delle inchieste giudiziarie che hanno interessato i cosiddetti “colletti bianchi”, a partire da presidenti e assessori regionali, per arrivare ad amministratori a vario livello, imprenditori, appartenenti alle forze dell’ordine e del mondo dell’informazione, fino – in alcuni casi – alla stessa categoria di magistrati. Milioni di euro pubblici investiti in carte, intercettazioni, mezzi e strumentazioni, spese di giustizia, per arrivare dopo decine e decine di indagini e processi al medesimo risultato: nulla di fatto. Circa cinquecento imputati sono finiti alla sbarra per reati ed episodi che ruotano intorno alla gestione della res publica: per tutti è arrivata l’assoluzione o la prescrizione. Per quasi tutti. I pochissimi per i quali è stata riconosciuta la penale responsabilità sono stati quelli che D’Ambrosio ha definito gli “anelli deboli” del sistema.
Per questo, nel suo ultimo libro “La Giustizia in Italia. Il Sistema Molise” – con prefazione di Luca Palamara, – presentato venerdì 1 marzo presso il Centrum Palace di Campobasso, l’autore con una minuziosa ricostruzione ha riproposto tutte le inchieste più rilevanti (ma anche quelle minori) che sono finite al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e dei media locali e nazionali. Presenza speciale, per l’occasione, è stata rappresentata dal Procuratore Generale Militare Emerito presso la Corte di Cassazione, Pierpaolo Rivelli, che ha preso spunto da alcuni passaggi del libro per riflettere sul ruolo della magistratura e su alcune evidenze che sono venute fuori dagli atti processuali. La considerazione finale, ha affermato D’Ambrosio durante uno dei suoi interventi, è che sono stati commessi una serie di errori nelle numerose indagini che hanno finito solo per alzare polveroni inghiottiti da un’inevitabile esito, mentre i contribuenti molisani non hanno avuto risposte sulla reale destinazione di milioni e milioni di euro di risorse pubbliche impiegate dalla politica. Testimoni non ascoltati, periti non nominati, clamorosi svarioni nella definizione delle responsabilità: D’Ambrosio riflette passo dopo passo su tutte le vicende citate, dal “Termoli Jet” allo “Zuccherificio del Molise”, dal “Sistema Iorio” alla “Cena dei ricatti”, da “Black Hole” a “Piedi d’Argilla”, in oltre 700 pagine di interessante lettura che rende memoria a ciò che è stato e lascia ai posteri un prezioso resoconto su cui riflettere. Perché, anche senza condanne e acclarate responsabilità penali, ci si può rendere conto in quali acque si naviga.