Il capolavoro di Rizzetta, la spinta dei tifosi, la forza della squadra: è festa per il ritorno in C dopo due anni di purgatorio. FOTO E VIDEO

La gioia è incontenibile. Al triplice fischio della partita tra L’Aquila e Termoli, finita 0-0, pochi minuti dopo il termine della gara tra Chieti e Campobasso, vinta dai rossoblu per 2-0 (reti di Romero e Di Nardo), può esplodere la festa. I giocatori in campo esultano, i tifosi sugli spalti che hanno seguito la squadra in trasferta fanno lo stesso. Nel frattempo nel capoluogo molisano chi è non potuto essere a Chieti ha assistito alla partita in contrada Selvapiana, vicino allo stadio, grazie al maxischermo montato per l’occasione. Anche qui è un mix di emozioni, esultanze, bandiere e cori. Molti resteranno fino a sera, pronti ad accogliere e applaudire la squadra di rientro dall’Abruzzo. Altri si aggiungeranno per fare lo stesso. Anche il centro città si popola di tifosi e bandiere. Il punto di ritrovo è sempre lo stesso, Piazza della Vittoria. E oggi è proprio la vittoria di una città, forse di una regione, che riporta una squadra di calcio tra i professionisti. Dopo due anni di purgatorio, i Lupi tornano in Lega Pro.

Il capolavoro è targato Matt Rizzetta, passato da socio di minoranza, quando il patron era Mario Gesuè, a presidente, con la ripartenza in Eccellenza. Rizzetta ha preso in mano non solo una società ma un intero ambiente, deluso per quella triste esclusione del Campobasso dal campionato di C 2022/2023 per il mancato pagamento/rateizzazione di un debito con l’Erario entro i termini previsti dalla Lega. A questa si sono aggiunti i ricorsi, persi, che hanno impedito alla società di iscriversi anche al campionato di serie D, e i mancati rimborsi degli abbonamenti. Rizzetta ha continuato il lavoro che era già nelle sue previsioni da tempo. Ha ridato entusiasmo. Ha investito sulla rosa, assicurandosi anche una buona squadra di dirigenti. L’Eccellenza è stata quasi una formalità (solo l’Isernia ha saputo tenere testa fino all’ultimo ai rossoblu). Il campionato di D è stato molto più competitivo. Il patron del Campobasso non ha mai nascosto le ambizioni di provare subito a vincere il torneo, ma ha avuto l’intelligenza di non creare troppe aspettative: ci sono più squadre quest’anno ben attrezzate che lotteranno per vincere, disse in una conferenza stampa. Ma intanto ha lavorato per mantenere in piedi l’obiettivo. Una delle dimostrazioni è stata il cambio di allenatore dopo due sconfitte nel girone di andata. L’arrivo di Pergolizzi è stata una svolta a livello tattico e motivazionale. Il cammino è stato coerente, sempre con la testa sulle spalle. La squadra ha saputo attendere e sfruttare le difficoltà degli altri, in particolare della Sambenedettese che sembrava destinata a stravincere il torneo e che invece è finita in un vortice di crisi e risultati negativi da cui non si è più ripresa. Il merito di questo successo va anche ai tifosi, che sono stati sempre presenti e hanno caricato fino all’ultimo la squadra. La parola d’ordine è stata “crederci”. E quella fiducia è stata ripagata con il massimo risultato.

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