Ragazza costretta con la forza a vivere con la famiglia e seguire i canoni della religione musulmana. Emesse tre misure di prevenzione

Nella giornata di ieri, 21 maggio, gli operatori della Divisione Anticrimine hanno provveduto ad eseguire tre misure di prevenzione personale adottate dal Questore di Isernia Davide Della Cioppa ai sensi dell’art. 3 d.l. 93/2013 (ammonimento per violenza domestica) al fine di offrire una rapida tutela ad una giovane ventiduenne da condotte lesive e illecite, già di per sé costituenti reato, perpetrate nei suoi confronti dai familiari, nello specifico dal padre, dalla madre e dal fratello.
I fatti che hanno condotto all’emissione delle misure di prevenzione in parola traggono origine dal pomeriggio di domenica 5 maggio scorso, allorquando i tre soggetti sopra indicati, di nazionalità marocchina, si recavano presso un bar di Isernia ove la giovane è impiegata e, dopo aver insistentemente richiesto alla medesima di seguirli, la costringevano con forza e minacce a salire a bordo dell’autovettura del padre contro la sua volontà, al fine di condurla presso l’abitazione familiare, situata in un comune della provincia.
Immediate ricerche attivate dalla Sala Operativa di questa Questura, notiziata da una collega della giovane, consentivano di trovare dopo poco, presso quell’abitazione, la giovane, la quale, condotta presso questi uffici, ha raccontato cosa fosse avvenuto.
Dalla ricostruzione dei fatti, all’esito dell’istruttoria è emerso che le condotte poste in essere nei confronti della giovane donna sarebbero da ricondurre alla volontà della famiglia di imporle la coabitazione presso la casa familiare, nonché modi di vivere strettamente aderenti ai canoni della religione musulmana, vietandole, tra l’altro, di instaurare relazioni sentimentali con cittadini italiani, comprimendo così la sua libera autodeterminazione.

In cosa si sostanzia l’ammonimento del Questore per violenza domestica?

La misura di prevenzione personale dell’ammonimento adottata ai sensi dell’art. 3 d.l. 93/2013 costituisce un vero e proprio monito dell’ Autorità di Pubblica Sicurezza rivolto a coloro che commettano atti riconducibili a determinati reati (percosse, lesioni, violenza privata, minaccia grave, atti persecutori, diffusione illecita di foto o video sessualmente espliciti (c.d. revenge porn), violazione di domicilio e danneggiamento) in un contesto di violenza domestica: l’obiettivo è quello di fornire una tutela immediata alla vittima.
La norma stabilisce che si intende per violenza domestica uno o più atti gravi di “violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra persone legate, attualmente o in passato, da un vincolo di matrimonio o da una relazione affettiva, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima”.
La misura produce specifici effetti, ampliati dall’ultima riforma legislativa costituita dalla legge 168/2023: in particolare, le pene per i reati sopraindicati commessi dal soggetto già ammonito sono aumentate, anche se la persona offesa è diversa da quella per la cui tutela è stato già adottato l’ammonimento. Gli stessi reati, inoltre, di norma procedibili a querela, diventano procedibili d’ufficio laddove siano commessi dal soggetto già ammonito, anche se la persona offesa è diversa.
È importante evidenziare che, in fase di notifica del provvedimento, l’ammonito viene informato circa i servizi disponibili sul territorio (consultori familiari, i servizi di salute mentale e i servizi per le dipendenze) finalizzati ad intervenire nei confronti degli autori di violenza domestica o di genere; l’obiettivo in questo caso è cercare un supporto anche per coloro che si rendono responsabili di tali atti affinché comprendano il disvalore delle proprie azioni ed intraprendano un percorso volto al cambiamento.

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