Coca da Secondigliano, 6 arresti: così a Bojano gli spacciatori si dividevano le piazze. FOTO

I Carabineri del Comando Provinciale di Campobasso insieme ai colleghi del Comando Provinciale di Napoli e al Nucleo Cinofili di Chieti hanno dato esecuzione a 6 misure cautelari a carico di due soggetti di Napoli, due di Bojano e due nigeriani, indagati per detenzione e spaccio di stupefacenti (art. 73 Dpr 309/90). Uno dei nigeriani è attualmente ricercato. In particolare sono finiti in carcere un 60enne di Napoli, considerato il fornitore principale ed elemento di spicco nell’area di Secondigliano, con precedenti specifici tra cui l’art. 416 bis (associazione a delinquere di stampo mafioso), un altro soggetto di Napoli, ossia il corriere che si muoveva dal capoluogo campano a Bojano, un 50enne di Bojano con precedenti, che rappresentava l’anello di congiunzione con le piazze di spaccio locali, e due nigeriani, giovanissimi, che svolgevano l’attivita all’interno di una abitazione messa a disposizione del 50enne. Ai domiciliari un 40enne di Bojano, anche lui con precedenti, che si riforniva dal 50enne per effettuare l’attività di spaccio. Effettuate inoltre 9 perquisizioni domiciliari, tra cui a soggetti indagati a piede libero per concorso nei medesimi reati.

Le indagini condotte dal Nucleo Investigativo del Comando provinciale Carabinieri di Campobasso sono iniziate nel giugno 2022 e sono durate circa un anno. Certificate cessioni quotidiane, circa 3mila in 12 mesi, per un totale di 5 kg di stupefacente, principalmente cocaina e, in quantitativi minori, hashish e marijuana. I viaggi di rifornimento avvenivano due volte alla settimana e ogni viaggio portava a Bojano 50 grammi di cocaina. Considerando che ogni grammo veniva diviso per quattro e che ogni dose veniva ceduta a circ 50 euro, si ipotizza un giro d’affari illegale di circa 150mila euro in un anno. Giovanissimi i consumatori, provenienti non solo da Bojano, ma anche da tutta la zona matesina e persino da Isernia. Le cessioni avvenivano in diversi punti del comune, in stradine, auto e, come nel caso dei nigeriani, in una abitazione, dove spesso lo stupefacente veniva consumato sul posto.
Nulla è sfuggito ai militari che con l’ausilio di attività tecniche, osservazioni, pedinamenti, perquisizioni e l’ascolto di testimoni, sono riusciti a raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati. Unico elemento casuale il nome dato all’operazione, “White Cat”, ossia gatto bianco, come quello che si aggirava costantemente nei pressi dell’abitazione messa a disposizione del 50enne e che ha ispirato la fantasia degli addetti ai lavori.

“Bojano purtroppo, come dimostrato anche in altre operazioni precedenti, inizia ad essere una piazza di spaccio importante”, ha affermato il Colonnello Luigi Dellegrazie, Comandante provinciale di Campobasso. “Il canale di rifornimento è sempre Napoli, si è solo spostato a Secondigliano invece che al Parco Verde, come in passato, per via della forte attenzione mediatica e delle forze dell’ordine che quella zona sta ricevendo in questo momento. Noi però abbiamo posto l’attenzione sulla zona di Bojano e la manterremo”.

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