Il consigliere regionale di Costruire Democrazia, Massimo Romano, replica agli attacchi provenienti da esponenti del centrodestra sull’accordo siglato tra il campo progressista e il cantiere civico di Pino Ruta.
“E’ evidente che l’accordo di consiliatura siglato tra Marialuisa Forte e Pino Ruta abbia gettato nel panico il centrodestra, spostando l’asse del ballottaggio verso la vittoria de centrosinistra. E’ altrettanto evidente che il centrodestra avrebbe preferito il nostro disimpegno, condizione che avrebbe consegnato loro la vittoria certa. Per questo, gli attacchi scomposti di alcuni esponenti di centrodestra ricordano la favola della volpe e l’uva, riflettendo, al netto del livore contro la mia persona, una condizione di debolezza dettata dalla consapevolezza di perdere le elezioni”: è la replica di Massimo Romano alle dichiarazioni rilasciate da esponenti del centrodestra.
“Il 20% conseguito al primo turno è un risultato straordinario che ci consegna la responsabilità della sfida del governo della città: per questo abbiamo sottoscritto un patto di legislatura, pubblico e trasparente, elencando le priorità da realizzare, dal riesame della soluzione ponte per la scuola D’Ovidio alla variante urbanistica sull’ex Roxy, fino alla revisione dell’IMU nelle zone Lucarino, ed indicando agli elettori le figure professionali più rappresentative per realizzarli, a prescindere dai voti conseguiti.
In questo senso, per comprendere quanto sia strumentale e fuorviante l’accusa di “accordo di poltrone”, basti pensare che il candidato Sindaco Pino Ruta e i consiglieri primi degli eletti delle liste a suo sostegno, pur essendo stati premiati con un consenso elettorale clamoroso che ha consentito di accedere al secondo turno, hanno declinato l’invito ad assumere i ruoli, rispettivamente, di vicesindaco e assessore, rinunciando alle relative indennità e dimostrando che si può fare politica a prescindere dai ruoli e ambizioni individuali”.
“Respingo infine al mittente le accuse livorose che ho ricevuto, ricordando a qualche smemorato (o invidioso) che la mia storia parla per me: sono stato eletto in consiglio regionale nel 2006 a 24 anni, poi rieletto nel 2011, più votato in assoluto della coalizione di centrosinistra con 3400 voti e più votato in assoluto a Campobasso con oltre 1300 preferenze (che lo statista Esposito, tra un codazzo e l’altro al potente di turno, potrebbe al più sognarsi la notte) e nel 2013, a 32 anni, ho rinunciato alla carica di vicepresidente della giunta regionale, candidandomi senza paracadute e restando fuori dal consiglio regionale, dove sono rientrato lo scorso anno, dopo dieci anni, senza il sostegno di partiti nazionali e senza avere padrini politici, grazie ad un consenso di opinione che provo ad onorare quotidianamente con il mio impegno dentro e fuori dalle istituzioni”.
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