Legione Straniera Francese e ricerca storica, monito di Pagliaro: “Chiedete sempre il numero di matricola”

Secondo capitolo della nostra ricostruzione attraverso il ritrovamento di documenti e le testimonianze dei sopravvissuti. Intervista al più noto Legionario italiano

Ricerca storica: cresce l’interesse per la Legione Straniera francese. Giornalisti e studiosi inseguono protagonisti, testimonianze e racconti, sia a livello nazionale che locale. Carte, foto e documenti, magari a corredo di un’intervista rilasciata da quell’anonimo vicino di casa, noto a tutti come operaio in pensione, ma pronto a raccontare di aver indossato in giovinezza il mitico képi, nei più disparati e disperati scenari operativi. Sull’argomento, raccogliamo volentieri alcune preziose “dritte” di Danilo Pagliaro, il Legionario italiano contemporaneo certamente più noto, militare specializzato, al suo attivo due titoli accademici, autore tra l’altro, di alcune apprezzate pubblicazioni relative alla propria esperienza nella Legione Straniera francese (“Mai avere paura” e “La Scelta. La mia vita nella Legione Straniera” – Ed. Chiarelettere e “Vita da legionario” – Ed. Diarkos).
«Occorre chiedere innanzitutto il numero di matricola – spiega Pagliaro – se l’interlocutore si barrica dietro risposte del tipo “… Non si può dare …”, “Non mi ricordo …”, “… E’ un argomento segreto ..”, siamo certamente di fronte ad un mitomane, un bugiardo, un impostore, una persona che mai e poi mai potrà fornire valore aggiunto ad un serio lavoro di ricerca storica e giornalistica, con il rischio, altresì, di pregiudicare anche la credibilità del giornalista stesso». Poi, sempre in tema di suggerimenti finalizzati a circoscrivere la verità dei fatti con il necessario rigore, aggiunge: «Ci sono troppi frustrati scontenti della vita che si inventano storie mirabolanti. Poi ci sono quelli che sono andati veramente ad arruolarsi ed hanno chiesto di andare via dopo qualche giorno o qualche settimana che vi diranno “quando ero in Legione …”, poi ci sono i disertori che avranno mille cose terribili da raccontare per spiegare perché si sono coperti di vergogna. Poi ci sono semplicemente gli imbecilli come quel sottufficiale dell’Esercito in servizio davanti ad un consolato a Roma l’estate scorsa, che senza sapere che io sono realmente in Legione, faceva lo sbruffone davanti ai suoi uomini raccontandomi che era andato ad arruolarsi in Legione, che era stato il migliore di tutti ma che era stato mandato via perché non era un pregiudicato. Tutto questo per dire che gli idioti ci sono dovunque…»
Pagliaro è nato a Venezia nel 1957. Figlio di un Maresciallo Maggiore della Guardia di Finanza di mare (già in servizio a Venezia, dove era stato per molti anni il Capo officina della stazione navale basata alla Giudecca) e di una Insegnante. Maturità classica, sul finire degli anni ’70 presta 18 mesi di servizio militare in Marina come radiotelescriventista; poi un concorso in Polizia, dove viene giudicato non idoneo per “vene varicose”, una patologia della quale non hai mai sofferto, nemmeno col progredire dell’età. Nel 1994, a 37 anni, entra nella Legione Straniera. Ha operato fra gli altri posti a Gibuti, nella ex Jugoslavia e nella Repubblica Centrafricana. Responsabile dei servizi subacquei: una specializzazione di élite, nell’ambito di un Corpo di élite. Decorato di Medaglia d’Oro della Difesa nazionale francese, vive ora oltralpe. Gestisce anche la scuola federale per sub interna alla base aerea militare di Orange, le cui lezioni sono aperte sia ai militari che ai civili. Per le sue riconosciute e non comuni competenze specialistiche, l’Autorità militare lo ha recentemente richiamato in servizio, interrompendo così la meritata pensione. Non capita tutti i giorni di poter essere in collegamento con Danilo ed allora approfittiamo per soffermarci su qualche aspetto emotivo.

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Prendiamo nota delle preziose dritte: Danilo, quale è il Tuo numero di matricola?

Non posso dirlo. …è un’informazione coperta da segreto di Stato. Assolutamente segreta. Non si può dare mai. E poi non me la ricordo“.

(breve e cordiale risata fra gli interlocutori)

Quale è il Tuo grado nella Legione, tentando anche una equiparazione con i gradi del sistema Militare Italiano?

Il mio grado è Brigadier-chef. Il che non vuol dire come pensano alcuni che io sia un Brigadiere che fa il cuoco, ma vuol dire che sono semplicemente un Appuntato. Non serve tentare nessuna equiparazione strana con i gradi italiani perché sono perfettamente uguali: soldato semplice, soldato scelto, caporale, caporal maggiore. Dopo sergente, sergente maggiore, maresciallo ordinario, capo e maggiore. Dopo aspirante sottotenente, tenente, capitano, maggiore, tenente colonnello, colonnello, generale…“.

Dalle adunate ed assemblee in Marina, con l’inno di Mameli, alla “tariffa” (ossia la Regola) della Legione. Tra impulsi del cuore e impulsi della mente, riesci oggi a perdonare il sistema Italia per quelle discutibili “vene varicose”?

Io non devo perdonare né l’Italia né il sistema Italia per niente. Quelle vene varicose sono un enorme cavolata che è stata fatta da un uomo, da quel medico della caserma di Roma Termini agli inizi degli anni ’80. Lui ha fatto un errore spaventoso, solo lui ….e poi bisognerebbe anche avere l’umiltà ed il buon senso di capire che se ci sono 1000 posti liberi e 100.000 domande, gli esaminatori devono in qualche modo mandare via tanta tanta gente. Se invece di prendersi sempre per i migliori ed i più bravi, accettassimo l’idea che possiamo anche essere scartati e giudicati non idonei a fare alcune cose, forse le cose andrebbero meglio per tutti. In ogni caso non devo perdonare niente a nessuno. Anzi. Io sono italiano, nato italiano, cresciuto in Italia dove ho studiato, vissuto, fatto il mio servizio militare in Marina, dove sono nati i miei figli. Ho mangiato il pane di questo Stato e sono cresciuto grazie a questo Stato per cui in ogni caso… viva l’Italia, viva le sue Forze Armate, viva le sue Forze dell’Ordine“.

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Un Tuo post su Facebook (5 dicembre 2023), descrive una pagina di autentica e commovente poesia. Perché a leggerlo, c’è effettivamente da commuoversi: il ricordo una disperata corsa in auto dalla Francia a Venezia, nel dicembre 1995, per poter partecipare al funerale di Tua mamma. Un viaggio vietato dal regolamento, proprio mentre nella cappella del Reggimento dove eri in forza, i Superiori avevano organizzato una messa di suffragio. Quell’episodio ha avuto conseguenze disciplinari?

Assolutamente no. Non avrebbe potuto avere nessuna conseguenza disciplinare contro di me dato che non ero “scappato a casa” ma ero stato messo in licenza ed ero “coperto” dal mio capitano comandante che andando contro tutti i regolamenti militari della Legione Straniera, e nella maniera più “segreta” possibile, mi aveva fatto andare a Venezia per i funerali di mia mamma. Viceversa lui, sposato con due figlie piccole, ha messo veramente a rischio la sua carriera di ufficiale per favorire e proteggere uno suo legionario semplice. Splendido esempio concreto di cosa sia la Legione straniera e di cosa voglia dire quella parola “cameratismo” o “fratellanza” che tanti tanti usano senza nemmeno sapere lontanamente cosa voglia dire“.

Hai conosciuto Giuseppe Corbo, molisano, Presidente degli ex Legionari Italiani nel 2004?

No. Mai sentito“.

Ringraziamo e salutiamo Danilo Pagliaro, con l’auspicio di vederlo presto in Molise, magari relatore in qualche evento o convegno di natura storica e culturale.

Antonio Lanza

FOTO

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Danilo Pagliaro, scenari operativi – Archivio privato Danilo Pagliaro, per gentile concessione

Foto da 05_ a 07_

Danilo Pagliaro, uniforme – Archivio privato Danilo Pagliaro, per gentile concessione

Foto 08_

Danilo Pagliaro con Santo Pelliccia, compianto paracadutista della Folgore, reduce della II Guerra Mondiale.
Archivio privato Danilo Pagliaro, per gentile concessione

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