Nel carcere di Campobasso si è scatenata una rivolta con conseguenze gravi con un detenuto ferito e trasportato in ospedale e un detenuto salito sul tetto; sembrerebbe, inoltre, anche il ferimento del comandante della polizia penitenziaria e che ci sia in corso uno scontro tra bande di detenuti. In attesa della ricostruzione di quanto è accaduto e dell’evoluzione dei gravi fatti con l’auspicio di conseguenze meno pesanti per il coinvolgimento di altri agenti, il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo sottolinea che c’erano chiari segnali qui come in tante carceri italiane di una situazione di crescente tensione che come sta accadendo sfocia in rivolte diffuse e di pericolo di vita per il personale, come abbiamo denunciato da tempo. A Campobasso si sconta in primo luogo il sovraffollamento: a fronte di una capienza regolamentare di un centinaio di detenuti, ne sono presenti una cinquantina in più, di cui alcune decine stranieri. La rivolta nel carcere molisano – continua – si aggiunge al suicidio nella casa circondariale di Prato di detenuto tunisino, di 35 anni, con problemi di natura psichiatrica, che si è impiccato nel primo pomeriggio nella sua cella del reparto isolamento. Siamo a 66 suicidi dall’inizio dell’anno. Non c’è bisogno della “palla di cristallo” per prevedere che la situazione, già di grande emergenza e del tutto inedita per gravità rispetto a sempre, è destinata a diventare ancora più pesante, al punto che le rivolte di questi giorni fanno da “apri pista” a tutto quello che sta accadendo. Noi – aggiunge – più semplicemente continuiamo a cogliere ed interpretare, già da settimane, gli inquietanti segnali che l’Amministrazione Penitenziaria invece preferisce ignorare. Su tutti: una ventina di tentativi di evasione, nel giro di un mese, sventati grazie all’alta professionalità del personale penitenziario, è l’inequivocabile segnale che in questa stagione estiva il numero dei tentativi di evasione è destinato a crescere in maniera esponenziale come quello delle rivolte e delle aggressioni al personale. Tutto questo accade mentre alla Camera in queste ore tra scontri maggioranza-opposizioni ed inutili polemiche politiche si sta approvando il cosiddetto decreto carceri che non contiene alcuna novità non solo per prevenire la mattanza silenziosa dei suicidi e delle continue aggressioni agli agenti ma soprattutto per rendere il lavoro del personale penitenziario più sicuro e dignitoso. Non siamo pronti a fronteggiare questa estate di rivolte e siamo stanchi – conclude – di pagare il pezzo più alto con il rischio di incolumità personale di responsabilità politiche e di Governo”.
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