I Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Roberto Gravina, Andrea Greco e Angelo Primiani, esprimono forte delusione per l’esito della discussione odierna in Consiglio regionale, durante la quale è stata respinta la mozione presentata dal M5S sulla situazione della Gigafactory di Termoli. La mozione puntava a sollecitare un intervento strategico per sbloccare l’investimento di ACC in Molise e il suo rigetto rischia solo di far perdere forza alle legittime richieste che la Regione dovrà portare ai tavoli istituzionali in cui questo tema verrà trattato.
Il Consigliere Roberto Gravina, primo firmatario della mozione, ha sottolineato che la proposta non mirava a criticare il governo regionale, bensì a mettere in campo tutte gli impulsi istituzionali necessari per garantire l’investimento di Acc a Termoli.
«Vogliamo sgombrare subito il campo: qui nessuno ha puntato il dito in questi mesi verso il governo regionale. Lo scopo della nostra mozione era quello di puntare a sfruttare ogni possibile leva istituzionale per garantire l’investimento a Termoli, anche se ciò può comportare una traslazione temporale. Il nostro obiettivo era ed è assicurare che l’investimento venga concretamente realizzato e porti benefici al territorio», ha dichiarato Gravina.
La mozione del M5S chiedeva espressamente al governo di riconsiderare il ricorso al Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), poiché i ritardi nell’uso delle risorse del PNRR potrebbero compromettere l’investimento. Si proponeva inoltre l’inclusione di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale di ACC Italia, per rafforzare il ruolo dell’Italia e bilanciare gli interessi stranieri all’interno del progetto della Gigafactory.
«Il rigetto di questa mozione non fa altro che indebolire la capacità propositiva della Regione Molise ai tavoli istituzionali. Senza questa iniziativa, la Regione rischia di arrivare alle trattative senza una strategia chiara e univoca, con meno forza per rivendicare le esigenze del territorio e la necessità di garanzie concrete da parte di Stellantis», ha proseguito Gravina, che ha poi duramente criticato quanto accaduto in Consiglio regionale, dove il centrodestra ha continuato a cercare di “narrare una storia che non esiste”, ripetendo informazioni inesatte sulla Golden Power e sugli interventi passati.
«Anche oggi in Consiglio, così come fatto nei mesi scorsi, si è cercato di far passare una versione dei fatti che non c’è. Si è tornati, nuovamente, sulla questione della Golden Power, continuando a cercare responsabilità nel passato. Ebbene chiarire a chi nel centrodestra si sta dedicando a questo modo di fare comunicazione, che non è ripetendo più volte un’inesattezza che la stessa inesattezza, magicamente, finisce con il diventare vera. Ecco perché, è stato importante ribadire anche oggi in aula consiliare che, all’epoca della nascita di Stellantis, la Golden Power non poteva essere applicata alle operazioni intraeuropee. Ma non solo: si continua a citare in modo scorretto il ministro Urso, che in realtà fu presidente del Copasir dal giugno 2021 a luglio 2022, e che rivolse le sue richieste al governo Draghi, non a quello Conte, come il centrodestra molisano vuole far credere. Davanti a questi dati di fatto ribaditi in Consiglio oggi senza possibilità di smentita, la narrazione degli esponenti del centrodestra da Golden power è stata costretta a trasformarsi, in men che non si dica, in “moral suasion”, che per chi fa politica, significa tutto e niente, segno evidente che gli argomenti “patrioti” alla fine possono risultare davvero imbarazzanti», ha chiarito Gravina che ha poi aggiunto: «Prendiamo atto di quanto emerso nel confronto avuto con il Presidente Roberti quest’oggi in Consiglio e nessuno nega che le difficoltà del mercato esistano e che quindi i tempi si dilatino di conseguenza su tutto, ma di certo il processo di transizione è inarrestabile e va accompagnato anche con incentivi o sostegni, come del resto lo stesso Urso promette per l’acquisto di auto elettriche. Che poi è lo stesso Urso a dire cose che, però, sembrano venir contraddette qui in Regione. È stato proprio Urso, infatti, a intimare ad ACC di confermare l’investimento pena la decadenza dei fondi Pnrr ebbene noi chiediamo che si superi questa impasse».
In conclusione, i Consiglieri del M5S hanno espresso la speranza che la questione venga presto portata all’attenzione della Presidenza del Consiglio dei ministri, affinché il futuro della Gigafactory di Termoli sia garantito in modo chiaro e concreto. «Non si tratta di creare guerre o contrapposizioni, ma di lavorare insieme per il futuro del nostro territorio. È un’occasione che non possiamo permetterci di sprecare», hanno concluso.
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