“Dell’intera discussione di stamane sul tema Stellantis, promossa oggi in Consiglio, dopo mesi di rinvii, da due mozioni, mia e del consigliere Gravina, abbiamo capito solo che è l’azienda che chiede e che poi Roberti e la filiera decideranno il da farsi. Nel mentre, si asseconda la cancellazione dei 350 milioni di finanziamento già appostato su Pnrr. Meno che mai, idee o proposte di politica industriale. Cioè, si liquida l’intera vicenda con un’alzata di spalle affermando che “il problema non è politico, ma dipende dalle mutate condizioni del mercato”.”
Commenta così la consigliera e capogruppo del Pd a Palazzo D’Aimmo, Micaela Fanelli, la seduta del Consiglio regionale di oggi 10 settembre.
“Ho chiesto: che proponete voi per preservare l’occupazione? E per favore l’investimento della gigafactory?
Silenzio. Imbarazzo. Accondiscendenza agli andamenti calati senza nessuna capacità di svolgere un ruolo attivo e produttivo per le politiche industriali del territorio.
Eppure l’attualità offre spunti ghiotti. Ieri, la presentazione del paper di Draghi che sostiene la necessità di un piano europeo sull’automotive. Eppure, c’è un tavolo programmato dal Ministro Urso a fine mese. Eppure si sta lavorando alla legge di stabilità su cui ogni attore politico sta dandosi da fare per ottenere aperture utili per le questioni che stanno più a cuore. Eppure Fitto sarà vicepresidente della Commissione europea e con deleghe sulla coesione territoriale e forse anche sul Pnrr, deleghe fortemente impattanti rispetto allo stabilimento di Termoli. Abbiamo offerto la nostra collaborazione. Abbiamo proposto azioni comuni. Abbiamo proposto una visione e gli strumenti per realizzarla. Anche in modo bipartisan. Perché così Roberti può essere più forte ai tavoli.
Niente da fare. Ogni suggerimento e ogni mano protesa non è stata apprezzata. E quel che è peggio, nessuna idea è stata manifestata. ‘Il mercato ora non compra e quindi che ci possiamo fa’? Vedremo in futuro. Per ora Urso ci ha promesso che ci darà i soldi che oggi ci toglie’?!’. Questa in sintesi la posizione della giunta regionale, per bocca del suo Presidente e del suo Assessore alle Attività produttive.
Abdicare nei fatti al ruolo.
Quando si trova questa risposta – anzi questa non risposta – viene in mente solo una soluzione. Abdicare anche formalmente.”
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