La situazione economico-finanziaria della Regione è da profondo rosso. Lo afferma Micaela Fanelli, capogruppo Pd a Palazzo D’Aimmo, che rende note anche la tabella con i nuovi aumenti Irpef e chiede, tramite una mozione, di ridurre le tasse ai redditi più bassi.
“La conferenza dei Capigruppo di ieri non è stata ancora in grado di calendarizzare i futuri step sulle parifiche dei rendiconti e il bilancio consolidato. Forse si farà a fine mese. Occorre accelerare e venire a capo delle approvazioni degli atti fondamentali, considerando che l’ultima pronuncia della Corte dei Conti (10 settembre n.146) è stata durissima (mancata parifica del rendiconto 2021 perché sottostimato il disavanzo 2020, quantificato in euro 494.258.381,92, anziché – come dovuto – in euro 589.119.831,03) nei nostri confronti. Parlo al plurale perché l’assunzione di responsabilità deve essere collettiva. Non sono interessata a puntare il dito, anche perché conosco le difficoltà di chi sta lavorando sul tema, e in particolare l’Assessore, che forse, se un grande difetto ha mostrato in questi mesi (1 anno e 3 mesi ormai), è il non essersi fatto aiutare in modo organico e strutturalmente adeguato da soggetti esterni che possono irrobustire la squadra regionale del settore, composta da troppe poche risorse umane.
E tardiva e non lineare, ma speriamo utile, è stata la decisione di affidare un incarico esterno per la verifica contabile sui dati di bilancio sanitario. Tale “RSM società di revisione e organizzazione contabile SPA”. Abbiamo una struttura che controlla ed è anche supportata da tecnici pagati da Roma. Ora abbiamo il controllore del controllore. Ci auguriamo serva! Perché come noto ad oggi le poste di bilancio in sanità sono incerte. E ci auguriamo il controllore del controllore trasmetta anche in Consiglio le informazioni per esercitare appieno il nostro lavoro. Dopo aver bocciato la commissione istruttoria, proposta dai colleghi di minoranza, che avrebbe dovuto fare chiarezza sulle questioni sanitarie, vediamo se la stessa sorte avrà la commissione sui conti proposta da me e dai consiglieri del PD con una mozione in attesa di discussione.
Una mozione che ho depositato diversi mesi addietro per molti motivi, ma prioritariamente per uno che riguarda anche il ruolo del Consiglio. Il Consiglio regionale è, infatti, chiamato a svolgere il controllo su una serie di adempimenti previsti dalla legge di bilancio scorsa. Ma noi non abbiamo le informazioni tecniche utili per poter svolgere questa funzione. Non c’è una struttura di bilancio in Consiglio capace di fornire a noi Consiglieri una lettura di quello che succede e metterci in condizioni di decidere con una istruttoria autonoma rispetto all’esecutivo. Per questo la commissione con funzioni istruttorie. E’ la procedura di cui al comma 455 e ss dell’art.1 della legge di stabilità 213 del 2023 e dalla Deliberazione Consiglio Regionale n. 36 del 12-12-2023 N. 336 relativa al ripiano del maggiore disavanzo di amministrazione della Regione Molise. Stabiliscono un ventaglio di adempimenti di tipo finanziario. L’art. 459, in particolare, prevede per l’esercizio 2024 che il cronoprogramma degli obiettivi annuali scada a fine anno. La fine dell’anno si sta avvicinando e io mi chiedo se sia stato fatto tutto quello che la norma impone, a partire dalla sottoscrizione dell’accordo col governo di cui non abbiamo traccia, e chi fornisce al controllo del Consiglio le suddette informazioni.
Per questo ho presentato da tempo una mozione e mi auguro di poterla discutere con serenità.
Ho dubbi però sulla capacità tecnica di avere queste info, ma anche sulla capacità di gestire in autonomia il controllo posto in capo al Consiglio. L’autonomia data dall’ordinamento all’Assemblea rispetto alla Giunta è inesistente. L’uso generalizzato delle deleghe ai consiglieri e la rilevanza delle stesse materie rende infatti ormai la funzione dell’esecutivo un unicum con quella dei consiglieri di maggioranza (conierei la crasi GI.GLIO come nuovo organo unico di Giunta e Consiglio, che ricorda bene anche il tema del Giglio magico), talché il nostro ruolo di controllori diventa quasi impossibile, oltre che inutile.
Lanciamo pertanto un appello politico.
In riferimento all’aumento dell’IRPEF, di seguito lo specchietto degli aumenti nell’ultimo periodo (all.1). Ci sono per tutte le fasce di reddito, anche per quelle basse che avevamo chiesto di non toccare. Al riguardo aspettiamo di capire meglio il perché dalla risposta che verrà data da una interrogazione depositata dal collega Romano il 16 settembre e in attesa di discussione.
L’aumento delle tasse, tuttavia, andrebbe contestato alla radice dal Governo regionale. Dovrebbe essere uno dei pilastri della “vertenza Molise”. Non dovrebbero pagarlo i molisani perché, derivando dal disavanzo sanitario che da 15 anni è generato dallo Stato (perché i commissari sono funzionari governativi), i molisani non possono vedersi attribuire un costo che non hanno determinato, neanche come “colpa politica indiretta” (di mandatari di una classe politica inetta).
Che spazi ha quindi un Consiglio regionale fra esercizio stringente del controllo della Corte dei Conti, il Giglio in azione e l’assenza di informazioni tecniche adeguate? Sono pochi. Ma possiamo proporre e ci spingiamo a suggerire cose percorribili per una trattativa fattibile. Chiediamo che il governo regionale conduca un negoziato col Governo nazionale per un importo sicuramente esiguo, ma che tolga dalla prossima annualità l’aumento delle prime due fasce (es. stabilire gli importi di 1,50 fino a 15mila e 1,70 fino a 28mila). Era un impegno che anche la maggioranza aveva assunto. Si può stimare la riduzione di gettito che ne verrebbe e su cui dovrebbe acconsentire il Governo nazionale in qualche centinaia di migliaia di euro. Niente per una manovra di bilancio nazionale di miliardi. Molto per chi si trova ad avere poco sul proprio conto e risucchiato anche dalle tasse”.