Presentato oggi a Pozzilli, nel Parco Tecnologico dell’I.R.C.C.S. Neuromed BONeS, Banca Osteologia del Molise.
BONeS nasce dalla collaborazione tra il Centro Studi Antropologici della Fondazione Neuromed e la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio del Molise con l’obiettivo di raccogliere informazioni dai resti scheletrici antichi rinvenuti nelle locali campagne di scavo degli ultimi anni. BONeS si pone come uno spazio dedicato e protetto, in cui gli scheletri saranno custoditi e studiati e dove, grazie a tecnologie di ultima generazione, sarà possibile indagare l’aspetto fisico, lo stato di salute, l’alimentazione e gli stili di vita dei ‘molisani di un tempo’.
Accolti dal Presidente della Fondazione Neuromed, Mario Pietracupa, hanno preso parte alla presentazione di oggi Dora Catalano, Soprintendente ABAP Molise, Giovanni de Gaetano, Presidente IRCCS Neuromed, Vincenzo Giambarbara, Centro Studi Antropologici Fondazione Neuromed, Diletta Colombo, Funzionario Archeologo SABAP Molise, Giulia Pacella, Giovanni Grillea e Marcello Bartolo della Neuroradiologia IRCCS Neuromed, Vittorio Maglione del Laboratorio di Neurogenetica e Malattie Rare. Presente il Prefetto di Isernia, Giuseppe Montella, insieme ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine.
“L’interdisciplinarietà di questo progetto – ha detto il professor de Gaetano rivolgendosi ai tanti studenti presenti – fa di Neuromed una Cittadella della Scienza che accoglie le diverse discipline di studio. E anche i resti umani di migliaia di anni fa posso continuare a parlarci. Dico per questo ai ragazzi di cercare di guardare sempre cosa c’è al di là delle cose”.
Nel corso dell’incontro sono stati illustrati i primi risultati della campagna di scavo nata dalla collaborazione tra la Fondazione Neuromed e la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio del Molise.
Il progetto BONeS si prefigge di essere cerniera tra l’antropologia e la medicina. Lo studio dei resti umani antichi permetterà di comprendere i meccanismi alla base di alcune patologie del passato per meglio capire e prevenire quelle del futuro.
Vincenzo Giambarbara, antropologo a capo Centro Studi Antropologici della Fondazione Neuromed ha illustrato le campagne di scavo nei terreni adiacenti al Centro ricerche Neuromed nella zona industriale di Pozzilli iniziate nel 2015 con la scoperta di una villa rustica romana e proseguite dal 2021 con il rinvenimento di una necropoli, i cui reperti sono in parte esposti nell’Antiquarium realizzato ad hoc all’ingresso del centro ricerche.
“I resti umani – ha detto Giambarbara – non sono solo ossa. Per me sono individui che hanno avuto una storia, dei sentimenti, delle aspirazioni e noi siamo figli di quella cultura e di quella storia. Nella nostra campagna di scavo del 2021 (nuova rispetto a quelle che si sono avute negli anni settanta e novanta, curate sempre dalla Sovrintendenza) abbiamo rinvenuto 60 sepolture e recuperati sei individui che abbiamo iniziato a studiare cercando di applicare le procedure operative più adatte.
Studiare una tomba, infatti, equivale ad aprire una capsula del tempo nella quale si conserva e si racconta, non solo la vita e la morte della persona inumata, ma la storia e l’ambiente in cui essa ha vissuto. Per questo la tomba non è soltanto “l’ultima dimora” di chi in essa è sepolto, ma è la testimonianza della cultura della comunità in cui esso ha vissuto e che, attraverso il rito funebre, ci tramanda la memoria collettiva del territorio. Per questo motivo lo scheletro non è più “solo ossa”, ma assume di diritto la connotazione di bene culturale.
L’obiettivo è quello di arrivare, attraverso la costituzione di un team interdisciplinare formato da specialisti Neuromed, ad una più approfondita conoscenza delle popolazioni che in antico hanno abitato questo territorio attraverso la profilazione biologica, la paleogenetica, la paleoradiologia, la paleopatologia e la paleodieta.
L’ambizione – ha concluso Giambarbara – è fare di questo Centro un punto di riferimento per la formazione di studiosi e cittadini”.
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