Fortemente voluta dal sindaco Massimo Venditti, si è tenuta a Celenza Valfortore, in provincia di Foggia, la conferenza “L’Eolico può aspettare…“. Presenti al dibattito il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, il noto saggista e storico dell’arte, professor Vittorio Sgarbi, i consiglieri regionali pugliesi, Joseph Splendido e Giannicola De Leonardis, il giornalista e scrittore Pino Aprile. Ha moderato il giornalista Massimo Manfregola. Come ben documentato dal giornalista pugliese Giuseppe Zingarelli, il “primo cittadino” di Celenza Valfortore dopo aver ringraziato i colleghi dei Monti Dauni presenti, per la Puglia i sindaci di Alberona, Casalvecchio di Puglia, Casalnuovo Monterotaro, Carlantino, Pietramontecorvino, Roseto Valfortore, San Marco La Catola, Volturara Appula, Volturino, per la Campania il sindaco di San Bartolomeo in Galdo, i sindaci di Riccia, Gambatesa e Macchia Valfortore per il Molise, ha introdotto il dibattito. Così Venditti: “Abbiamo il dovere e la necessità di salvaguardare le risorse agricole e paesaggistiche delle zone dell’Alto Tavoliere. Volevano realizzare un “mega” parco eolico impiantando nel bel mezzo dell’agro di Celenza e di Carlantino ben 17 aerogeneratori della potenza di 98MW, più 30MW di accumulo. Ben 17 torri eoliche alte oltre 200 metri. Tutto questo è inaccettabile ed estremamente penalizzante per le nostre programmazioni che mirano contestualmente a promuovere lo sviluppo turistico e paesaggistico del nostro territorio ed al rilancio delle economie dei nostri comprensori, già afflitti e tormentati da molteplici problematiche. In primis lo spopolamento dei nostri piccoli centri abitati. Non siamo contro le “energie pulite”. Siamo contro l’eolico selvaggio che deturpa e degrada gli incantevoli paesaggi delle nostre zone!“.
Il presidente Michele Emiliano: “Siamo in una zona meravigliosa posta a confine di tre regioni: Puglia, Molise e Campania. Qui, peraltro, immerso in uno degli scenari naturalistici più belli ed incontaminati del Paese vi è la diga di Occhito. Non c’è più spazio per impianti eolici da queste parti perché essi hanno già danneggiato il bellissimo patrimonio paesaggistico preesistente. Il mega parco eolico in Puglia non si farà. Lo ribadisco. Non ci sarà nessun mega parco eolico a Celenza e Carlantino!“. Il professor Vittorio Sgarbi, insigne cultore dell’arte, nel corso del suo intervento ha evidenziato un paradosso: “I campi eolici in Italia sono sorti nel rispetto del dettato costituzionale, dunque non possono essere affatto definiti abusivi. In Puglia la realizzazione di tutti i parchi eolici, di fatto, è stata legittimamente autorizzata dalla legge, pertanto non vi è nulla di illecito e di abusivo. I paesaggi esprimono arte e architettura. I territori della Capitanata sono stati violentati e devastati dagli impianti eolici. Non si comprende perchè non si sia voluto tener conto delle bellezze paesaggistiche di questi luoghi. Il paesaggio non esprime soltanto un fatto fisico bensì esprime e trasmette soprattutto spiritualità. A mio giudizio parlare di eolico selvaggio è una formula contraddittoria. Selvaggio è buono ma eolico, invece, è controllato. Penso ai territori di Lucera, Troia, Accadia, Sant’Agata di Puglia, territori da tempo deturpati dall’eolico. Mi chiedo perché si insista nel continuare a torturare questi territori, come se si volesse privare queste zone della loro dimensione spirituale e poetica. Si parla di energia pulita e la si associa alla necessità che un luogo, per averla, debba per forza essere privato di una dimensione che sostanzialmente è spirituale e poetica. È semplicemente impensabile!“.
A loro volta i consiglieri regionali De Leonardis e Splendido hanno ribadito l’importanza e la legittimità dell’azione di lotta intrapresa dai sindaci di Celenza e Carlantino, costretti alla “levata di scudi” per evitare che potessero essere inferti danni irrimediabili alla bellezze paesaggistiche dei loro territori. Per Splendido e De Leonardis sia Celenza Valfortore che Carlantino, nonché gli altri comuni dei Monti Dauni, congiuntamente ai territori campani e molisani, devono continuare ad attuare una comune strategia di difesa dei loro patrimoni paesaggistici e naturalistici. L’ intervento del giornalista Pino Aprile ha posto l’attenzione sulla “piaga” della denatalità e dell’invecchiamento della popolazione italiana, nonchè sullo spopolamento che sta interessando molti piccoli centri posti nelle aree interne del meridione “flagellati” dall’emigrazione giovanile. Un’Italia a due velocità. Giovani che emigrano dal sud verso il nord. Così il giornalista Pino Aprile: “I giovani rappresentano il futuro. Sono la vera ricchezza, il vero patrimonio di una comunità. Se non si riuscirà ad invertire questo pericoloso “trend” si rischiano gravi crisi socio-culturali che potrebbero anche definitivamente compromettere l’identità di una piccola comunità già demograficamente minata e mortificata. Nel territorio dei Monti Dauni e del vicino Fortore campano e molisano si contano molti paesini che contano una popolazione di circa 1000 abitanti se non addirittura inferiore. Puglia, Molise e Campania sono regioni caratterizzate da territori di rara bellezza paesaggistica. Il Molise è tra le regioni italiane a poter vantare un patrimonio naturalistico “stratosferico” in virtù di una ricchissima biodiversità che prolifera nel suo territorio collinare e montano, una “biodiversità” che non ha eguali in Italia e in Europa e nel mondo. I territori dei Monti Dauni e del Fortore campano sono ricchissimi di pregiate piantagioni olivicole secolari che si inoltrano fino a lambire lo specchio d’acqua del Lago di Occhito. Spero che il governatore della Campania, De Luca, e del Molise, Roberti, sappiano opporsi come ha fatto il presidente Emiliano e dire no alla realizzazione di nuovi parchi eolici!“.
La conferenza di Celenza si è svolta nella maestosa ed imponente cornice del Monastero di San Nicola. Un complesso monumentale recentemente ristrutturato testimonianza di un passato storico, culturale e spirituale di primissimo livello nell’Italia Meridionale. Il Monastero venne fatto edificare per volere dei coniugi Andrea Gambacorta e Feliciana Spinelli, Marchesi di Celenza Valfortore, sui resti di un antico complesso monastico bizantino. L’edificio ha l’aspetto di un’antica ed austera fortezza medievale ed ospitò per tre secoli le Monache claustrali della Seconda regola di Santa Chiara.