Il preoccupante incremento dei casi di violenza ai danni professionisti sanitari, con aggressioni e danneggiamenti, ha portato ad una prima risposta in termini legislativi con un decreto legge da oggi in vigore che alza il livello in termini di repressione e introduce un elemento forte, l’arresto in differita. Il decreto, approvato lo scorso 27 settembre dal Consiglio dei Ministri, inasprisce le pene in caso di danneggiamento alle strutture sanitarie e socio-sanitarie portando a 5 anni di carcere e 10 mila euro di multa con aumento di pena in caso di associazione.
Il testo all’articolo 1 introduce il reato di danneggiamento commesso all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, con violenza alla persona o con minaccia ovvero nell’atto del compimento del reato di lesioni personali a un pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico in occasione di manifestazioni sportive, a personale esercente una professione sanitaria o socio sanitaria e a chiunque svolga attività ausiliarie ad essa funzionali.
L’articolo 2 prevede l’arresto obbligatorio in flagranza e, a determinate condizioni, l’arresto in flagranza differita per i delitti di lesioni personali commessi nei confronti di professionisti sanitari, socio-sanitari e dei loro ausiliari, nonché per il reato di danneggiamento dei beni destinati all’assistenza sanitaria. L’arresto può essere disposto nei confronti del soggetto identificato come l’autore del reato, sulla base di documentazione videofotografica o di altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica che attesti, in modo inequivocabile, la realizzazione del fatto.
Previsto l’arresto in flagranza sia in caso di aggressione a personale sia in caso di danneggiamento a materiale destinato al servizio sanitario. Ma soprattutto per gli stessi reati è stato introdotto l’arresto in flagranza differita che avverrà, come si legge nel testo del decreto, “sulla base di documentazione video-fotografica o di altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica, dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto, ne risulta autore, sempre che l’arresto sia compiuto non oltre li tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le quarantotto ore dal fatto”.
“Il provvedimento, da oggi attivo su tutto il territorio, fornisce sicuramente una risposta concreta, un deterrente e un importante passo avanti, in termini di sicurezza, nei confronti di coloro che sacrificano gran parte della propria esistenza a garantire le cure al prossimo”, commenta il presidente dell’Ordine dei Medici di Campobasso, Pino De Gregorio. “Il diritto alla salute, che giorno e notte i Medici garantiscono, non può essere minato dalla paura o dall’angoscia, che determinano, anzi, un drammatico peggioramento della qualità dell’assistenza, che può essere garantita solo se agli operatori sanitari sono garantite le necessarie condizioni di serenità e incolumità: il nemico è la malattia non il Medico”.