Settimana del povero, si consolida la rete solidale sul territorio. La Caritas apre le porte agli studenti. FOTO

Sette giorni densi di incontri, appuntamenti e riflessioni quelli che si sono appena conclusi per la Caritas diocesana di Termoli – Larino. Per la settima edizione consecutiva, infatti, ha avuto luogo la settimana di preparazione alla Giornata Mondiale dei Poveri istituita da Papa Francesco nel 2017 per tenere viva l’attenzione sui più fragili e per far riflettere la comunità, sia ecclesiale che civile, sulle tante problematiche sociali che affliggono il nostro Paese e il territorio in sinergia con il vescovo, mons. Gianfranco De Luca.
Sono stati più di duecento gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado della città di Termoli che si sono recati a visitare i servizi Caritas. La mensa, il servizio docce, il Centro di Ascolto e l’emporio solidale Ti senghè hanno aperto le porte ai giovani per permettere loro di toccare con mano quanto ogni giorno si fa per rispondere alle esigenze di chi vive situazioni di difficoltà. Partendo da un semplice gomitolo di lana dipanato ad ogni intervento, gli studenti hanno risposto alla domanda “Che cos’è per me la povertà?” ed ancora “Di che cosa sono povero?”. Si è così creato un intreccio di fili, una sorta di ragnatela con diversi significati simbolici: la tela in cui tanti poveri si trovano imbrigliati, la rete dei servizi chiamati ad affrontare la povertà e la sua multidimensionalità.

“Un problema complesso come quello delle povertà – affermano Vito Chimienti ed Anna Bernardi, direttori della Caritas diocesana – esige risposte complesse, strutturate ed è quello che, attraverso la dinamica del gomitolo, abbiamo voluto trasmettere agli studenti incontrati. Speriamo che possa rimanere una maggiore consapevolezza della portata di alcune problematiche sociali e dell’importanza dell’impegno di ciascuno di noi, anche attraverso il volontariato”. Ogni mattina, insieme agli operatori della Caritas diocesana, hanno incontrato gli studenti operatori e volontari dei servizi che sul territorio si occupano di povertà: la Fondazione Istituto Gesù e Maria per l’accoglienza nel progetto SAI di richiedenti asilo e rifugiati; la Città Invisibile per i servizi ai senza dimora; la comunità Il Noce per la presa in carica di soggetti con dipendenze; il Serd della Asrem; l’associazione Iktus; il Centro Aiuto alla Famiglia della diocesi di Termoli; la pastorale carceraria. Ciascuno ha portato il racconto della propria esperienza mettendo un tassello nella rete dei servizi, fondamentale per affrontare le esigenze sociali del territorio.

Venerdì 15 novembre, in collaborazione con la Consulta diocesana delle Aggregazioni Laicali, si è svolto il convegno dal titolo: “Nessuno escluso. Povertà educativa: cura, responsabilità, futuro”. La dottoressa Silvia Sanchini, pedagogista ed educatrice professionale di Rimini, ha indicato gli aspetti salienti del concetto di povertà educativa sottolineando la sua incidenza tra i minorenni, più che doppia rispetto agli over 65. Allo stesso tempo, però, ha indicato alcune vie per affrontare il problema: dilatare il campo dell’esperienza, educare al bello, valorizzare i talenti e la partecipazione attiva. La dottoressa Adelaide Villa, dirigente scolastico dell’Istituto Marconi – Pilla di Campobasso, e don Guglielmo Gigli, direttore del Centro Aiuto alla famiglia, hanno arricchito il dibattito portando la voce dell’esperienza sul campo: dalla crisi del ruolo dell’adulto con la conseguente rottura del patto educativo tra scuola e famiglia, alle difficoltà, riscontrate anche presso il Centro promosso dalla diocesi di Termoli – Larino, di tanti adolescenti, giovani e adulti che vivono il più grande abuso del nostro tempo, quello della trascuratezza.
La Settimana di preparazione alla Giornata Mondiale dei Poveri si è conclusa domenica 17 novembre con la Celebrazione Eucaristica presieduta da don Antonio Giannone, vicario episcopale dell’area Sviluppo Umano Integrale, presso la parrocchia Sant’Antonio di Termoli e il pranzo presso la mensa Caritas in cui gli ospiti, gli operatori e i volontari hanno condiviso oltre al pasto momenti di spensieratezza, musica ed allegria.


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