Blow Art 9, il 6 e il 7 dicembre la “Winter Edition” nel segno dell’intelligenza artificiale. Il programma

Da Diego Florio a Croma, da Lello Muzio agli Artisti per la Palestina: due giorni ricchi di musica e riflessioni al Blow Up di Campobasso

Il Collettivo artistico Blow Art presenta il “BLOW ART 9 – WINTER EDITION – Artificial Intelligence”, in programma il 6 e il 7 dicembre presso il Blow Up di Campobasso – via Guerino D’amico – con una serie di ospiti e appuntamenti da non perdere.

IL PROGRAMMA

Il 7 dicembre, alle ore 21.00, Diego Florio sarà protagonista al Blow Up con un reading tratto da romanzi di fantascienza con accompagnamento musicale dal vivo.
Diego Florio, laureato presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’amico” di Roma, è docente presso la scuola di recitazione ACT di Campobasso. Oltre al teatro, attualmente in scena con “Il mio nome è Tempesta”, conta anche diverse esperienze in tv e al cinema, dove ha lavorato con Michele Placido, Marco Tullio Giordana, Stefano Mordini, Alessandro Derviso, Roberto Mariotti, Matteo Bianco.

Il 6 dicembre dalle ore 21.00 Croma sarà protagonista al Blow Up con la realizzazione di ritratti dal vivo con nome in calligrafia a cura di Smake.
(CROMA & SMAKE vs A.I.: Portraits + Callighraphy)
CROMA (Claudia Romagnoli) è muralista, illustratrice, fumettista e ciclista, autrice di JEPI JORA – graphic novel edito dalla casa editrice di Roma Il Galeone. www.croma-art.com.

Lello Muzio, fotografo particolarmente orientato verso i nuovi linguaggi visivi, appassionato d’arte e comunicazione visiva, sarà presente al Blow Up il 6 e 7 dicembre con una sua personale riflessione e installazione sull’Intelligenza Artificiale.
“Quel Terminator è là fuori. Non si può patteggiare con lui, non si può ragionare con lui. Non sente né pietà, né rimorso, né paura. Niente lo fermerà prima di averti eliminata. Capito? Non si fermerà mai”. “Michael Biehn – Kyle Reese dal film “Terminator” #project #photography . . . Android, photo lello Muzio

Nel 1953, l’artista, psicologo e ingegnere inglese Gordon Pask progettò una macchina chiamata Musicolour. Si trattava di un sistema computerizzato in grado di produrre uno spettacolo luminoso in risposta a degli stimoli sonori. La macchina era in grado di entrare in dialogo con un pianista, reagendo in tempo reale alla melodia suonata. L’aspetto interessante di Musicolour non era la sinestesia ma la capacità di apprendimento della macchina. l’esecutore (influenzato dalla visualizzazione) poteva essere coinvolto in una stretta interazione con il sistema. Egli addestrava la macchina e questa giocava con lui. In questo senso, il sistema agiva come un’estensione dell’esecutore, con il quale poteva cooperare per ottenere effetti che non avrebbe potuto ottenere da solo.
Negli Anni Cinquanta del XX secolo, dunque, il computer già veniva percepito come un possibile partner creativo, una forma di vita artificiale con cui stabilire un dialogo volto a produrre effetti altrimenti impossibili.
Nei decenni successivi, Harold Cohen, pioniere assoluto dell’uso artistico dell’intelligenza artificiale, a proposito del suo rapporto con Aaron, suo alter-ego digitale dagli Anni Settanta ,scriveva: “La creatività non risiede né nel programmatore né nel programma, ma nel dialogo tra programma e programmatore”.
Verso la fine degli anni ottanta, quando le prestazioni dei computer si faranno più efficaci e sorprendenti, le macchine verranno percepite sempre più spesso come entità rivali: da un lato vogliamo modellarle a nostra immagine e somiglianza, dall’altro siamo terrorizzati dall’idea di riuscirci, creando forme di intelligenza in grado di surclassarci e minacciare la nostra stessa esistenza. È attorno a questa strana dicotomia – una continua oscillazione tra fascinazione e terrore – che si articola ancora oggi il dibattito sull’intelligenza artificiale
In questa edizione di Blow Art vogliamo parlarvi proprio di questa fascinazione e terrore, raccontandovi alcune storie a modo nostro:

Altre iniziative.
Non poteva mancare anche l’impegno sociale nel ribadire fermamente “CESSATE IL FUOCO!” e “STOP AL GENOCIDIO” con il banchetto “Artisti per la Palestina”.
Video e musiche a cura di DJ HINOBE – DB REWORKS – S.P.G. come da programma :
NICK JACHOLSON INC: 6 dicembre 2024 ore 19.00 – Analogic vs Digital + Video “SAMASARA Civilizazion Phaze 1”
Una sorta di Musicolour ambientato ai giorni nostri, l’interazione tra le immagini proiettate in tempo reale, e la colonna sonora sul tema in vinile.

S.P.G. : 7 dicembre Artificial Set – ore 19.00 e a seguire (prima e dopo il Reading di Diego Florio)

Canzoni con A.I. attraverso un programma ascolteremo testi originali e cover elaborati attraverso l’uso dell’Intelligenza Artificiale.

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