“E’ stato approvato in Consiglio regionale, fuori termine (31 luglio), con parere negativo del Collegio dei Revisori dei Conti e con i voti della sola maggioranza, l’assestamento per sbloccare i pagamenti relativi al trasporto pubblico (circa 9 milioni di euro). Il TPL è però solo ¼ dell’assestamento, pari a circa 42 milioni di euro, in quanto la maggior parte delle variazioni attengono al settore sanitario e non si è capito bene per fare cosa (il collegio dei Revisori con maggiore tatto parla di “non esaustività”)”.
E’ il commento della capogruppo Pd a Palazzo D’Aimmo, Micaela Fanelli, dopo l’ultima seduta tenutasi ieri venerdì 13 dicembre.
“Come minoranze, abbiamo garantito l’accelerazione dei tempi, ma non condiviso né l’oscurità della variazione in riferimento alla quota sanitaria, né l’impianto complessivo del lavoro sul bilancio, sul quale appare evidente una enorme crepa politica nel centrodestra sin dallo scorso Consiglio nel corso del quale è stato votato un emendamento, proposto dal Presidente del Consiglio, per impegnare la Giunta al rispetto di alcuni tempi sugli atti finanziari. Sostanzialmente una sfiducia verso l’operato dell’Esecutivo, di cui il presidente Roberti non si è reso conto, ma l’assessore Cefaratti sì. Si è infatti astenuto.
Eppure, proprio Cefaratti, che ha le due deleghe di competenza, lavoro e bilancio, aveva fornito una soluzione migliore di quella poi votata. Cioè di firmare i contratti dei vincitori di concorso, a seguito dell’approvazione del rendiconto 2023 in Giunta. Quindi, Cefaratti va da un lato; maggioranza dall’altro; i molisani in mezzo… a subire tutte le conseguenze di questa gestione approssimata e sciagurata di un centrodestra sempre più diviso e sempre più incapace di dare risposte, serie e concrete, ai problemi della nostra regione, nascondendosi dietro la cortina fumogena di emendamenti romani che poi puntualmente non vedono approvazione in Parlamento.
Parimenti oggi appare evidente che si approva un assestamento che risente di tutti i vizi segnalati dalla Corte dei Conti e dai Revisori negli atti “a monte”. Per il principio di continuità dei documenti, risulta così viziato anche l’Assestamento. In più, si nutrono forti dubbi sul fronte delle entrate per un aspetto più volte segnalato dai Revisori: il piano di rientro dal disavanzo. “Non emerge l’assunzione di impegno formale ad evitare la formazione di ogni ulteriore disavanzo; pertanto tale mancata formalizzazione assume rilevanza sostanziale ai fini della validità e del mantenimento dei benefici previsti dal piano”. In assenza, viene meno il regime del ripiano pluriennale. Cioè lo Stato non ci dà le risorse per tappare i buchi. Sempre meglio!
Su una questione tuttavia segnalo l’unanimità degli intenti di maggioranza e minoranza: gli obblighi delle società di trasporto pubblico. Devono pagare gli stipendi sempre e tempestivamente, senza invocare ogni volta il tema dei pagamenti regionali. Sono tenuti a pagare evitando il ricatto di fine anno, puntuale come il panettone. Ho chiesto al consigliere delegato Di Pardo di essere attento negli atti con le stesse evitando che abbiano condizioni convenzionali a loro favore. E di sollecitare le stesse a revocare le lettere di licenziamento per quanti – autisti di una ditta in particolare – non hanno effettuato le fermate non a norma”.